Dalla disastrosa classifica del Milan alla panchina di Allegri; dalla mancata rivoluzione di Barbara Berlusconi al calciomercato. Questi i temi affrontati, in un’intervista esclusiva, con Carlo Nesti, giornalista e scrittore, volto noto della Rai.
Milan a -27 dalla Juventus, quasi fuori ormai dalle coppe, salvo miracoli. Come si spiega questo disastro?
Per non drammatizzare, è giusto distinguere fra il campionato, dove il Milan ha una classifica inguardabile, e la Champions League, dove è ancora tutto possibile. Assurdo cercare una spiegazione unica. Sforzandomi di sintetizzare, direi: 1) mancato, e colpevole, ricambio generazionale; 2) impegno economico non più alla portata di Berlusconi; 3) infortuni inconcepibili in 2 delle ultime 3 stagioni.
Qualunque allenatore, al posto di Allegri, sarebbe stato licenziato. Perché il Milan ha deciso di tenerlo nonostante i pessimi risultati?
Perché si sperava che, con il recupero degli infortunati, essendo il Milan sempre la prima squadra del campionato come possesso palla e prevalenza territoriale, prima o dopo, si invertisse la tendenza. E perché, con Silvio Berlusconi distratto da altro, Galliani semi-esautorato, e Barbara Berlusconi ultra-rampante, nessuno ha avuto la forza di assumersi, in prima persona, la responsabilità, nel caos della dirigenza.
La rivoluzione targata Barbara Berlusconi è già tramontata, oppure gli effetti si vedranno a breve?
E’ solo rinviata, perché l’età gioca a suo favore. Ma tutto questo a una condizione: che il padre sia veramente intenzionato a tenere il Milan, aspetto sul quale avrei qualche dubbio. Non mi sento di escludere una soluzione simile a quella dell’Inter, con l’affiancamento di un grande soggetto estero. Ormai, è difficile sfuggire a questa evoluzione, se si vuole restare competitivi in campo europeo.
Chiusura sul calciomercato. Ci saranno scambi tra Milan e Torino?
D’Ambrosio è l’unico giocatore che, in gennaio, può interessare al Milan, mentre Cerci può essere un obbiettivo a giugno. L’esigenza prioritaria, a livello di esterni, è riportare De Sciglio al massimo della condizione. Il vero rimpianto è non avere compreso l’emergenza-difesa la scorsa estate, anche a costo di accontentarsi di Paolo Cannavaro all’ultimo secondo. Troppo assente l’unica certezza: Bonera.