E il Milan? Occupa attualmente la quindicesima posizione in classifica dopo la terza sconfitta in quattro partite in Serie A, zero gol fatti nelle tre uscite stagionali al Meazza ed un solo acuto, di El Shaarawy, oltre all’exploit del Pazzo a Bologna. La corazzata Juventus, roboante e vincente anche con le seconde linee, se la ride dall’alto, e fa bene.

 E Allegri? Confermato dalla società rossonera, resta sereno: badate bene, sereno, non tranquillo, che dalle sue parti vorrebbe dire passare a stento dalle porte per meriti extracalcistici, della moglie, che acciuga attualmente non ha. I fischi di San Siro non sono più una novità, il teatrino, montato da Suma a Milan Channel con tanto di sorrisi forzati e strette di mano fittizie tra il livornese ed Inzaghi, si poteva evitare, così come l’acquisto di Traoré, ad esempio. In caso d’esonero la soluzione Tassotti parrebbe la più gettonata, senza Inzaghi, ovviamente: quanto sarebbe giusto consegnare al novizio SuperPippo una formazione fatta di supposte (star) ed ex amici?

 E i punti? Pochissimi, tre, figli d’Agliardi, eppure a sentire Allegri diventerebbero addirittura uno in più della scorsa stagione, dopo cinque giornate, se mercoledì i diavoli dovessero sconfiggere il suo Cagliari. Furbo il toscano, poiché lo scorso anno i punti dopo cinque giornate erano 5, effettivamente, ma soltanto in virtù della prima giornata posticipata a causa dello sciopero dell’Assocalciatori.

 E i tifosi? Fischiano, chiedono la testa di Massimiliano il magro, dopo che la società gli ha venduto Thiago Silva e Ibrahimovic sostituendoli con Zapata e Pazzini, ha salutato Nesta, Seedorf, Inzaghi e Van Bommel e gli ha consegnato Acerbi, Montolivo, Bojan e de Jong. Più o meno la stessa cosa.

 E Guardiola? Arriverà a Milano, perché Allegri e Stramaccioni ballano, perché Moratti lo stima, Berlusconi l’adora (ricordate la visita a sorpresa del Cavaliere, complimenti annessi, nello spogliatoio dei catalani nella scorsa Champions League?), l’Italia è casa sua e Pep è sempre a caccia di nuove sfide; un unico, ultimo, interrogativo…

 E i soldi?

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