Il Milan dice addio ai paperoni: lo "spalmamento" degli ingaggi come salvagente

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10.07.2012 14:00 di Matteo Calcagni   articolo letto 5339 volte

© foto di Giuseppe Celeste/Image Sport

Storie di fatturati, storie di costi, storie di economie che cambiano. Adriano Galliani l’aveva anticipato diversi anni fa, ora la realtà è sotto gli occhi di tutti: il calcio italiano è in crisi come il Paese, tanto da rendere improponibile la competizione (sotto il profilo finanziario ma non solo) con le grandi realtà europee. “I signori che guadagnano 10/12 milioni non troveranno patria in Italia” ha dichiarato l’Amministratore Delegato in conferenza stampa: un riferimento neanche troppo velato a Ibrahimovic, il cui stipendio al lordo supera addirittura i 20 milioni di euro. L’ingaggio dello svedese pesa tantissimo sul bilancio del Milan, con un “rosso” che è stato ridotto ma è ancora persistente. Lo “spalmamento” su più esercizi, per stipendi di questo genere, aiuterebbe in maniera evidente le casse societarie: Galliani è un maestro in questo senso, ma uno come Ibra accetterebbe una soluzione simile? Spalmare il compenso dello svedese significherebbe riconoscergli non meno di 8 milioni netti per tre stagioni, oppure 6 netti per quattro anni: l’ex blaugrana potrebbe anche prendere in considerazione la prima ipotesi, ma scarterebbe senz’altro la seconda. Le potenze europee, in questo senso, potrebbero garantire a Ibra lo stesso stipendio attualmente percepito al Milan: City e PSG in testa, anche se quest’ultima destinazione non sembra troppo gradita al trentenne di Malmoe. Vista la difficoltà nel ridurre il lauto ingaggio di un campione assoluto come Zlatan, il Milan potrebbe passare agli altri “paperoni” della rosa rossonera: subito dopo Ibra (escludendo il resco “rinnovato” Thiago Silva) viene Robinho, il quale percepisce circa 6 milioni di euro netti a stagione. Il brasiliano, che non sembra voler prendere in considerazione le presunte offerte da parte del Malaga, potrebbe dilazionare il suo stipendio in tre esercizi, raggiungendo quota 4 milioni e facendo quindi respirare il bilancio. Va da sé che, per mantenere il Milan a grandi livelli, non si potrà tirare troppo la corda: i “top player” possono anche fare dei sacrifici, visto l’attuale periodo storico, ma non accetteranno mai tagli troppo netti.

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