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Ibrahimovic (splendido gol di tacco) e Robinho firmano il netto 3-0 dei rossoneri a Novara, che consente di riportarsi ad un solo punto dalla vetta e di chiudere il girone di andata con gli stessi punti dello scorso campionato.
© foto di Alberto Lingria/PhotoViews
Alla fine le gerarchie sono state rispettate: la grande ha battuto nettamente la provinciale e il miglior attacco del campionato ha segnato tre reti alla peggior difesa, ma la vittoria del Milan a Novara è stata meno agevole di quanto il punteggio non dica, perchè per quasi un’ora la porta dei piemontesi è rimasta inviolata e si sa che partite come questa possono diventare terribilmente complicate se non si riesce a sbloccarle. I rossoneri hanno preso subito il comando del gioco, hanno mantenuto il possesso palla e hanno provato in tutti i modi a battere l’ottimo Ujkani, ma per tutto il primo tempo sono andati costantemente a sbattere sul muro eretto da Tesser e la dimostrazione migliore viene dal fatto che il difensore più efficace del Novara nella prima parte di incontro è stato…Caracciolo che ha respinto sulla linea due palloni destinati in porta; il portiere ha fatto il resto e il Milan ci ha messo del suo con un po’ di imprecisione (vero Robinho?) e una manovra a volte lenta e poco produttiva fatta di tanti passaggi orizzontali per cercare di scardinare la cassaforte novarese; a volte è mancato il coraggio di provare la soluzione dalla distanza: il solo Ibra ci ha provato ma con scarsa fortuna e, così, all’intervallo i rossoneri erano ancora bloccati sullo 0-0. Molto meglio la ripresa, perchè Allegri ha finalmente gettato nella mischia El Shaarawy al posto di Antonini, rivoluzionando la formazione con Emanuelson terzino e i risultati si sono visti. Il muro del Novara è crollato sotto i colpi di Ibra e Robinho, ma il Faraone è stato grande protagonista in quasi tutte le azioni pericolose, dimostrando ancora una volta di meritare più spazio e fiducia. La netta vittoria che si è materializzata nelle ripresa consente ai rossoneri di continuare a tallonare la Juve e di chiudere il girone di andata con gli stessi punti dello scorso campionato; purtroppo questa volta quota 40 non è bastata per diventare campioni d’inverno, ma il Milan non si arrende e vuole continuare ad inseguire il primato, perchè ciò che conta è essere primi a maggio, non ora.
Allegri deve affrontare l’emergenza infortuni di gennaio come nella scorsa stagione e ha otto indisponibili: Amelia sostituisce Abbiati, Mexes affianca Thiago Silva al posto dello squalificato Nesta; a sinistra viene confermato Antonini come in Coppa Italia, mentre a centrocampo si rivede titolare capitan Ambrosini accanto a Van Bommel e Nocerino; Emanuelson viene schierato ancora trequartista alle spalle della coppia d’attacco Ibrahimovic-Robinho. Il piccolo stadio di Novara è completamente esaurito e c’è grande entusiasmo per la partita contro i campioni d’Italia, la classica sfida “Davide contro Golia” in cui il piccolo Novara sembra non avere scampo contro il grande Milan, ma la storia del calcio è piena di clamorose sorprese e la sfida di Coppa Italia, giocata mercoledì e vinta solo ai supplementari dai rossoneri, ha dato alla squadra di Tesser la consapevolezza e l’entusiasmo per potersela giocare senza timori reverenziali e ha fatto capire al Milan che non sarà una passeggiata. Anche il settore ospiti è gremito, perchè Novara è molto vicina a Milano e il popolo rossonero vuole rimanere vicino alla squadra in un momento delicato, in cui bisogna reagire dopo la sconfitta nel derby ed evitare passi falsi dopo la vittoria della Juventus a Bergamo nell’anticipo del sabato, che ha permesso ai bianconeri di conquistare il titolo “virtuale” di campioni d’inverno. Dopo tanta nebbia e freddo nella pianura padana, sorprendentemente a Novara si gioca in un pomeriggio limpido e tiepido e, infatti, prima della partita sugli spalti si vede anche qualche coraggioso in maglietta; eccessi a parte, ciò dimostra che sarebbe opportuno giocare di pomeriggio in pieno inverno e, invece, questa di Novara è solo un’eccezione per i tifosi rossoneri, in mezzo ad una miriade di partite serali in cui si rischia di congelare sugli spalti.
Il copione della partita è scontato: Milan in avanti e padrone del campo, Novara arroccato in difesa; il campo sintetico non sembra penalizzare troppo i giocatori rossoneri, meno abituati rispetto ai padroni di casa a questo tipo di terreno e, anzi, poter giocare finalmente su una superficie dove non si scivola, dove il rimbalzo sarà anche diverso da quello del campo in erba, ma almeno è regolare ed omogeneo sembra esaltare le doti tecniche dei palleggiatori rossoneri, anche se il ritmo non è molto alto e la manovra non è veloce ed efficace. Il Milan prova a girare il pallone in orizzontale e ad allargare il gioco sulle fasce per trovare qualche spazio fra le maglie strette della difesa avversaria, ma l’impresa appare più ardua del previsto e la peggior difesa del campionato non sembra davvero tale. Quando il pallone filtra e arriva verso lo specchio della porta ci pensa Ujkani a respingere tutto, a volte in modo poco ortodosso e un po’ goffo ma comunque efficace e anche quando il portiere sembra battuto ci pensa Caracciolo a salvare in modo clamoroso un colpo di testa di Thiago Silva che aveva già fatto gridare al gol e un altro tentativo di Mexes. Difensori che si improvvisano attaccanti, centravanti che fa il difensore e questo ribaltamento di ruoli dimostra in modo eloquente che il Milan attacca in massa e il Novara si difende come può e lo fa in modo efficace se è vero che quando De Marco manda le squadre negli spogliatoi per l’intervallo il risultato è ancora inchiodato sullo 0-0, nonostante un possesso palla con percentuali altissime “alla Barcellona”, nonostante i quattro tentativi di Ibra, i due già citati di Thiago Silva e Mexes e due erroracci del solito Robinho che riesce addirittura a mandare la palla in fallo laterale invece che in porta. A conti fatti l’attacante più pericoloso nel primo tempo si rivela il solito Nocerino, che sfiora il gol dopo un gesto tecnico pregevole, ma sta di fatto che nella curva opposta alla porta in cui attacca il Milan, i tanti suoi tifosi si sono rammaricati per le numerose occasioni non sfruttate e cominciano a preoccuparsi perchè in partite come questa la difficoltà aumenta con il passare dei minuti, visto che chi si difende moltiplica entusiasmo e voglia di resistere e chi attacca ad oltranza rischia di perdere fiducia e lucidità.
In effetti la beffa potrebbe materializzarsi ad inizio ripresa, quando Caracciolo decide di entrare nella cronaca della partita non solo come difensore e va a mirare l’angolino sul secondo palo con un tiro morbido e insidioso sul quale Amelia effettua una deviazione impercettibile ma decisiva. Il Milan del secondo tempo è diverso da quello del primo, perchè Allegri lascia finalmente da parte la prudenza e la paura di bruciare i suoi giovani caricandoli di troppa responsabilità e manda in campo El Shaarawy al posto di Antonini, arretrando Emanuelson a sinistra in difesa e giocando di fatto con tre punte. Gli applausi ricevuti dal Faraone al momento del riscaldamento nell’intervallo, dimostrano che i tifosi rossoneri lo apprezzano e vorrebbero vederlo più spesso in campo e non è un caso che il Milan con lui cambia volto e diventa più brillante e imprevedibile. I rossoneri ora assediano il Novara, che dà segni di cedimento e barcolla e, infatti, il gol arriva quando Ambrosini si trasforma in uomo assist e con una deliziosa palombella serve Ibrahimovic che ringrazia, controlla e, senza far cadere il pallone a terra, batte inesorabilmente Ujkani. Finalmente esplode il boato liberatorio delle curva rossonera e la tensione si scioglie, perchè la partita sembra aver avuto la svolta decisiva; ovviamente è necessario non rilassarsi e provare a chiudere il discorso per evitare beffe (tipo quella nel finale della partita di Coppa Italia) e il Milan lo fa sulle ali dell’entusiasmo e giocando in scioltezza e con più lucidità rispetto al primo tempo. Il protagonista è ancora El Shaarawy, che prima si traveste da Robinho e spedisce malamente fuori a porta vuota da favorevole posizione proprio su assist del brasiliano, poi contraccambia la gentilezza e serve a Binho il pallone da appoggiare in rete da pochi passi; l’azione sembrerebbe viziata in partenza da un colpo di mano di Nocerino che l’arbitro valuta involontario, facendo infuriare il pubblico locale. Sul 2-0 la partita sembra ormai chiusa, anche perchè il Milan concede pochissimo al Novara e la difesa è quasi sempre attenta ed impeccabile, anche grazie alla buona prestazione di Emanuelson che sembra a suo agio nel ruolo che, in effetti, sarebbe il suo e potrebbe ritagliarsi uno spazio importante su quella fascia che non ha un padrone fisso nella formazione titolare di Allegri. Intanto là davanti il Faraone continua a dialogare a meraviglia con i compagni d’attacco e da una sua iniziativa nasce il gol del 3-0: Ujkani respinge il tentativo di El Shaarawy ma il pallone rimene in area e Ibra, spalle alla porta, si inventa un colpo di tacco beffardo che fa rotolare lentamente ma inesorabilmente il pallone in rete. Gol pazzesco, perchè non solo ci vogliono le doti tecniche per realizzarlo, ma bisogna avere il coraggio e la lucida follia di tentare un colpo del genere da posizione difficile e in mezzo ad una selva di gambe, laddove molti avrebbero effettuato un banale appoggio all’indietro o, peggio ancora, avrebbero perso palla, ma questo è Ibra, capace di magie incredibili e campione unico. Il popolo rossonero va in delirio per l’ennesima prodezza dello svedese e acclama il suo nome; alla fine è lui che ha trascinato il Milan alla vittoria con i suoi gol (ora 14 in campionato), ma sono sicuro che ora i suoi detrattori avranno un motivo in più per dire che, come sempre, lo svedese è stato spavaldo con i “deboli” dopo aver fatto scena pressochè muta in una partita decisiva come il derby. Comunque i lampi di genio di Ibra non devono far dimenticare l’ottimo impatto sulla partita di El Shaarawy, che ha dato la svolta ad una squadra che nel primo tempo era sicuramente più impacciata e ha contribuito ad ottenere una vittoria importante per cancellare definitivamente la sconfitta nel derby, per raggiungere quota 40 punti e, soprattutto, per rimanere in scia alla Juventus e continuare l’appassionante duello anche nel girone di ritorno.
Post Originale:
Il Milan resta nella scia della Juve