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19 Gen 2014 20:45 |
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MILAN-SPEZIA, IL MIGLIORE IN CAMPO
Invio richiesta in corso
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Il dopo-Allegri inizia con Tassotti in panchina e una vittoria contro lo Spezia che porta il Milan ai quarti di Coppa Italia; in attesa di Seedorf e della nuova era, niente rivoluzioni, una buona prestazione e i gol del tridente.
Ā© foto di PhotoView
Non sarĆ certo una vittoria in Coppa Italia contro una squadra di serie B a rivalutare una stagione per il momento molto negativa, ma in momenti come questo tutto può servire a restituire il sorriso all’incupito popolo rossonero. Il traghettatore Tassotti ha compiuto il suo dovere nel migliore dei modi e consegna a Clarence Seedorf un Milan ancora in corsa in Coppa Italia, torneo che sembra la strada più corta e abbordabile per tentare di arrivare in Europa anche la prossima stagione, perchĆØ in campionato la situazione ĆØ compromessa. Tassotti, re per una notte, sapeva bene che non sarebbe stato il caso di fare rivoluzioni ed esperimenti, quindi ha schierato un Milan in cui c’ĆØ, ovviamente, molto di Allegri e ha raggiunto il piccolo ma importante obiettivo che gli era stato richiesto in questi giorni di interregno fra l’era Allegri, chiusa nel modo più triste e quella Seedorf, che si ĆØ aperta con l’entusiasmo al suo arrivo in aeroporto e con gli applausi della tribuna, da dove ha seguito gli ultimi venti minuti della sfida contro lo Spezia. Il Milan ha svolto bene il suo compitino, mettendoci impegno e determinazione, come accade quando una squadra ha qualcosa da farsi perdonare: ci sono stati errori e imprecisioni, non tutto ĆØ andato per il meglio, ma dopo un avvio abbastanza equilibrato, i rossoneri hanno imposto la loro superioritĆ , hanno smorzato gli entusiasmi della squadra ligure, seguita a Milano da ben 7000 tifosi, hanno risolto la partita in quattro minuti a cavallo della mezz’ora del primo tempo, l’hanno definitivamente chiusa in avvio di ripresa e poi l’hanno controllata fino alla fine, con l’unica pecca di non essere riusciti nemmeno questa volta a mantenere la porta inviolata. Poco male, comunque, perchĆØ la vittoria ĆØ arrivata e la qualificazione pure, quindi il Milan va avanti in Coppa Italia, cosa che in altre stagioni non avrebbe fatto notizia, ma che in uno dei momenti più difficili e negativi dell’era Berlusconi non era nemmeno poi cosƬ scontato e sicuro, perchĆØ c’era il rischio di fare un’altra brutta figura e precipitare ancora più in basso, invece si ĆØ vista una bella reazione e questo fa ben sperare.
Serata fredda e nebbiosa a San Siro; fortunatamente la visibilitĆ ĆØ buona e la partita non ĆØ a rischio, anche perchĆØ si gioca nel tardo pomeriggio e la nebbia si limita a fare capolino dall’apertura tra secondo anello arancio e tetto, cioĆØ dove manca il terzo anello, ma non arriva mai a livello del terreno di gioco. Ci sono circa 15000 spettatori allo stadio e la metĆ sono entusiasti tifosi dello Spezia, che gremiscono il primo anello verde e fanno un gran tifo, con tanto di coreografia con bandierine, perchĆØ per loro questa ĆØ una serata storica e se la vogliono godere dal primo all’ultimo minuto, indipendentemente dal risultato. Tutt’altro clima nell’altra curva: niente striscioni, niente bandiere, gente seduta e ordinata, niente cori, niente tifo; ricordiamolo ancora una volta per dovere di cronaca e correttezza, perchĆØ non sempre viene fatto notare in altre sedi: questo sciopero del tifo non ha nulla a che vedere con l’andamento della squadra o con le vicende societarie, ma ĆØ nato in occasione del derby, con il divieto di ingresso del materiale per la coreografia e con le multe notificate a chi solitamente stazionava sulla transenna per dirigere i cori; da allora ĆØ proseguito il divieto di ingresso a bandiere e striscioni e nessuno se l’ĆØ sentita di rischiare Daspo per lanciare i cori dalla transenna, quindi tutti muti, niente colore e folklore e atmosfera depressa e deprimente, ravvivata solo dal gran tifo dei tifosi dello Spezia. Speriamo che la questione si risolva in fretta e che magari la societĆ trovi tempo e modo per interessarsi della cosa e aiutare i tifosi a far tornare San Siro la casa del Diavolo e non un anonimo acquario.
Tassotti lancia Rami e Honda dal primo minuto: il difensore fa coppia al centro della retroguardia con il connazionale Mexes e c’ĆØ spazio anche per Zaccardo sulla fascia destra, con De Sciglio dirottato a sinistra; a centrocampo Montolivo gioca centrale davanti alla difesa e questa ĆØ un’anticipazione della gestione Seedorf, perchĆØ l’olandese ha giĆ fatto capire che il capitano rossonero giocherĆ in quella posizione; completano il centrocampo Poli e Cristante, mentre in attacco ci sono Honda e Robinho con Pazzini punta centrale. Un Milan “alternativo” senza alcune stelle, ma non proprio un Milan 2, perchĆØ in questa disgraziata stagione la Coppa Italia ĆØ un obiettivo importante e non si può snobbarla e rischiare eliminazioni precoci e clamorose. Il Milan fa la partita come da scontato copione, ma lo Spezia regge bene per una ventina di minuti, non si limita a difendersi e prova anche qualche sortita offensiva. I rossoneri ci mettono impegno ma sono imprecisi davanti alla porta: le occasioni migliori capitano a Zaccardo (tiro parato) e a Mexes (conclusione alta di poco) e ciò dimostra che l’attacco per il momento latita; poi, però, entra in scena Pazzini, che si divora un gol più facile da segnare che da sbagliare, manda alto di poco un bel tiro e si trasforma in uomo assist con il cross che permette a Robinho di sbloccare il risultato con un colpo di testa in tuffo. Un attaccante, però, ha bisogno del gol, soprattutto se non segna e non gioca da molti mesi e, fortunatamente, il magic moment arriva solo quattro minuti dopo, quando Pazzini mette in rete il pallone con una spettacolare semirovesciata al volo, raccogliendo la verticalizzazione di Poli. L’uno-due del Milan spegne l’entusiasmo dei giocatori dello Spezia ma non quello dei loro tifosi sugli spalti; intanto il Milan continua a mantenere possesso palla e controllo del gioco, puntando soprattutto sulla voglia di Honda di mettersi in mostra.
La ripresa si apre con un altro evento tanto atteso, ovvero il primo gol in maglia rossonera del giapponese Honda: il portiere dello Spezia Leali respinge ma non blocca un tiro di Montolivo con una traiettoria carica di effetto e sulla ribattuta si fionda il n°10 rossonero che ribadisce in rete e riceve l’abbraccio dei compagni e gli applausi del popolo rossonero (peccato che il silenzio della curva lasci l’incognita su quale sarĆ il coro a lui dedicato). Sul 3-0 la partita ĆØ virtualmente chiusa, il Milan può rallentare il ritmo ed evitare di spingere ancora sull’acceleratore, ma riesce comunque a creare altre occasioni, soprattutto con Pazzini che vanifica un assist dello stesso Honda (calciando malamente) e un cross di Zaccardo (sparando su Leali). Tassotti dĆ il via alle sostituzioni: esce Honda e si rivede in campo Birsa, lascia il campo anche Pazzini (rientrato da poco, meglio non esagerare con il minutaggio) e si rivede Petagna, appena rientrato dalla Sampdoria per sostituire il partente Matri, poi il Tasso completa l’opera di smantellamento del positivo tridente (tutti in gol), togliendo Robinho e inserendo Nocerino. Nel finale il Milan rallenta troppo e si distrae (cosa che non sarĆ piaciuta a Tassotti ma nemmeno a Seedorf, che ha visto solo l’ultimo spezzone di partita, accolto dagli applausi), favorendo l’assalto finale dello Spezia alla ricerca dello storico gol della bandiera, che arriva a recupero giĆ iniziato grazie a Ferrari. Troppo tardi per riaprire partita e qualificazione, in tempo per far esultare i propri tifosi e, in effetti, alla fine sembra quasi che sia lo Spezia a passare il turno, con scene di entusiasmo che di solito sono collegate a una vittoria, mentre dall’altra parte ci sono timidi applausi e nulla più per i vincitori, che fanno pace con il loro pubblico e si apprestano a iniziare una nuova era con più entusiasmo e serenitĆ , grazie a questa vittoria scontata e facile, ma comunque importante per dimenticare Sassuolo e la triste fine dell’era Allegri. Ā
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