Il mio Milan? Ai milanisti. Barbara donna forte, Allegri è il fallimento di Galliani

AC Chievo Verona v AC Milan - Serie A
Sulla vicenda Allegri e sul futuro del Milan Canale Milan ha sempre avuto una linea editoriale chiara, a volte colorita, ma mai asservita e sempre, per popolare o impopolare che fosse, improntata alla franchezza, senza padroni. Ma Canale Milan, per quello che è il suo spirito, è anche pluralità di voci e di opinioni: abbiamo chiesto allora ad alcuni dei nostri redattori di raccontarci quale sia, in questo momento, la strada che per il Milan sarebbe giusto seguire. A turno, ci parleranno della loro idea riguardo alla dirigenza, alle strategie societarie, e alla scelta dell’allenatore.

Il mio Milan, ora – di Danilo Vitrò

AMMINISTRATORE DELEGATO – Barbara, contro ogni previsione, si è dimostrata una donna forte e autoritaria, con questa mossa ha dimostrato chi comanda. Dopo l’umiliante sconfitta di Reggio Emilia ha subito preso provvedimenti, dimostrando di essere dalla parte dei tanti tifosi preda alla disperazione più totale.  Ha dimostrato di avere una propria pianificazione per il futuro del Milan, a partire dal graditissimo reintegro in società di Paolo Maldini, da troppo tempo dimenticato, per continuare con la decisione di una futura separazione da procuratori come Mino Raiola che dettavano legge a Milanello. Adriano Galliani con questo colpo probabilmente ha perso quel potere che aveva fino a pochi mesi fa, quando decise di dare un’ulteriore chance ad Allegri.

STRATEGIE SOCIETARIE – Servirà urgentemente una rifondazione a livello di persone. L’estetica non era la nostra priorità, il problema non era la storica sede di Via Turati, il problema si chiama futuro, pianificazione. Dobbiamo valorizzare il nostro settore giovanile che tante soddisfazioni ci sta dando, da De Sciglio passando per Cristante e Petagna, e che tanto ci potrà ancora dare. L’idea dei due A.D. a me piace, ma il dopo-Sassuolo ha dimostrato che nulla sarà più come prima fra Barbara Berlusconi e Adriano Galliani. Dominerà il gelo almeno fino a fine stagione. Il nostro futuro si chiama ancora Berlusconi, un futuro Made in Italy, per intenderci… chi non salta, indonesiano è.

ALLENATORE – Stagione ampiamente compromessa, chiunque verrà potrà solo limitare i danni. Potrà apparire come una scelta azzardata, ma l’unica soluzione era chiudere con chi per scelte tattiche e  mentalità ha ammazzato il Milan, abolendo la qualità, l’estro, la fantasia per puntare a demolitori di menischi fino ad arrivare a snaturare un centrocampo che col tempo è apparso sempre più inesistente. Lacune coperte  dalle giocate individuali di un fuoriclasse assoluto come Zlatan Ibrahimovic. Per il futuro Seedorf mi va anche bene, si è sempre dimostrato un allenatore anche in campo, anche se avrei preferito puntare sull’esperienza biennale di Pippo Inzaghi che tanto bene ha fatto con gli Allievi e che altrettanto bene sta facendo con la Primavera rossonera. L’importante è che questa società torni ad affidare il Milan ai Milanisti. Solo loro hanno un dono, quello di saper trasmettere l’importanza di indossare quella maglia e quei colori. Chiunque verrà dovrà dare una nuova identità a questa squadra. Il rosso vincente dovrà tornare ad essere quello del Milan, non quello del Cagliari, e il nero che torni a mettere paura agli avversari, non deve trasformarsi più in paura di giocare a calcio.

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Scritto da il gen 14 2014 . Registrato sotto Il mio Milan, ora, In evidenza, iphone focus, News .

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