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In tre puntate, una per reparto, vi proponiamo il Pagellone del 2011. Sotto la lente d’ingrandimento, in queste righe, i 12 mesi dei portieri e difensori rossoneri
© foto di Alberto Lingria/PhotoViews
Il Pagellone della difesa del 2011:
Abbiati 6: Un anno che ricorderà a lungo, come quello del “suo” secondo Scudetto rossonero, dopo la prima volta nella stagione 1998/99. 13 anni più tardi anni torna ad offrire garanzie da numero uno vero, producendosi in dodici mesi fatti più di alti che di bassi
Amelia 5,5: Abbiati gli sbarra la strada concedendogli poche opportunità, che gli valgono comunque l’inizio dell’avventura più importante della carriera. Esordisce in un freddo e spinoso pomeriggio invernale, beccando 4 gol dall’Udinese, poi esce per un problema alla coscia destra, trovando decisamente più spazio nella seconda parte dell’anno
Roma 6: E’ a disposizione di Allegri, che lo ha impiegato solo 3 volte in gare ufficiali; più che da vice di Abbiati e Amelia, sta studiando da preparatore…
Abate 7: E’ un difensore? No, è un centrocampista, però prima faceva l’ala. Basta domande, e soprattutto basta dubbi e perplessità, Ignazio li ha spazzati via a colpi di prove autorevoli e manifestazioni di quella personalità cara solamente ai grandi. E’ l’anno della definitiva consacrazione in rossonero e del meritatissimo debutto in azzurro
Mexes 6: E’ tornato a pieno regime da poche settimane, ed è già sceso in campo dimostrando di non aver dimenticato le regole del gioco. Un anno impegnativo per il centrale francese, chiamato a convivere con un bruttissimo infortunio prima di risorgere con colori del tutto nuovi, ma pregnanti di fiducia
Nesta 7: Con più di una probabilità, quello che ha da poco chiuso i battenti è stato l’ultimo anno vissuto da protagonista per 12 mesi. Se così sarà, avrà chiuso con l’inchino. Ha trovato in Thiago Silva molto più che il compagno ideale, e con lui ha costruito la coppia difensiva più vicina alla perfezione. Per affiatamento, classe ed efficacia
Thiago Silva 8: Accanto a lui la vera impresa è commettere errori, perché basta guardarlo per trovare la forza e la lucidità per compiere al massimo il proprio dovere. Da novità a pilastro insostituibile, il passo è stato brevissimo. Da qui all’Olimpo dei più grandi di sempre, si è arrivati di conseguenza, spinti da quelle prestazioni a cui il calcio italiano aveva perso l’abitudine
Antonini 6: Dodici mesi di cuore, durante i quali a sospingerlo sono stati l’attaccamento ad una maglia che sente sua come pochi, e la voglia di dare sempre di più. Incide poco e punto, sogna di tornare a destra ma si adatta a giocare a sinistra, mettendoci impegno, fiato e chilometri
Zambrotta 6: E’ l’abito delle grandi occasioni, garanzia di sicurezza ed affidabilità quando non si può rischiare. Complice una concorrenza non irresistibile, Allegri lo ha eletto prima scelta, ma la gamba non è più quella di una volta, lo sa bene anche lui…
Yepes 7: L’età e la provenienza hanno addebitato sul suo conto un’eccessiva dose di dubbi, tutti dissipati a suon di prove d’autore e personalità da vendere. Perché da sola, l’esperienza non avrebbe supportato la sicurezza che ha infuso ad un reparto rimasto spesso orfano di un partner per Thiago. E’ riuscito a lunghi tratti a non far rimpiangere Nesta, mettendo nella camera dei ricordi, tra gli altri, lo splendido pazzo e ineguagliabile pomeriggio di Lecce, risolto da una sua zuccata allo scadere
Taiwo 5: E’ sbarcato a Malpensa con il passaporto di “promessa”, ma non è riuscito a tener fede alle aspettative. L’impatto con San Siro e con un ambiente nuovo, esigente e assalito dalla voglia di un fluidificante di ruolo, è stato tutt’altro che semplice. Al punto tale da indurlo ad esprimere il desiderio di abbandonarlo quanto prima. C’è un solo uomo che può fargli cambiare idea…
Bonera 5,5: Dal punto di vista fisico è tra i più affidabili, così come sotto il profilo della duttilità. Dal centro emigra con continuità sugli esterni, offrendo prove di modesto spessore. Ci aspettiamo di più…
De Sciglio 6: E’ uno tra i maggiori vanti del settore giovanile rossonero, Allegri lo sa bene, è per questo che lo ha voluto in prima squadra fin dal giorno del raduno. Buono l’esordio in Champions contro il Plzen, forza e coraggio Mattia!
Post Originale:
IL PAGELLONE DELLA DIFESA – Ai piedi di Re Thiago…