La situazione infortuni in casa Milan sembra preoccupare meno. L’allenamento di ieri e quello di stamane, hanno visto lavorare tutti gli effettivi rossoneri, seppur in maniera differenziata, complice il recupero dei vari indisponibili.
Ma andiamo con ordine: Antonini e Ambrosini sono rientrati in gruppo svolgendo l’intera seduta con i compagni, pochi rimasti a Milanello visti gli impegni delle rispettive nazionali, mentre Traoré e Bonera, uscito anzitempo domenica sera nel derby per problemi muscolari alla coscia destra, hanno svolto un lavoro differenziato, cercando di dare ritmo alla loro ripresa personale per non forzare troppo il recupero.
Recuperato al 100% sembra essere Alexandre Pato, come si é visto anche sabato scorso nell’amichevole primavera contro la Pro Vercelli, nella quale il “papero” é andato a segno 2 volte, una per tempo, con 2 punizioni dal limite. Sará sicuramente a Roma, il 20 ottobre con i compagni nella difficilissima trasferta con la Lazio del duo Klose-Hernanes.
Discorso a parte va fatto per Sulley Muntari, l’autore dell’azione piú contestata dello scoro campionato, sta lavorando ad un recupero lampo. Sta bruciando le tappe, e giá si allena con i compagni, anche se svolge con loro solo la parte aerobica, senza prendere parte alle partitelle. Il giocatore ghanese si é infortunato al legamento crociato quest’estate ed é subito stato operato in una clinica milanese; i tempi di recupero come sottolineato dallo stesso sito ufficiale della societá rossonera, si sarebbero dovuti aggirare intorno ai 5/6 mesi, con un rientro all’attivitá agonistica prevista intorno a fine gennaio 2013.
Muntari che ha fatto imbestialire Galliani, e che come multa dalla societá, per essersi fatto male sulla spiaggia, si é visto dimezzare lo stipendio, pare possa riprendere con largo anticipo rispetto ai tempi previsti, se le cose dovessero proseguire in questo senso e con questo ritmo, vederlo in campo giá a metá novembre non sarebbe utopia. E allora in bocca al lupo Sulley, il Milan ha bisogno di gente che sappia lottare in mezzo al campo, e soprattutto dare l’esempio di come ci si sacrifica.