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Pato, un po’ a sorpresa, domenica era stato convocato da Allegri per la sfida di Champions League di Barcellona. Ieri è addirittura sceso in campo, un mese e mezzo dopo la sua ultima apparizione. Ma la partita del brasiliano è ancora una volta durata pochissimo: la miseria di 14 minuti, in cui ha toccato il pallone una sola volta.
Pato è dovuto uscire immediatamente. Nessun contrasto di gioco (i difensori avversari nemmeno lo marcano), ma problemi muscolari. Per la quindicesima volta il brasiliano è costretto ai box per infortunio. Per la quarta volta consecutiva si infortuna all’”esordio” dopo un altro infortunio.
Quello dell’attaccante è ormai un calvario, un mistero, un caso umano, che lascia nella disperazione società, compagni di squadra e tifosi. Cos’ha davvero Pato? Cosa gli impedisce, da due anni a questa parte, di essere un calciatore non dico fenomenale, ma almeno normale? Non sono riusciti a capirlo medici di fama mondiale, figurarsi se possiamo riuscirci noi.
Non ci resta che prendere atto che parlare di Pato come calciatore è in questo momento superfluo. Il Milan pensi a recuperare l’uomo. Il resto verrà da sè. Perché è chiaro a tutti che se il brasiliano sta bene, è ancora uno dei più forti al mondo nel suo ruolo. Le statistiche, escludendo l’ultima maledetta stagione, parlano da sole.
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Infortunio Pato, ormai è un caso umano

