Inzaghi: “Eravamo dei pazzi, non ci godevamo nulla, ma avevamo una gran fame”

Inzaghi_cittàdirieti_facebook

Intervistato dalla Gds, l’ex bomber rossonero Filippo Inzaghi ha parlato della sua nuova avventura come allenatore, della tattica e delle sue ambizioni, tutto ciò insieme al fratello Simone, allenatore della primavera della Lazio«Vogliamo trasmettere i nostri valori, c’è meno rispetto per l’allenatore rispetto a 20 anni fa ma io e Simone siamo fortunati perché a Milan e Lazio i giocatori arrivano già con una buona base di formazioneI primi tempi dopo l’addio al calcio mio fratello mi diceva che sarebbe stata dura ma che comunque sarebbero arrivate soddisfazioni. Simone aveva la stoffa dell’allenatore in campo, qualche tempo fa uno mi disse “da giocatori si dorme, da allenatori no” e ho scoperto che è così. Cerchiamo di insegnare ai nostri ragazzi che non devono avere rimpianti e se uno si è allenato bene è a posto. Adesso so da allenatore che non posso sentirmi bene sono io prima di una partita, è un lavoro che dipende dai giocatori, dagli altri. A Viareggio non eravamo i più forti, ma quelli con più carattere».

Filippo Inzaghi ha parlato anche del suo passato«Per la mia crescita è stato importante il tecnico Cella che mi allenò nelle giovanili, poi trovai Cagni che era un martello e questo mi è servito, poi Mutti, Mondonico e anche Ancelotti mi hanno aiutato. Con Carlo abbiamo condiviso tanti anni e tanti trofei, di quel gruppo ricordo che avevamo vinto la Champions e pensavamo alla Supercoppa, vinta la Supercoppa pensavamo al Mondiale. Eravamo dei pazzi, non ci godevamo nulla, ma avevamo una gran fame. C’è differenza tra presunzione e ambizione, la prima non mi piace ma la seconda è fondamentale per arrivare. Un allenatore deve essere bravo a scegliere il modulo in base ai calciatori che ha. Mi piace il calcio di Guardiola ma pure quello di Ancelotti, che sa coprirsi quando è necessario. Difesa a tre? In fondo anche la Roma gioca così, con De Rossi che arretra sulla linea di difesa e i terzini che spingono.

I rapporti con la dirigenza e la famiglia Berlusconi: Galliani? Se non mi avesse detto lui di allenare gli Allievi, io avrei continuato a giocare. Ho un rapporto privilegiato con lui e con la famiglia Berlusconi. Il presidente mi corteggiava già quando ero alla Juventus, mi sento stimato da tutti al Milan. Avevo un dovere verso Galliani e Berlusconi, per questo ho rifiutato il Sassuolo. Me lo hanno detto loro di rifiutare, mi avessero detto “decidi tu” forse sarebbe andata diversamente».

Cosa fare da grande?«Spero di ritrovarmi in Serie A contro mio fratello tra tre o quattro anni. Adesso da allenatore sono più autocritico rispetto a quando giocavo, penso sempre ai miei errori. Se mi chiamasse Zamparini? Gattuso ha fatto bene ad andare, lo avrei fatto pure io, perché come si fa a rifiutare una chiamata del genere? Io e Simone pensiamo che quello attuale sia il percorso migliore per entrambi però se sei ambizioso devi sempre sentirti pronto. Io cercherò di essere un mister vero e di non fare quello che, da giocatore, mi dava fastidio in un allenatore. Io controllo tutti i dettagli dei miei ragazzi, li faccio mangiare in un certo modo e li obbligo a non stare più di un’ora davanti al computer e poi è fondamentale la scuola, se non si va bene lì allora non si gioca. Spesso succede che chi si impegna più nello studio sia anche tra i migliori in campo. Facciamo tutti lavori con la palla, la base è importante: noi giocavamo in strada, ma adesso non se ne vedono più ragazzi così. Come gestirei Balotelli? E’ un patrimonio del Milan e della nazionale italiana, bisogna farlo rendere al meglio».

URL breve : http://www.canalemilan.it/?p=124949

NEWS

Scritto da il apr 29 2014 . Registrato sotto Generali, In evidenza, iphone focus, News .

Recommend0 recommendationsPublished in Milan News