Come accadde nell’oramai lontano 23 aprile 2003, giorno in cui si gioco’ la sfida Champions con i lancieri olandesi dell’ Ajax firmato Ronald Koeman, Pippo Inzaghi sorprende tutti proprio nel momento in cui nessuno se lo aspettava più. Delusi da un calciomercato che trova elogi auto incensanti solamente da parte di Adriano Galliani, in pochi si sarebbero aspettati una metamorfosi nell’atteggiamento in campo, cosi’ repentino e deciso. Bisogna gridarlo senza esitazione. Questa vittoria è tutta di Pippo Inzaghi e della sua famelica voglia di vincere che lo ha portato a farsi redarguire simpaticamente da Tagliavento nell’esultanza per il secondo goal.
Lontani sono i momenti in cui gli epiteti più censurabili venivano coniati ogni volta che la regia televisiva inquadrava Massimiliano Allegri. Lontanissimi sono i suoi “dai dai dai”, “muovila, muovila, muovila” che mi irritavano tanto. Qualsiasi sia il risultato; Qualsiasi sia il futuro del nostro Milan; La cosa certa è che sia in buone mani, quelle di SuperPippo Inzaghi.
Venendo alla partita di ieri, diverse sono le note positive per la compagine rossonera. Un ritrovato El Sharaawy , tornato ai fasti dei primi sei mesi rossoneri, ha illuminato San Siro con una continua sequela di scorribande sulla fascia e dribbling finalmente tornati ad essere efficaci. Menez in versione luxury e un De Jong che basterebbe da solo per bloccare l’avanzata dei terroristi dell’ Isis, hanno permesso al Milan di portare a casa i primi tre punti della stagione 2014/2015. La variabile che ha però inciso in maniera determinante, come dicevamo poco fa, è pero’ stata la campagna acquisti che non ha visto protagonista l’Amministratore Delegato della parte tecnica. Pur essendo arrivati a parametro zero, gli acquisti che hanno deciso la partita di ieri sono stati #Grinta ed #Entusiasmo. Questi due gioiellini furono nominati in sede di presentazione del nuovo allenatore da lui stesso. Con il Milan della passata stagione ancora negli occhi e con nessuna traccia di mercato importante all’orizzonte, nessuno credette molto a quelle parole ma sempre nessuno obiettò nulla a Pippo Inzaghi. Un po’ per rispetto, un po’ per paura di essere mangiato.
Se solo a questi due “campioni” senza pretese di ingaggio, si affiancasse una società con la metà della loro voglia e determinazione, beh credo proprio che ci sarebbe da divertirsi. Purtroppo la realtà in quel di Aldo Rossi è assai diversa e neppure la felicità per la vittoria contro la Lazio, se ragionata con mente lucida ed esule da vertiginose montagne russe emotive, può fare dimenticare il mancato operato da parte della società.
Con i soliti magheggi delle tre carte, si è giunti alla vigilia dell’ultimo giorno di mercato con poche idee e assai confuse. Nessuno obietta sulla qualità e sul valore dei parametri zero giunti a Milano in questa stagione. La solidità di Alex sulle palle buttate nell’area rossonera, sono una bella sorpresa per i tifosi rossoneri abituati ad apnee di terrore ad ogni cross avversario. Ma le scelte riguardanti i prestiti e il turn over degli attaccanti milanisti, non sono certo sintomo di quella “programmazione” da sempre ostentata e mai messa in pratica.
Fatto passare Fernando Torres come il Messi cercato da tutte le big europee, pur stimando lo spagnolo e augurandomi faccia 40 goal in questa stagione, mi porgo un interrogativo che penso risieda in tanti milanisti: “Dov’e’ finita la regola sui contratti pluriennali per i giocatori vicini ai 30 che ci ha portato a perdere il centrocampista più forte in Europa, Andrea Pirlo? Che senso hanno le operazioni come quella riguardante il nuovo arrivato Van Ginkel che vede il Milan prestarsi a comprimaria delle grandi europee e bacino dove fare crescere i giovani per poi ridarli al mittente? Con tutto il rispetto per gli amici piemontesi, non siamo mica il Novara. “
Se poi penso che il sacrificato in questa operazione possa essere un nostro patrimonio come Brian Cristante, allora fatemelo dire. Sono cosi’ non evoluto da non capirne le logiche. Conosco i rischi che corro nel criticare il Milan nel giorno dopo una vittoria da tutti osannata. Ma credo altrettanto che illuderci che tutti i nostri problemi siano alle spalle e che l’incomprensibile gestione societaria abbia in verità una sua ragione di esistere. No questo non riesco ancora a farlo.
Con il Milan nel cuore,
Alessandro Jacobone, Milanisti non evoluti @nonevoluto
Jacobone in: “Altro che Torres, ecco chi sono i due veri campioni”
SpazioMilan