di Riccardo Zavagno
Quale sarà il primo estratto sulla ruota di Milano il 31 gennaio? Al momento i più gettonati sono il 59 ovvero il figliol prodigo, il 35 gli anni di Drogba, il 45 come il numero di maglia di Balotelli. Ogni numero è circondato da suggestioni passate e speranze per il futuro, ma è accomunato a sua volta da un’incertezza sull’effettivo ruolo che può avere nel proseguo della stagione e soprattutto in un contesto ulteriormente nuovo, come lo sarà quello di luglio.
Partiamo dal primo. Il ritorno di Kakà crea dei mugugni visto che al Milan i ritorni di fiamma, vedi Gullti-Sheva, sono stati sempre al di sotto delle aspettative. In questo caso però la situazione del ritorno stesso è molto diversa da quelli passati, in più bisogna aggiungere le qualità umane e tecniche che si trasformerebbero in un valore aggiunto per il gruppo, investendo Kakà automaticaticamente della carica di senatore ad honorem oltre che rappresentare un punto fermo su cui ri-fondare la squadra a luglio. Balotelli potrebbe essere l’ennesimo giocatore che ha vestito entrambe le maglie di Milano, con tutti i ricorsi storici del caso in stile Seedorf-Pirlo, con in più dalla sua un’età che rientra nei parametri del progetto ed un potenziale in prospettiva ancora del tutto inespresso. Un’eventuale Balotelli in rossonero, porterebbe al gruppo una ventata di “fame” per essere finalmente protagonista nel raggiungimento di traguardi fino ad ora vissuti da compri-mario. Il rovescio della medaglia legato alla personalità non sempre adeguata è una variabile non di poco conto soprattutto in assenza di leader e/o senatori. Di questo “terno” solo Drogba può essere schierato in Champions League, anche se il suo stato di forma dipende molto dal proseguo della Coppa d’Africa e dalla carta d’identità, che nei tifosi rossoneri richiama il ricordo di una svernata (in questo caso ben pagata) in stile Emerson-Amoroso.
E allora, cercando di lasciare fuori sentimenti più o meno profondi, cercando di avere una visione dall’esterno dell’eventuale scenario scopriamo che i numeri della cabala si scontrano nuovamente con i numeri del bilancio legati però indissolubilmente all’allure, al fascino, all’appeal del nome Milan. Perché se qualcuno arriverà sarà solo a determinate condizioni dettate da un tetto massimo di spesa e gli obiettivi di cui si sta parlando stanno vivendo un momento dove non si sentono completamente realizzati, quindi si potrebbe ripetere la strategia già usata per arrivare a Ibrahimović, Robinho e Cassano. Sulla stessa scia il Manchester City che ha abbassato le prestesi di un 30%, ma al momento non sembrano sufficienti per far concludere l’operazione. Nel caso di Kakà lui stesso si è esposto in prima persona, lasciando fuori procuratori vari, proponendo una riduzione da 10 a 6 milioni di euro per il suo compenso pur di non stare fermo, pur di tornare al Milan. Ognuno tragga le sue conclusioni.
In attesa di sviluppi non bisogna dimenticare il ruolo di Allegri che rappresenta un punto interrogativo per il futuro, quindi un eventuale avvallo per un nome piuttosto che per un altro potrebbe essere inteso come un indizio per una probabile conferma alla guida del Milan. Nel frattempo in campo Boateng, nella nuova posizione, colleziona il suo secondo assist-cross, l’indispensabile tuttofare Emanuelson e l’attaccante sacrificato dal mercato che di nome fa Robinho sono finiti nel dimenticatoio con Nocerino e Muntari, mentre è stato tolto il cellofan da Traoré e lanciato alla ribalta il giovanissimo Niang. Dall’esito del mercato di gennaio comunque si potrà capire come il Milan vorrà interpretare la seconda parte di stagione e con che basi vorrà affrontare quella nuova. Appuntamento al 31 gennaio.
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