Kakà e Seedorf “inguaiano” Berlusconi. Continua la caccia al DS: obiettivo vendere per poi comprare

07 Apr 2014 21:00
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01.04.2014 00:00 di Fabrizio Tomasello Twitter: @radioradiomilan  articolo letto 2273 volte

E se adesso Kakà se ne andasse? No, purtroppo non si tratta di un pesce d’aprile, ma di un’ipotesi concreta, paventata dallo stesso Galliani al termine della suontuosa prestazione – con doppietta – di Riccardino nostro contro il Chievo. Senza la Champions League, ormai matematicamente irraggiungibile, una clausola del contratto di Kakà prevede la possibilità di rescindere, unilateralmente, il contratto che lo lega al Milan.
Suona un po’ come una beffa. Dopo aver fugato in fretta le perplessità di chi temeva di non rivedere più il Kakà pallone d’oro ammirato durante la sua prima vita milanista, ora il condottiero di 300 battaglie in rossonero potrebbe salutare la truppa, attraversare l’oceano ed accettare la corte faraonica della MLS americana. Secondo l’inopportuna ed impicciona stampa spagnola ci sarebbe addirittura un accordo tra il n.22 e la squadra di Orlando, il cui proprietario è un grande amico – si dice – e connazionale di Kakà, Flavio Augusto da Silva.
Una seconda separazione potrebbe essere traumatica per l’innamoratissimo popolo rossonero, ancor più della prima. Ma tant’è, il mondo del calcio è mosso dal vil denaro e, considerate le condizioni delle disastrate casse rossonere, non sarebbe uno scandalo se Ricky accettasse l’offerta faraonica di un altro club.
Poi c’è la questione Seedorf a tenere banco. Il grafico della sua popolarità, agli occhi della proprietà, della dirigenza, della squadra e dei tifosi è sempre più rappresentato da una curva sinusoidale, o per farla più spiccia, ricorda le montagne russe: l’altroieri alle stelle, ieri alle stalle, oggi di nuovo alle stelle, domani chissà…
Almeno fino alla scorsa settimana, l’avventura del tecnico olandese sulla panchina rossonera sembrava in procinto di chiudersi a fine stagione. Poi però la squadra ha iniziato ad inanellare risultati, 7 punti nelle ultime tre partite, 6 gol fatti ed uno solo subito, con un Balotelli ritrovato, un Kakà tirato a lucido, Rami e Taarabt pronti a reclamare il riscatto a fine anno con buone prestazioni, perfino un Keisuke Honda capace di dare segni di risveglio dal torpore in cui sembrava sprofondato, ed ogni sentenza è stata momentaneamente sospesa.
Oltre tutto è arrivata l’inattesa sconfitta del Parma contro la Lazio ed il miraggio Europa League è di nuovo ad un tiro di schioppo. A questo punto, se effettivamente il trend rossonero dovesse continuare a puntare verso l’alto, e se addirittura il Milan riuscisse ad ottenere il tagliando per l’Europa (quella meno prestigiosa, d’accordo, ma sempre Europa), sarebbe poi difficile spiegare al mondo del calcio il perché di un esonero che invece sembrava cosa fatta appena pochi giorni fa.
Detto delle inquietudini di Kakà, alle prese con la classica “scelta di vita”, e del presidente Berlusconi, intento a sfogliare la margherita-Seedorf (lo tengo-non lo tengo), restano in piedi ancora diverse altre questioni. Prima di tutte quella del direttore sportivo, a cui spetterà l’ingrato compito di riuscire laddove negli anni scorsi Adriano Galliani ha sempre fallito: vendere i calciatori non più funzionali al progetto.
Le precedenti edizioni del calciomercato hanno avuto per il Milan un comune denominatore: il tentativo, raramente andato in porto, di cedere (non prestare o regalare) un po’ dei pezzi in esubero. Quest’anno a giugno in rampa di lancio ce ne saranno tanti, da Mexes a Robinho, da Constant a Zaccardo, senza dimenticare i vari cavalli di ritorno, Niang, Didac Vilà, Traorè, Nocerino e Matri. Vendere, possibilmente bene, sarà indispensabile per avere poi a disposizione un minimo di budget da poter reinvestire. A questo proposito mi piace sempre ricordare il gran lavoro del DS romanista Sabatini, autore di un eccellente mercato non tanto per gli acquisti di Strootman, Benatia, Nainggolan etc. etc., ma per le cessioni strabilianti di Marquinos (31,4 milioni di euro al PSG), Lamela (30 al Tottenham), Osvaldo (15,1 al Southampton) e perfino Bradley, ceduto per quasi 8 milioni al Toronto.
Ecco perché sarà fondamentale scegliere bene il nuovo uomo mercato. Se la dirigenza rossonera riuscirà nell’impresa di sfoltire la rosa, accumulando anche un piccolo gruzzoletto, è lecito sperare che nuovi e prosperi scenari possano aprirsi per il futuro del Milan e dei tuoi tifosi.
 
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