Blog – In Tackle di Leonardo Pippa
In attesa di lavorare per la ricostruzione, stavolta sul serio, del Milan, c’è da registrare una prima possibile cessione, quella del vice capitano Ricardo Kakà. In realtà si tratta, come spiegato da Galliani, della clausola a favore del solo calciatore di liberarsi del contratto con un anno di anticipo in caso di mancata qualificazione in Champions.
Chiara quindi la volontà del giocatore durante le trattative contrattuali quando Kakà ha accettato di più che dimezzarsi lo stipendio di puntare tutto sui Mondiali in Brasile con la squadra che lo ha lanciato e poi avere una via d’uscita per andare negli Usa in caso l’avventura rossonera fino al 2015 diventi un peso o non sia più stimolante. Una scelta di vita più che di carriera assolutamente condivisibile.
Non sono d’accordo una buona parte di tifosi rossoneri che già parlano di un secondo doloroso addio. La verità è che questa reazione è dovuta in parte al fatto che le parole di Galliani sono arrivate poco dopo la bella doppietta di Kakà al Chievo. Il vero apporto del brasiliano al Milan questa stagione in verità è stato gonfiato a dismisura dal contesto mediocre nel quale opera. Perchè l’affetto reciproco non deve farci chiudere gli occhi e non deve farci considerare i 9 gol e una manciata d’assist in 30 partite un grande score. Benchè superiore alle grigie aspettative al suo arrivo è di molto inferiore a quello che deve dare un giocatore che guadagna quanto lui, leader di una squadra che, si spera, possa lottare per obiettivi più importanti che arrabattarsi per un preliminare d’Europa League nei prossimi anni.
Per questo non bisogna disperarsi di un suo addio in estate. Meglio, bisogna esserne felici e fargli gli auguri per il futuro, sperando che lo stesso torni a sorridere anche a noi.
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