La Lazio è una squadra scarsa


corridori

Ecco il prossimo centrocampo del Giannino, questi corrono…altro che Kuco Muco…

Non me ne vogliano gli amici laziali, non ce l’ho con la loro squadra, anzi io ho grande simpatia per loro che portano avanti una lotta durissima contro Lotito, amichetto per la pelle del nostro Condorasino; il titolo mi serve per dimostrare che non fu vera gloria, che a Roma si è vinto più per i demeriti di una Lazio irriconoscibile e in avvitamento che per i meriti del Giannino, squadra scarsa fino al midollo. Stesso discorso, anche più grave, si può fare per l’Atalanta, battuta in casa da un Toro corsaro; Atalanta che aveva messo sotto i nostri eroi, strameritando di vincere. Ecco, il Giannino ne esce veramente ridimensionato, un ridimensionamento a cui noi siamo abbonati, visto che ogni anno va sempre peggio. Va peggio perché sono stati anche spesi quasi 100 milioni, a cazzo, a vanvera, ad minkiam, ma spesi, forse buttati.

Vorrei inoltre tranquillizzare e zittire i soliti cretini del web che hanno rimarcato la mia assenza dopo la grande vittoria contro il Chievo, vittoria di cui si è parlato ad ogni latitudine, vittoria che ci ha proiettato nella storia del calcio. Io non ho scritto quel giovedì storico, dopo la memorabile partita, perché non ho visto il match e non l’ho visto per miei motivi personali, non certo perché non sapevo cosa scrivere dopo la terza vittoria consecutiva… Ma poi…è stato veramente meglio non aver scritto; di cosa avrei dovuto parlare? Cosa avrei dovuto celebrare? La vittoria di una squadra che costa un fottio contro un rione di Verona e per giunta con un gol valido annullato al Chievo? Ma di che cazzo parliamo? Ma di cosa cazzo parliamo? Io non capisco perché questa gente non si occupa del loro idolo, a cui leccano la cravatta con la radula pregna di saliva andata a male e scaduta, idolo che non parla mai quando perde, anzi scappa e si da alla fuga! Parlate di questo no? Non è un argomento più interessante? Premesso che io scrivo quando cazzo mi pare, capisco anche però che se non scrivo io molti se ne accorgono, se qualche nullità non scrive o chiude per sempre non se ne accorge nessuno. Pensate a portare i vostri siti da 4 a 6 visite mensili, così magari anche Google vi trova dopo mesi di ricerche. Se poi non ero io il destinatario delle solite scemenze, beh allora vengo in soccorso di chi ne era il destinatario (chiunque tu sia, fai copia e incolla…).

Ecco il terzo AD, detto ADD, cioè A DUDU'... Primus inter pares, è quello che decide...insomma siamo in mano ad un cane...

Ecco il terzo AD, detto ADD, cioè A DUDU’… Primus inter pares, è quello che decide…insomma siamo in mano ad un cane…

Tornando al Giannino, mi vengono in mente le parole senza senso pronunciate da Micione Arkan prima e dopo lo scempio di Torino; l’hombre vertical ha parlato di strano ambiente che critica anche quando si vince, di strana aria attorno alla sua squadra. A me sembra che costui cominci a delirare come quello fuoriuscito dal bagagliaio, dicendo vere e proprie cretinate; lui dimentica una cosa importante, che quello che critica per primo il presunto gioco del Giannino è il suo presidente, quello che indegnamente lo stipendia; tanto è vero che dopo ogni partita va a complimentarsi con il Reja di turno. Ieri sarà toccato al Condorasino che non vedeva l’ora di riabbracciare la capra e la sua squadra del cuore. Perdere contro la peggiore Juve degli ultimi 5 anni, annientata nel gioco e nell’anima dalla caprabestia, è un’impresa veramente difficile che Micione Arkan ha raggiunto senza fatica, con una squadra votata a non prenderle, senza essere mai pericolosi e con un tiraccio di uno dei peggiori in campo a tempo scaduto.

E’ stata una prestazione vergognosa, nella scia di quelle che avevano permesso di battere un Sassuolo in 10 e il rione di Verona di cui sopra. La cosa bella è che a questa squadra non frega un cazzo di perdere a Torino, sono tutti intenti nelle loro faccende, magari preoccupati di vincere ai videogiochi come Abate; Abate è stato il peggiore in campo, non ha azzeccato nulla, da anni sostengo che sia uno scarpone e per giunta isterico. I terzini, come anche i centrocampisti, sono il cancro di questa squadra, ma se li prendi uno ad uno ne senti parlare come di fenomeni! Vanno in campo e fanno schifo, ma non si possono criticare! Uno è il figlio di Dustin e basta e gli altri due giocano in Nazionale! E sti cazzi? Io vedo sempre prestazioni pietose, scavalcati, dribblati, uccellati, scartati, anticipati, umiliati, sbeffeggiati da chiunque; non parlo certo di Suarez o Ronaldo, basta un semplice Papu Gomez per mandare in tilt queste pippe. Io Giaciglio, Abatella il Campestre e il figlio di Dustin li regalerei a gennaio, fuori dai coglioni e subito. Ma basta con questi mezzi giocatori, basta.

Se invece consideriamo il centrocampo, qui allora l’avvilimento lascia lo spazio alla disperazione. Cartesio Montolivo, protetto dai suoi amichetti giornalisti venduti e corrotti, è osannato come un fenomeno, poi guardi i numeri, guardi le partite e ti chiedi perchè; perchè costui è così supportato? Bisognerebbe chiederlo a quei cani che lo esaltano, a quei cani che lo osannano per portare poi questa società circense ad un rinnovo che sarà la pietra tombale sul nostro gioco per il prossimo triennio. Kuco Muco poi è l’emblema della mediocrità, un Muntari slavato e meno isterico ed epilettico. Non stoppa una palla nemmeno a promettergli un premio, lanci a cazzo e scarponate a destra e a manca; e che devo leggere? “Però corre!” Ma dove cazzo è finito il milanismo? Ma porco mondo, giocavamo con fini palleggiatori fino a pochi anni fa e adesso ci esaltiamo per uno scarto del Gormitaro promesso al calcio turco? Dai, Kuco Muco non lo voleva nessuno perché non serve ad un cazzo, stava bene in Turchia, magari con Traorè e con il Formichiere Oscuro che però ha appena rescisso (ma va?) e presto si aggregherà al Pantagonnato e Cretinuelson, per una Guantanamo tutta rossonera! Se serve gente che corre bastano un po’ di keniani ed etiopi, così facciamo un centrocampo di maratoneti. Questa squadra gioca di merda, ma i terzini sono fenomeni e a centrocampo corrono, ragionano, recuperano milioni di palloni e hanno un’intelligenza calcistica fuori dal comune. Uno addirittura studia da mediano, peccato che io lo boccio come pippa sopravvalutata. Spiegatemi perché.

Capitolo Niang. Io e Larry siamo stati fino alle 4 di stamattina a montare tutti i suoi gol nel DVD che daremo in omaggio con Forza Giannino. Ma veramente voi pensate che questo qui giochi a calcio? Io vedo solo un demente correre senza senso, credo anche che gli indichino la direzione dalla panchina con un megafono, perché non capisce ancora quale sia la porta nostra e quella avversaria. Dopo i conclamati problemi che ha con le righe del campo, righe che gli a hanno disegnato in testa per farglielo capire, credo che abbia seri problemi con le regole del calcio in generale: è un attaccante, ma non segna; fa l’ala, ma non crossa; fa l’esterno ma non difende; con lo sguardo ebete, perduto nel vuoto, ogni tanto guarda il tabellone e si chiede cosa siano quei numeri; credo cerchi l’orario del suo treno e il binario. Ad ogni fischio dell’arbitro crede sia il capostazione che da il via al suo treno. Allora si siede e prende il bagaglio. Solange però ha fatto peggio di lui, minkia…un disastro. A me dispiace anche perché, a differenza dei suoi compagnucci a cui non frega un cazzo, sembra che ci tenga a fare bella figura, ma ieri sera è naufragato in una prova veramente sconcertante.

Cosa rimane? Ah si, rimane il nuovo modulo celebrato dai menestrelli della sala stampa, un modulo che ha anche sconfessato parte della campagna di affossamento perpetrata dal Condorasino l’estate scorsa. Il disastro è sotto gli occhi di tutti. Che senso ha comprare Mandriano che aveva una buona intesa con Bacca se poi viene relegato in panchina per giocare con Nient e Solange? Cerci è insieme a Honda un altro cancro di invernale; come vedete, il Condorasino non ne azzecca una che sia una, ma purtroppo Fantomas lo tiene lì, al suo posto, proprio perché del Milan ha i coglioni pieni e vuole distruggerlo. Magari ci riesce subito, ma tanto c’è tempo prima che Kato Bee trovi i soldi, forse nel 2026. Ancora una decina d’anni per radere al suolo quello che una volta era il Milan ed ora è il Giannino, un sotto prodotto costruito a tavola da una dirigenza incompetente fiancheggiata da una stampa connivente e venduta. Il tutto sotto il controllo di un proprietario che si confida con un cane ed una famiglia a cui non frega nulla. Amen.

Gianclint

A giusta e degna conclusione riporto qui dei pensieri di Paolo Taveggia, direttore generale del Milan dal 1986 al 1992, pensieri che ha esternato come commento ad un post su Facebook di Serafini. Paolo ci ha autorizzato a pubblicarlo. Credo che non ci sia nulla da aggiungere, capire è da persone intelligenti.

“Una volta molto semplicemente si lavorava in pochi e tutti coesi, oltre a vincere c’era un clima di gioia e una positività che pervadeva spogliatoio e società, si affrontavano i problemi consci di poterli risolvere, c’era fiducia tra noi e ognuno dava il massimo per contribuire al risultato, invidie – gelosie – furbetti – giochi di potere restavano fuori dalla porta e tutti sapevano che al Milan si lavorava seriamente. Gli errori erano di tutti e i successi erano della società, il Presidente era a disposizione per aiutare chiunque ne avesse avuto bisogno e nessuno pensava di essere l’unico ad avere il potere di condizionare gli altri, si parlava si discuteva e si organizzava il lavoro tutti insieme. Poi tutto è cambiato, il Presidente non ha avuto più tempo di aiutare e infondere certezze, gli organici societari sono aumentati a dismisura, si è creato un clima opposto a quello precedente che tanto aveva contribuito ai successi, sono cominciate le paure in un mondo che non voleva o non sapeva prendersi responsabilità neanche nel proprio lavoro quotidiano, la paura di non essere apprezzati, la paura che il vicino di ufficio facesse miglior figura, la paura di fare qualcosa che non sarebbe piaciuto ai vertici della società. E’ nato così un immobilismo forzato dal quale non si è ancora usciti, anzi era maglio non avere iniziative così non ci sarebbe stato il rischio di sentirsi una ramanzina o di rischiare un castigo o una retrocessione interna. Questo clima che non solo ha bloccato quel gruppo che aveva portato innovazione e successi prima in TV e dopo nel calcio non solo ha contribuito a ridurre il Milan alla pari di molte altre società di medio livello ma è anche peggiorato negli ultimi anni, successivamente alla suddivisione tra Guelfi e Ghibellini. Il popolo dei lavoratori ( tanti e troppi ) si è ancor di più impaurito , hanno avuto il tempo di nascere piccole aree di potere protette o poco considerate che vivacchiano consentendo ad alcuni di vivere di favoritismi e amicizie che nulla portano alla causa della società ed è stato impossibile procedere con un progetto a medio – lungo termine. A turno abbiamo assistito a dichiarazioni di impotenza relative a finanze che scarseggiavano contrapposte a dichiarazioni di progetti enormi e di grande respiro, nel frattempo il campionato e le competizioni internazionali hanno avuto di anno in anno inizio e fine e il Milan non è riuscito ad esserne protagonista. Siamo purtroppo diventati come tanti altri noi che avevamo l’orgoglio di essere diversi e più bravi. non penso che ci sarà possibilità di cambiare questo stato di cose perchè solo Silvio Berlusconi avrebbe potuto farlo ma si è capito da tempo che non vuole o non può. il mio pensiero va a quegli anni nei quali si vinceva e ci si divertiva non solo perchè non si sbagliavano acquisti, dirigenti e allenatori, ma anche perchè c’era un grande rispetto reciproco che non c’è più. Sono certo che molti penseranno che queste parole sono dettate da un risentimento personale che invece confermo non esserci, quelli come noi che hanno vissuto il vero Milan e che non sono cambiati per necessità o convenienza non sanno cosa sia il risentimento e l’invidia , sono sentimenti che lasciamo agli altri che hanno accettato di spegnere il cervello pur di mantenere il portafoglio. !”

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