Milan Night
E poi ci si stupisce se una pensa a Platone! A cosa dovrei pensare io? Al faticoso tentativo di acquisto di Yanga-Mbiwa? Alle trame finemente intrecciate per acquisire Kakà? Il tessitore è l’uomo bronzeo e paffuto. Quello che ci strappa laute provvigioni, ricchi banchetti con sontuose libagioni, per affibbiarci grandiose ciofeche. Grrr!!!!!! Dovrei pensare alle vittorie con Schalke e Chelsea, delle quali non m’importa un emerito tubo? Oppure dovrei trepidare per la prossima stagione, che si presenta densa di giuoiose aspettative? In generale, non sono una che si accontenti di scrutare l’orizzonte. Io ho aneliti di infinito. In questo caso, però, mi accontenterei.
Il problema è che il nostro orizzonte è in perfetta sintonia con i colori sociali, privati del rosso naturalmente. E allora che faccio? Un pensiero mi rimbalza nel cervello, percorrendo tutti i miei sensi. Che cos’è la “Milanità””? Che significa, direte voi? Ecco che qui entra in gioco Platone con il suo mondo delle Idee. Già, proprio quelle che, oltre al cuore e al portafoglio, mancano alla Società. L’idea platonica è purezza e perfezione assoluta. Non può essere colta dall’uomo, se non vagamente, quando essa mostra la sua immagine sfuocata nella materia. Noi riconosciamo un cavallo come tale. Sia esso bello o brutto. Purosangue o ronzino. Perchè.? Cosa c’è dietro al cavallo nel rarefatto e perfetto cosmo dell’Iperuranio? C’è l’idea della “ cavalllinità”! E la “Milanità”? Non è certo Thiago o Ibra.
Non può essere nessun giocatore, anche se i due campioni l’avrebbero abbellita. E le pippe che ci ritroviamo la imbruttiscono. Mi viene da pensare che bandiere come Rivera, Baresi, Maldini vadano molto vicino ad incarnarla. Ma la “Milanità” non è certo una proprietà o una dirigenza. Anche loro passano, purtroppo o per fortuna, ma il Milan resta. Ragazzi, mi aiutate? Cos’è per voi la Milanità? Io credo che sia dentro di noi. Quei palpiti, quelle emozioni, quei tremori, quelle smanie,quei brividi che certi cretini cercano brutalmente di uccidere sono la Milanità. Un’idea bellissima, un sogno fantastico, un amore infinito mortificati da farse umilianti, lacerati da ferite brucianti che provocano un dolore perfetto.
Ma, nonostante tutto, non muore. Se riuscissero a spegnerci completamente, e ci stanno provando alla grande, ammazzerebbero anche la “Milanità”. E’ pur vero che ci sono altre tipologie di tifosi, sempre in piena sintonia con i capi. Il loro approccio fideistico va rispettato. Io ritengo che, a modo loro, amino davvero il Milan. Venendo a mancare noi, sopravviverebbe, comunque, la Milanità dentro di loro? Forse. O forse no. Perchè un gregge che segue sereno e fiducioso il pastore che lo porta in bocca al lupo finisce per essere sbranato. E scompare. Mi dicono di uno squallido intervento di Berlusconi sul canale tematico. La cosa, purtroppo, non mi sorprende. Va bene così, ragazzi. Capito? Abbiamo una grande squadra. Completa in ogni reparto. Peccato che il non presidente sia pessimo.
Nessuno mi toglie dalla testa una cosa. La voglia del Psg di acquistare Thiago e Ibra era inferiore a quella nostra di sbolognarli. Galliani aveva provato prima con Mancini. Andato male l’approccio con gli sceicchi “inglesi”, ha tampinato quelli “francesi”. E alla fine “l’impresa” è riuscita, grazie anche ai buoni uffici di Leonardo. I soldi? Non saranno certo reinvestiti neanche in parte. Cosa gliene frega della squadra a questa gente? Nulla. Peggio di Farina sono diventati. Stanno alla “Milanità” come Dracula all’Avis. Lo splendido passato? Grazie! Avranno, comunque, avuto il loro tornaconto. E detesto uno che usa il passato per fregarmi il presente e il futuro. Dici che meriteresti uno stadio intitolato a te, Silvio. Come Bernabeu. E tu hai vinto pure più trofei di lui. Questo è vero, per carità. Però hai sbagliato la tempistica. Ora, se facciamo uno stadio, calcolando pure i biglietti gratis che date a chi sapete voi, bastano e avanzano cinquemila posti. E come potremmo chiamarlo? Berlusconi? Troppo ridondante. Il nome giusto sarebbe “Berluschino”.
Restando in tema di diminutivi, la nostra “rosina”, piaccia o no, annovera un solo giocatore con le doti del fuoriclasse. Lo so che la stragrande maggioranza di voi pensa che Pato sia un calciatorino senza carattere. Non sono d’accordo. Al di là di analisi superficiali e battute grasse, mettersi con la figlia del presidente è una cosa difficile da gestire. Situazione delicata, che provoca disagio nel rapportarsi con il gruppo. Per affrontarla, ci vogliono gli attributi. Altro che storie! La debolezza del mio Paperino non è psicologica ma fisica. E non è poco, purtroppo. Appena si sente tirare esce dal campo? E ci credo! Dovrebbe giocarci sopra, così, per passare dallo stiramento allo strappo? Io posso avercela a morte con Milan Lab e il suo maledetto potenziamento che ha prodotto muscoli potenti ma fragili. Alla fine, però, il problema resta ed è grosso, dato che non si può tornare indietro. Non l’ho ancora visto giocare alle Olimpiadi. La mia preoccupazione non riguarda le sue prestazioni. Ho una paura tremenda che si rifaccia male. E sarà così anche per lui.
Davvero difficile esprimersi al meglio in queste condizioni. Si può sperare in un recupero, vista l’età, ma non puntare ciecamente sulla sua integrità fisica.. E sai che attacco atomico con i bomber Binho e Cassano? Una libidine pazzesca! Ma c’è il Boa che può fare il centravanti, perbacco!Peccato che anche Prince, con il suo splendido fisico e i muscoli da culturista, sia stato bersagliato dagli infortuni. Non credo abbia giocato tanto più di Pato negli ultimi due anni. Però il nostro meraviglioso staff atletico e medico tirerà a lucido i due ragazzi. Ha già dato ampie garanzie in proposito. Speriamo abbiano provveduto a cambiare davvero qualcosa, nei metodi oltre che negli uomini. Anche la Pellegrini ha fatto un buco nell’acqua. Peccato, Federica. Sei grande lo stesso. Tornando a noi, ero contenta per l’epilogo dell’Odissea nell’ospizio. Mica vero, che,come ha scritto genialmente qualcuno, credo Max Basten, siamo passati all’Odissea nello strazio? Povera “ Milanità”!
Chiara
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La Milanità