La parola contro la camorra

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BLOG – Uno, Nessuno e Centomila

di Vittorio Polieri

La foto del profilo di Balotelli è un maiale nano! Io non posso prendere sul serio un tweet scritto in un italiano approssimativo, con una foto rovesciata della Gazzetta, da una persona che chiaramente non sa di che cosa si sta parlando!“. Le parole sono quelle di Michele Dalai, intelligente scrittore ed editore, che così introduceva un barlume di raziocinio nell’arena televisiva condotta sulle reti Mediaset dal noto gigione Pierluigi Pardo.

L’obiezione è quanto mai legittima: come si può prendere sul serio un calciatore di soli 23 anni che rinnega l’impegno contro la camorra sulla piattaforma web più superficialmente abusata del globo? A Balotelli, semmai, si può chiedere di non indugiare palla al piede, di tener desta l’attenzione nell’arco dei novanta minuti, di non recriminare a muso duro contro le decisioni arbitrali, non certo di assurgere malvolentieri a simbolo della lotta contro le mafie. Una lotta che nel giro di pochi retweet è diventata un fenomeno virale, snaturata nella sua profonda essenza civile e ridotta ad hashtag di tendenza, come accade quotidianamente coi cinguettii più banali e con le dissertazioni di alcuni dall’alto del pulpito virtuale. “Mi piace“: contro le mafie; “Non mi piace“: lunga vita a Cosa Nostra.

Certamente sbaglia Balotelli quando prende le distanze da una realtà così dolorosa, lui, poi, che qualche anno fa girava per le strade di Scampia per vedere di persona quello che Saviano aveva così crudamente descritto nelle pagine insuperate di Gomorra. Sbagliano le trasmissioni televisive quando trasformano un banale tweet in una professione di anarchia, ipotizzando teorie del complotto e individuando addirittura una collusione fra un ragazzo che fa il centravanti della Nazionale e gli eredi dei Di Lauro di Secondigliano. E poi sbaglia la stampa, quando amplifica ogni evento facendone un caso mediatico e investendo personaggi più o meno celebri di responsabilità non richieste.

Cari colleghi della Gazzetta, che bisogno c’era di coinvolgere Balotelli? E’ vero, qualche responsabilità deve prendersela, non potrà continuare per sempre a scagliare fuochi d’artificio dal bagno di casa; eppure Mario è la stessa persona che allunga banconote ai barboni, finanzia un centro per bambini disagiati di Salvador De Bahia e devolve in beneficenza i proventi della vendita della sua Bentley… Avrà anche scritto una fesseria su Twitter, ma “conosce l’abbandono” e i pericoli della strada. Che colpa ne ha se con la camorra non ci ha mai avuto a che fare?

Magari, amici della Gazzetta, scegliete uno come Lorenzo Insigne, che nella provincia napoletana ci è cresciuto e ciononostante ha saputo conquistarsi la ribalta nazionale, sfuggendo alle insidie di un territorio esposto più che mai alle trame oscure della malavita organizzata. Lui sì che è un simbolo di coraggio e determinazione. Poi, se voleste fare di più, potreste raschiare il fondo delle vostre casse e donare tre, quattromila euro al povero Bruno, che guadagna un centone a settimana e fa giocare a pallone i bimbi di Scampia: un campetto solo non basta e vorrebbe perlomeno recintare quello in terra battuta che sta facendo costruire. Noi di Canale Milan siamo scribacchini a tempo perso, ma voi potreste fare molto di più. Chissà, nell’attesa perfino Balotelli potrebbe prendere una posizione.

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