Papa Francesco, questa mattina, ha salutato i calciatori e gli staff tecnici di Italia e Argentina, pronunciando parole profondamente ispirate e dando sfogo alla passione per questo sport. Il pontefice si è rivolto agli atleti presenti e al mondo del calcio in generale, esortando a non trascurare i valori basilari della disciplina e l’ideale comunione di intenti che dovrebbe animare ogni prestazione, umana e sportiva.
“Voi, cari giocatori, siete molto popolari. La gente vi segue molto, non solo quando siete in campo ma anche fuori. Questa è una responsabilità sociale. Nel gioco, quando siete in campo, si trovano la bellezza, la gratuità e il cameratismo. Se a una partita manca questo perde forza, anche se la squadra vince. Non c’è posto per l’individualismo, ma tutto è coordinazione per la squadra“.
“Forse bellezza, gratuità e cameratismo si trovano riassunte in un termine sportivo che non si deve mai abbandonare: ‘dilettante’, amateur. E’ vero che l’organizzazione nazionale e internazionale professionalizza lo sport, e dev’essere così, ma questa dimensione professionale non deve mai lasciare da parte la vocazione iniziale di uno sportivo o di una squadra: essere amateur, ‘dilettante’. Prima di essere campioni, siete uomini, persone umane, con i vostri pregi e i vostri difetti, con il vostro cuore e le vostre idee, le vostre aspirazioni e i vostri problemi. E allora, anche se siete dei personaggi, rimanete sempre uomini, nello sport e nella vita. Uomini, portatori di umanità“.
Infine, il papa ha chiesto umilmente un gesto di carità, quella stessa carità che sta caratterizzando il nuovo corso della sua Chiesa: “Per favore, vi chiedo che preghiate per me, perché anch’io, nel ‘campo’ in cui Dio mi ha posto, possa giocare una partita onesta e coraggiosa per il bene di tutti noi“.
