Canale Milan
Pubblichiamo la bellissima lettera di Vincenzo Serlenga, nostro lettore tra i più appassionati, con i suoi pensieri sui giorni che ci accompagnano al saluto a tre grandi campioni della storia rossonera: Inzaghi, Nesta e Seedorf.
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Ognuno, nella sua vita da tifoso, almeno una volta si sarà sentito dire: “i giocatori e gli allenatori passano, i colori restano”. E’ la classica frase che qualcuno che non comprende il tuo stato d’animo ti scaraventa provando a sollevarti il morale. Ad ognuno di noi sarà successo quando il proprio idolo ha lasciato i colori amati di sentirsi rivolgere queste parole. E il più delle volte è vero. Per quanto possa far male un Ronaldo che va al Real, un Kakà che va al Real, uno Zidane che va al Real (ma poi, sto Real, che cosa voglia dalle squadre italiane ancora lo dobbiamo capire), il tuo amore per quei colori va oltre il singolo giocatore , per quanto la tua stanza possa essere tappezzata di suoi poster.
Questa volta però non è così.
Alessandro Nesta, Filippo Inzaghi e Clarence Seedorf, dopo Andrea Pirlo, Paolo Maldini, Nelson Dida, Manuel Rui Costa e prima (speriamo a questo punto almeno un anno prima) di Gennaro Gattuso e Massimo Ambrosini, domenica saluteranno San Siro per l’ultima volta da giocatori rossoneri.
Già tre anni fa il colpo non fu banale: dare l’addio all’ultima giornata a Maldini e Ancelotti ( e non sapevamo ancora che stavamo salutando anche Kakà) fu per il sottoscritto non la cosa più semplice di questo mondo.
Domenica sarà ancora peggio, perchè altri tre pezzi storici del Milan più forte degli ultimi 10 anni lasceranno i nostri colori…e questa volta, il classico ritornello, non servirà proprio a nulla, perchè mai come questa volta sarà falso e retorico.
Perchè per il tifoso milanista con un età fra i 20 e i 30 anni, Nesta, Seedorf, Inzaghi, Maldini, Ambrosini, Gattuso, Pirlo, Dida, Abbiati, Rui Costa sono il Milan, sono i colori rossoneri.
Ogni tifoso ha il suo undici di riferimento, e non ci riferiamo ai migliori undici di ogni epoca, ma all’undici di un particolare periodo storico. MAgari il milanista ora 60enne tirerà fuori l’undici che a Wembley vinse la prima Coppa dei Campioni di una squadra italiana.
Io, milanista dal 1986 (con breve e colpevole parentesi bianconera fra i 2 e 3 anni), cresciuto a pane e Sacchi e Capello, adesso, e credo per tutta la mia vita, quando qualcuno mi chiederà “Qual è stato il tuo Milan di sempre?” risponderò “Quello di Manchester”.
Perchè è stata la vittoria più bella, contro la rivale più odiata, perchè venivamo da anni bui (relativamente alla nostra tradizione) e perchè è stata forse la prima grande vittoria in cui ero pienamente consapevole di essere un Milanista. Era la vittoria del tifoso maturo.
Ed è per questo che domenica non sarà un giorno come gli altri. Rimarranno, forse, solo Ringhio e Ambro, e lasceranno lo stesso giorno Sandrone, Clarenzio e Superpippo.
Il mio Milan pian piano sta scomparendo, e non posso far altro che ringraziare ad uno ad uno gli uomini che mi hanno regalato un ricordo così bello della MIA squadra di sempre.
E siccome domenica è il vostro giorno, grazie Sandro, grazie Clarence, grazie Pippo. Non vi dimenticherò mai. Vi voglio bene.
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Post Originale:
Lettera di Vincenzo: “non vi dimenticherò mai”.