Live – L’addio di Rino Gattuso

Canale Milan

Rino Gattuso, in conferenza stampa da Milanello, incontra i giornalisti per comunicare ufficialmente la decisione di lasciare il Milan. Riportiamo fedelmente e Live tutte le parole di colui che è stato il cuore pulsante del centrocampo rossonero. Il suo è uno degli addii più dolorosi di questi giorni.

I ringraziamenti: “Ringrazio il Milan, i dipendenti, Milanello, sono stati tutti fantastici. Per me è stato un sogno. Tredici anni non sono pochi. Ho amato questa maglia fin da bambino, è stato un grandissimo sogno. La vita continua. Spero di star bene e dopo vediamo. Ho ancora voglia di battagliare e di far vedere che ancora non sono morto calcisticamente.”

Sul suo ritorno: “Ringrazio il dottor Galliani, che mi ha dimostrato così tanta stima. Lo stesso ha fatto la famiglia Berlusconi. Per me era arrivato il momento di andar via e prendere un’altra strada. In questo momento non so come e quando tornerò. “

Si chiude un ciclo: “Come quello di Maldini, Albertini, Costacurta, ora è arrivato il nostro turno. Quello che loro hanno insegnato a noi vecchi spero che continui. Spero che l’educazione e le leggi dello spogliatoio sopravvivano anche senza di noi.”

Perchè andare via? “E’ stata una decisione dovuta. Non voglio essere un peso per nessuno. La società voleva che restassi, però dentro di me sentivo il bisogno di lasciare. Non è facile, ma nella vita bisogna fare delle scelte. Spero di non aver sbagliato.”

Lo sconcerto dei tifosi: “Non stiamo fuggendo. Quando hai dato tanto fai delle scelte. La mia scelta è quella di pensare che forse non dovevo dare più niente a livello calcistico. Mi sentivo vuoto dentro. Non mi sentivo più battagliero ed importante. E’ anche vero che cinque mesi fa i progetti erano altri. Io speravo di scendere in campo e di superare la malattia. Temevo di dover smettere e di entrare subito in società. Per fortuna posso ancora giocare, curandomi, e mi è tornata la voglia di tornare in campo. Io non ho mai chiesto un posto da titolare, di sicuro c’è solo la morte. Ho sempre rispettato le scelte della società e di tutti gli allenatori. Con Leonardo ho sbagliato, ma nella vita si può commettere errori.”

Rino Gattuso si sente messo da parte? “Il posto per me c’era. Ma non era quello il posto che volevo.”

Col Presidente Berlusconi: “Ho un problema col cellulare, non è una bugia. Devo cambiare cellulare e contattarlo per salutarlo.”

I vecchi son depositari dei grandi valori, e ora? “Io lascio ciò che mi hanno lasciato Costacurta e Maldini. Resta solo Ambro, ma spero che questa tradizione non si perda. Mi pento amaramente delle due sciocchezze che ho fatto l’anno scorso. Perchè l’immagine del Milan deve essere un’altra. La nostra è una cultura e non deve morire.”

Cosa dire a chi resta: “Quando si indossa la maglia del Milan, che pesa, bisogna vincere. Lo dimostrano gli ultimi 25 anni. In più i nostri valori sono troppo importanti.”

Cosa è scattato stavolta per condurlo all’addio: “Stavolta a me è uscito Game Over. Era finito il gioco che è durato 13 anni. Andavo sempre avanti con i quadri e prendevo vite. Adesso ho finito le possibilità.”

 Chi ha scritto il Game Over? “Io voglio dare ancora tanto al calcio. Il Game Over è nel Milan, non nella vita calcistica. Sono 20 anni che son lontano dalla Calabria, ci tornerò ma non subito. Non me la son presa perchè non ero nella lista Champions. Quattro mesi fa vedevo le persone quadruplicate. In più per il cortisone avevo 4 Kg in più. Ma essendo un sanguigno sentivo che era arrivato il momento di dire basta e vedendo la conferenza di Nesta, di cui conoscevo le sorti, mi son detto che il ciclo era finito e che dovessi lasciare.”

Sul futuro del Milan: “Non so se rimarranno Zambrotta, Seedorf. Son scelte personali e della società. Spero che il Milan faccia una squadra competitiva. Non è un bel momento dal punto di vista economico. Ma conoscendo il dottor Galliani credo che farà di tutto per mettere in campo una squadra competitiva.”

Sul suo futuro: “Ho due figli, una famiglia, dei dipendenti. Devo decidere con mia moglie, che è il capitano di casa. Ho qualche offerta, ma devo stare tranquillo e riflettere.” 

Chi ringraziare ed il momento più bello nel Milan: “Per me Carlo Ancelotti è stato un papà, un amico, un fratello, è stato il più grande. Ha lasciato un vuoto. Io per scherzo dicevo che dovevano mettere una statua vicino Nereo Rocco. Era per fargli capire che è stato davvero il salto di qualità del Milan. Tutti parlano del Barcellona. ma noi, anche se non lo capivamo, avevamo lo stesso rispetto loro in Europa adesso. Ancelotti non è stato solo allenatore. Era tutto, l’emblema del Milan di quegli anni.”

Il rapporto con Allegri: “Non posso dimenticare l’anno scorso. Abbiamo fatto un grandissimo campionato. Lui ha creduto in me. Mi ha dato la possibilità di scendere in campo con continuità. Se lo paragoniamo a Carletto è chiaro che parliamo di personaggi totalmente diversi. Sono storie completamente diverse. Con lo spogliatoio di allora era molto più semplice.”

Sul rapporto con lo spogliatoio: “Son rimasti tutti un pò male, un pò delusi. Io non ho parlato con nessuno, nemmeno coi compagni. Lo avevo deciso da un mese. Era giusto parlarne prima con la società. In questi anni, essendo un calabrese testone, mi hanno sopportato. Sono pesante, un pignolo.”

I suoi sentimenti: “Non volevo fare la mascotte. Non me la sentivo. Quando sento dire che sono importante per lo spogliatoio non mi piace. Io volevo essere importante in campo. Quando il sangue pulsa non puoi arrenderti. Qualcuno ha l’acqua frizzante, qualche altro quella naturale, io ho il sangue che pulsa.”

Dove vorrebbe andare? “All’Inter ed alla Juve non andrei mai, anche se sicuramente non mi vogliono. Perchè? Per l’amore che ho per questa società, per questi colori.”

Allenatore o dirigente? “Lunedì comincio l’avventura a Converciano. E la metto nel cassetto. Poi vedremo.”

Il momento più bello calcisticamente e quello più brutto: “Sconfitta più brutta? Istanbul. La vittoria più bella? Quella del 2003. La Champions. Battere Inter e Juventus, vale più di una coppa. Bei momenti per il calcio italiano.”

Il rapporto con la Calabria:Sono tanti anni che son fuori di casa ed è giusto che io stia un pò con loro, il tempo passa per tutti. Vedremo. Io amo la mia terra, amo la Calabria. Sicuramente però i miei figli vogliono vivere qui.”

Per il futuro, più opzioni estere o più italiane? “Mi sbilancio: il mio sogno è tornare nel Glasgow. Non è una questione di soldi. Sono andato via a 19 anni, ero uno sconosciuto, mi hanno dato la possibilità di farmi conoscere a livello di calcio scozzese ed Europeo. Mi moglie ha perso il papà a novembre e la mamma è rimasta da sola. Sarebbe bello tornare lì per un anno. Hanno più di 120 milioni di debiti, non possono fare mercato. Per me sarebbe una scelta di cuore. Sarebbe una bella storia, un bel finale.”

I saluti: “Grazie di tutto.”

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