di Ezio Azzollini

Segnatevelo: in quattro incontri stagionali, il Milan non ha mai battuto la Juve. Può sembrarvi strano, ma è quel che dicono quelli bravi. Fidatevi.

Del resto, martedì sera, ad inaugurare il lungo leit motiv delle ore successive, nel corso della telecronaca Rai, Bizzotto raccontava come “se non si trattasse di uno scontro tra andata e ritorno, la Juventus avrebbe perso la sua imbattibilità stagionale”. Come a dire: se vinci, sei imbattuto, se pareggi metà delle partite che giochi, beh, sei imbattuto. E se perdi, beh “saresti battuto”, ma in fondo è come se fossi imbattuto. Viene in mente, per gli amanti del film di genere, quel vecchio skhetch di Franco Lechner, al secolo Bombolo: “si te conosco, me meni, si nun te conosco, me meni, e dimme che me voi menà”.

Rassegnamoci, quindi: quattro partite, nessuna vittoria sulla Juve. Perché vedete, è sacrosanto l’1-2 con cui i bianconeri hanno vinto contro il Milan nell’andata, a San Siro. Ma al ritorno si è andati ai supplementari, evidentemente, per decreto ministeriale. Tutto logico, tutto che fa parte del gioco. Solo che c’è qualcuno che non ci sta: è Allegri, che in zona mista, all’ennesima creativa statistica di chi lo intervistava (“Mister…continua la maledizione della Juventus. Lasciando perdere i 90 minuti, 4 partite, non l’avete mai battuta”) ribatteva: “lasciando perdere un bel niente. ‘Un è che i conti li facciamo come stanno bene a voi”. 

Nel frattempo, con l’ennesima tripletta del giocatore più grande di tutti i tempi, Lionel Messi, i prossimi avversari di Champions superavano 6-3 i malcapitati di turno.
E un brutto, bruttissimo, squallido, squallidissimo, ma magari anche, per chi in stagione ha avuto indisponibili per uno o più turni, eccetto Mesbah ed El Shaarawi, tutti i componenti della rosa dal primo all’ultimo, un umano, umanissimo pensiero si affacciava. Per un mal di denti, un raffreddore, un’unghia incarnita, e Dio lo scampi da qualcosa di più serio, non ci ricordiamo una sola partita saltata, tra quelle determinanti almeno, da questo genio 24enne.

L’imbarazzo di questo pensiero inconfessabile resta. Il fatto, anche.

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