Milan Night

Serve un animale offensivo: Ibrahimovic raccoglie quel testimone di volontà feroce nel far male che dai tempi di Shevchenko era rimasto sull’erba del campo; Ricardo Oliveira, Gilardino, Borriello ed Huntelaar fallirono per limiti caratteriali, tecnici, di ambientamento: tutti attaccanti che, per una ragione o per l’altra, pensavano troppo, ed un attaccante che pensa troppo è un attaccante che non fa paura a quei difensori che, al contrario, proprio “il cervello” devono usare eccome per fermarne l’istinto “predatorio”.

Sin dalla serie estiva sulla analisi tattica del Milan nell’ultima stagione, e ancor prima dal cercare di trovare una traccia che evidenziasse una differenza profonda tra il Milan del primo anno Allegriano e quello del secondo, è emersa l’evidente perdita di efficacia nel cercare in maniera meno continua la verticalizzazione immediata; (re)inculcare questo concetto -una ritrovata verticalità-, in questa prima porzione di preparazione estiva nelle doppie sedute giornaliere a Milanello, si lega anche alla questione dell’attaccante.

Forse il nome dell’attaccante del Milan non è ancora uscito, forse sì: unico aspetto certo è che la natura della nostra organizzazione di gioco, basata sul disorientare le difese, dovrebbe a mio parere venire assecondata, non sradicata: Matri, Dzeko, Tevez, Damiao, chi con maggiore margine di approssimazione, chi meno, si inseriscono nel nostro contesto offensivo, non lo snaturano.

Il valore eccezionale dei giocatori citati fin qui, pur diversi tra loro, è fuori discussione per me, ma altri fattori, altrettanto importanti, iniziano a farsi largo per tentare di ipotizzare un inserimento in una squadra che troverà una sensibile porzione della propria identità dal grado di concentrazione sulla gara di cui disporrà il centrocampista centrale che sarà disponibile a creare un’alternativa ad Ambrosini.
Stante che la libertà d’inventiva richiesta agli attaccanti dovrà restare fondamento del nostro modo di disorientare le difese, la scelta, portafogli alla mano, dovrà -dovrebbe- essere orientata anche in questo senso… “Nessun uomo è un’isola”, diceva un poeta… e neppure un attaccante lo è, guardiamogli attorno, sia esso un geco o una tigre; una punta italiana affamata e scaltra o quella brasiliana tutta da scoprire.
Anfry
Post Originale:
Milan 2012-13: animali in area