di Maria Scopece

La bella prestazione contro gli storici rivali europei del Barça aveva fatto immaginare un cambio di marcia anche in campionato.

Così non è stato perché i rossoneri tornano a perdere (e perdere male) con il Parma, “crepati di mazzate” da Totò da Bari Vecchia. Sindrome genetica quella di soffrire i dialetti della provincia. Sindrome, i cui sintomi, stanno affiorando più e più volte nel corso di questa sventurata stagione.

E come ogni “dopo-sconfitta” che si rispetti torna il tormentone “Allegri vattene”. Ma cui prodest? A cosa servirebbe l’esonero di Massimiliano Allegri se a restare c’è tutto il reparto arretrato?

I “colpevoli” sono sempre gli stessi. I soliti Zapata e Constant che la maglia del Milan avrebbero dovuto solo sognarla come in quei sogni che sai che non realizzeranno mai. Invece questo downgrade cui è stata sottoposta “la squadra più titolata al mondo” è riuscito a realizzare anche i desideri più inconfessabili di due difensori finiti per una strana lotteria a battere i campi di quello che una volta era il Campionato più bello del Mondo.

Ma, insomma, non ci stupiamo più di niente.

Capitolo a parte merita Mario Balotelli che, dopo l’ultima prestazione, ha perso il titolo di Super, ed è tornato il semplice Mario da Brescia. Abulico, invisibile, irritante. Sono tanti gli aggettivi, più o meno ingiuriosi, che si meriterebbe per i 52 minuti spesi a giocare a nascondino al Tardini. Le attenuanti non ci sono. Se a lui si perdona tutto impegnandosi in sforzi d’ingegno, cui non sono sottoposti neanche i legali del Patron, per spiegare i misunderstanding dovuti alle sue polluzioni verbali a mezzo twitter, è perché in campo, lui, fa l’artista.

Ma non è tutto da buttar via. A salvarsi sono Gabriel (con buona pace dei fantallenatori) e Kakà che se non è tornato a fare scintille è sempre in grado di fare il compitino.

Dicevamo che non ci stupiamo più di niente. Non è così. Ci stupiremmo, e sarebbero occhi sbarrati e bocca spalancata, se il prossimo (molto prossimo dicono alcuni) patron arabo, dovesse eleggere uno tra Birsa, Esajas e Ibrahim Ba a miglior ricordo della storia rossonera.

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