Milan e Fiorentina unite fino alla fine anche dagli stessi avversari. Torino e Palermo il discrimen tra le due squadre in volata verso la Champions

05 Mag 2013 15:00
Serie A TIM 2012-2013

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MILAN-CATANIA, IL MIGLIORE IN CAMPO

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Giulia Polloli inizia a seguire il Milan per Varesenotizie.it, voce del commento tecnico su Radio RVL, collabora con Vco Azzurra Tv, Tribuna Novarese e Il Biancorosso.

01.05.2013 00:00 di Giulia Polloli Ā articolo letto 764 volte

A quattro partite dal termine sembra ancora azzardato tirare le somme di una stagione che per molti aspetti rimane, pur in modo anomalo, unica. Finisse oggi il campionato il Milan avrebbe compiuto l’impresa di risalire la china verso la zona Champions, Allegri potrebbe concentrarsi sulla prossima stagione, Galliani sarebbe impegnato nella ricerca di nuovi talenti per i primi giorni di mercato e i calciatori potrebbero rilassare le stanche membra su qualche spiaggia paradisiaca. Ma mancano ancora quattro partite, la Fiorentina ĆØ lƬ ad un solo punto, il Milan ha concesso alla Viola di poter sperare fino all’ultimo di operare un fragoroso sorpasso e soprattutto gli uomini di Allegri devono giocare sapendo di avere un solo risultato a disposizione: la vittoria. Fiorentina e Milan sono legati indissolubilmente anche dalla forza delle prossime avversarie. Tre avversarie su quattro in comune nella corsa verso la conquista del terzo posto. Pescara, Siena e Roma per entrambe le formazioni potrebbero essere ago della bilancia di questa forsennata corsa verso l’Europa che conta. Il Milan dovrĆ  vedersela anche con il Torino, che dopo la sconfitta nel derby della Mole vede i fantasmi di una zona retrocessione troppo vicina, grazie anche all’impresa di Sannino a Palermo che ha riportato agli onori delle cronache le battaglie per la zona calda. La Roma in lotta per l’Europa League vorrĆ  di certo far bottino e soprattutto lasciare poco spazio alle illazioni dopo una stagione iniziata con grandi proclami e quindi la prossima giornata potrebbe mettere davvero in luce l’entitĆ  delle energie rimaste ai ragazzi di Montella. Una sfida ce sembra non essersi esaurita del tutto dunque nello sciagurato scontro diretto di Firenze dove, bontĆ  sua, anche un arbitraggio non proprio impeccabile ha lasciato strascichi e ampi margini di manovra verso la fine della battaglia. Il Milan deve guardare avanti e continuare sulla strada tracciata dalla nona giornata di campionato. Il Milan deve convincersi che non esiste avversario in grado di scardinare i desideri di gloria degli uomini di Allegri. Il Milan deve ricordarsi che tra le sue fila ci sono giocatori che possono cambiare le sorti di una singola partita solo con un guizzo, un’intuizione. Il Milan sa che sulla sua panchina ĆØ seduto un uomo che ha lottato come Davide contro Golia e il colpo di fionda vincente l’ha scagliato puntando sui giovani, che hanno accecato il nemico e messo in sicurezza il destino, l’epilogo di una stagione che sembrava dover annientare il ricordo dei fasti rossoneri.

Lo striscione per Allegri esposto dalla Curva Sud ĆØ il segno tangibile del desiderio dei supporters: ci vuole rispetto e soprattutto armonia per poter lavorare con costante abnegazione per un risultato insperato. Il tecnico livornese nella gara contro il Catania ha dimostrato di saper leggere la partita in corsa. L’ingresso di Pazzini al posto di Nocerino ha annientato il gol di Barrientos e ha suonato la carica verso una vittoria che più che fragorosa ĆØ stata salutare. Il Milan giĆ  nel primo tempo aveva preso a pallonate il Catania, Maran ha sfruttato le abili armi affilate dei suoi per poter incidere esattamente dove sapeva di poter colpire: il lancio di Lodi per Legrottaglie non ha certo lasciato indifferente Galliani, che ha subito annotato sul taccuino il desiderio di recall per il giocatore rosso azzurro. Pazzini però ha trascinato in tre minuti il Milan dall’ultimo dei gironi infernali al paradiso e Allegri lo ha osservato fiero, consapevole di aver inserito in uno scacchiere difficile l’uomo giusto. E mentre Galliani scriveva il nome di Lodi sul suo blocco, ecco che magicamente Allegri e Pazzini potrebbero diventare incedibili e sordi alle sirene d’addio. O almeno questo ĆØ ciò che spera chi sostiene che l’entitĆ  della bontĆ  di un progetto, debba essere valutata a conclusione del progetto stesso e non nel suo naturale svolgimento. La squadra ha dimostrato un forte attaccamento ad Allegri e soprattutto al suo lavoro. Galliani ne sostiene il modus operandi di una lunga stagione e sta preparando i giusti colpi di mercato per poter consegnare ad Allegri una squadra pronta per i preliminari estivi. Il Milan ha bisogno di nuove forze e di scelte mirate, ma soprattutto deve poter sapere di avere un allenatore che non stia continuamente in bilico su una sottile linea rossa, conteso dagli avversari, criticato e messo in discussione in casa.

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