
Perché ammorbo i lettori del blog con queste stantie e maleodoranti considerazioni sull’eroe di questa stagione, il coraggioso condottiero rossonero, l’uomo più uomo di tutti, il Messia del giuoco del pallone e delle palle? Perché si leggono sbrodolate invereconde, insensate, francamente inopportune. Affermare che questo sia un Milan operaio e cacciavite è utile solo a dimostrare come la situazione rossonera abbia cambiato la percezione che del Milan hanno i suoi tifosi. Un Milan operaio non si limiterebbe a giocare decentemente e con buona lena otto partite, ma tutte (o quasi) quelle della stagione; non andrebbe ai supplementari col Crotone; non vincerebbe 0-1 di rigore contro una squadra di Lega Pro, e nemmeno capolista del proprio girone. In generale i giocatori non scenderebbero in campo dando ai tifosi la sensazione di far loro un piacere. Se questo è un Milan operaio, cacciavite, coraggioso o più in generale di cui essere fieri, allora è proprio vero che tutto il letame ingollato a forza in questi anni ha irrimediabilmente e completamente sfasato il nostro metro di giudizio. Domani arriverà comunque la tanto attesa boccata d’ossigeno con una scontata goleada contro la malcapitata Lazio allo sbando dopo lo 0-3 subito dallo Sparta Praga, e si ricomincerà a tessere le lodi dell’allenatore con le palle.
Se c’è qualcosa peggiore delle partite del Milan, questo è pensare che tale spettacolo costi (non a noi, per fortuna) novanta milioni a stagione. Novanta. Centottanta in due anni per un decimo e un sesto posto (provvisorio). Chi gestisce crea buchi, chi paga se ne frega di dover svenarsi per una rosa simile, chi gioca incassa lo stipendio e “chi s’è visto, s’è visto”. Questa situazione non può che peggiorare ogni anno di più. Deficit di bilancio creano indigenza, l’indigenza porta allo smembramento tecnico, che a sua volta conduce a risultati ancor peggiori, che non fanno che peggiorare la situazione generale e via dicendo. Chiaramente non lo spero, ma non mi sorprenderei se questo management e la nostra proprietà dovessero mai riuscire a chiudere il cerchio, lasciando il Milan lì dove lo avevano raccolto trent’anni fa: in tribunale.
Anno dopo anno le cose da dire sono ormai le stesse. Allenatore mediocre da cambiare, società incompetente se non in malafede, proprietà che se ne strafotte. E ad aprile il solito circo dell’approvazione del bilancio in cui il cda si concede un ulteriore aumento degli stipendi, visti i lusinghieri risultati sportivi. Parliamo di cibo, ché è meglio.

Ingredienti:
un abbacchio di un chilo, 50 gr di grasso di prosciutto, una cipolla, olio extravergine d’oliva, vino bianco, maggiorana, prezzemolo, uno spicchio d’aglio, tre uova, succo di un limone, sale e pepePreparazione:
Tagliare a pezzi piccoli l’agnello, lavarlo e asciugarlo con un canovaccio di cucina. In un tegame di terracotta mettere a soffriggere in olio un trito di cipolla e grasso di prosciutto. Appena la cipolla sarà imbiondita, aggiungere i pezzi di abbacchio, condirli con sale e pepe e lasciarli rosolare, bagnandoli poi con un bicchiere di vino bianco. Quando sarà quasi consumato, versarvi acqua o un mestolo di brodo caldo e continuare la cottura a fuoco moderato e tegame coperto, aggiungendo quando necessario altra acqua o brodo, in modo da mantenere sempre una certa quantità di liquido. A cottura avanzata, aggiungere un trito di aglio, maggiorana e prezzemolo e, a cottura ultimata, togliere il tegame dal fuoco, versando sopra l’agnello i 3 tuorli d’uovo precedentemente sbattuti insieme con il succo di un limone. Lasciare addensare questa crema mescolando continuamente, eventualmente rimettendo il tegame sul fuoco. Servire caldo.
Buon appetito!
Fabio
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