Si scrive Massimiliano Allegri, si legge l’ottimista. Sì, perché nonostante il Milan affondi, la difesa faccia acqua da tutte le parti, il gioco sia un’utopia, la grinta non ne parliamo, il tecnico livornese vede un futuro molto luminoso per la sua squadra.
Il -16 dalla Roma non lo preoccupa, il -11 dal terzo posto ancora meno, il -7 dall’Inter è quasi un dettaglio. Allegri è convinto che “a Natale la classifica sarà diversa, anche perché rientreranno gli infortunati. Non è una questione di approccio o mentalità, sarebbe riduttivo. Dobbiamo migliorare tatticamente e tecnicamente”. Ah sì?
Di una cosa Allegri sembra essere pienamente consapevole. La sua panchina è a rischio. Una mancata vittoria contro la Lazio o contro la Fiorentina (e poi c’è il Barcellona al Camp Nou, dove evitare l’ennesima goleada sarà già un’impresa) potrebbe portare al suo esonero. Un esonero dorato, tra l’altro, visto lo stipendio dell’allenatore livornese, 5 milioni lordi fino al giugno 2014. “Giusto che la panchina sia a rischio, è normale quando i risultati non arrivano”. Nonostante questo “lavoro con serenità. Ci sono momenti in cui i risultati non riusciamo ad ottenerli. La squadrà uscirà da questo momento, il presidente è vicino alla squadra”.
Poi c’è Balotelli, l’ossessione dei giornalisti italiani: “Mario a Parma non ha giocato bene, ma può capitare. Domani con la Lazio farà bene”. Beato Allegri con le sue grandi certezze. Certezze che, quando la squadra scende in campo, vanno puntualmente in frantumi da ormai parecchio tempo.
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