Continua a tenere banco, nel Milan, il caso Pato. Il brasiliano, al termine del match con l’Anderlecht, ha affermato che non accetta di fare così tanta panchina: vuole giocare di più e presto vuole incontrare la società. Tradotto: Pato vuole andarsene. Una decisione, la sua, che non fa certo strappare i capelli a tifosi, allenatore e compagni di squadra.

Non ingannino i due gol (molto facili, fra l’altro) in Champions League. Il papero è irriconoscibile rispetto al campione ammirato fino a due stagioni fa. Dell’attaccante veloce, potente, tecnico, non c’è più traccia. Pato passeggia sul campo, non lotta, non vince un dribbling che sia uno, non prova mai lo scatto, ha paura dei contrasti, non dialoga coi compagni. La domanda sorge spontanea: il problema è soprattutto fisico o psicologico? Difficile dirlo, ma certamente le motivazioni del brasiliano paiono prossime allo zero.

Oggi lo stesso Silvio Berlusconi (nella foto) ha ammesso che la questione è seria. “Pato è un problema. Speriamo che possa veramente guarire. E’ un problema – ha detto il numero uno del Milan – perché era il giocatore di maggior futuro che il Milan avesse. Non si può avere così una diminuzione del valore del patrimonio. Avere incidenti vari per un ragazzo di 22-23 anni… Quindi speriamo veramente di vederlo guarire”

“Avete visto come si è ricaricata la squadra quando ci sono io? C’è bisogno di continuare con le presenze e prima di Milan-Juventus andrò a Milanello”, ha aggiunto Berlusconi. Che rimpiange Ibrahimovic, ma può consolarsi con El Shaarawy. Lo svedese fu capocannoniere della Serie A nella scorsa stagione. Il piccolo faraone è il miglior marcatore in questa. “Sul campo certamente rimpiango Ibrahimovic – ha spiegato l’ex capo del governo -, ma c’era un risparmio di 160 milioni di euro in tre anni. Però ora abbiamo El Shaarawy che rappresenta la strada giusta, quella dei giovani”.

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