Cinque partite allo Juventus Stadium, cinque sconfitte. Basterebbe questa statistica per evidenziare l’abissale differenza che intercorre a oggi tra Milan e Juve, il tutto naturalmente senza scomodare i trofei conquistati in questi anni dalle due squadre, altrimenti il confronto diverrebbe oltre che imbarazzante anche impietoso. Lo score di sabato scorso parla di due tiri nello specchio della porta difesa da Buffon; due, di cui uno velleitario di Cerci al 93′. Raramente un qualunque Milan negli ultimi trent’anni è stato tanto sterile come quello che Sinisa Mihajlovic ha presentato a Torino una settimana fa. Un 433 impaurito, timoroso e passivo nonostante la contemporanea presenza di quattro giocatori offensivi (Bonaventura, Niang, Bacca e Cerci) più un playmaker (Ricky Maravilla Montolivo), ennesima conferma che oltre un modulo diverso al Milan servirebbe un atteggiamento differente, oltre che più coraggio.
La storia dell’avventura di Mihajlovic sulla panchina del Milan era iniziata all’insegna di un 4312 tatticamente bloccato ma mortifero nelle ripartenze, com’era la sua Sampdoria un anno fa, specialmente nei primi 2/3 di campionato. I primi incontri della stagione avevano però mostrato una squadra discreta nella manovra offensiva, ma con grosse lacune in fase difensiva, incapace di amministrare un qualsiasi risultato (emblematico il 2-3 di Udine) e discontinua come poche altre. Da lì il passaggio al 433, con cui il Milan ha trovato solidità nel reparto arretrato, ma castrando completamente le proprie qualità in fase d’attacco. Con questo sistema di gioco in fase difensiva ci sono infatti sempre almeno 9 giocatori dietro la linea della palla, e la squadra risulta eccessivamente bassa e schiacciata verso la porta di Donnarumma. Insomma, lo spartito è di fatto lo stesso che un anno fa faceva suonare il bresaola, e visto il successo ottenuto dall’ex Pippo nostro si capisce perché Micione Arkan abbia voluto replicarlo. Battute a parte, una squadra bassa e disorganizzata lo sarà sempre, a prescindere che sia schierata con il 433, il 442 o il 343. Il 442 che si vocifera voglia utilizzare Mihajlovic per la gara interna contro la Sampdoria potrebbe offrire una migliore copertura del campo e una presenza nell’area avversaria maggiormente efficace, ma allo stesso tempo allontanerebbe Cerci e Bonaventura dalla trequarti avversaria e richiederebbe agli stessi un più continuo presidio della fascia di competenza anche in fase difensiva. A parte ciò, come detto in precedenza, non basta cambiare lo schieramento dei giocatori per ottenere risultati migliori, servirebbe piuttosto maggiore coraggio da parte dell’allenatore, che al momento invece si limita ad andare a Torino per conquistare uno striminzito 0-0: schiera la squadra esclusivamente per non prenderle, insomma, come Inzaghi un anno fa a Roma. Al momento tra lo zerbino e il sergente di ferro, almeno sul campo, non si vede questa grande differenza.
Stasera a San Siro si presenta la Sampdoria di Montella, che ha esordito a Udine con una sconfitta. È ancora molto presto per anche solo intravedere un qualche cambiamento nella formazione doriana, che non a caso viene ancora schierata dall’ex fiorentino con il 4312 di Zenga. Viviano; De Silvestri, Silvestre, Regini, Mesbah; Ivan, Fernando, Barreto; Soriano; Muriel, Eder. I pericoli maggiori per la difesa del Milan (e in particolare per il meno rapido Alex) saranno i due avanti blucerchiati, che formano al momento una delle migliori coppie della A. Tra i due il naturalizzato italiano è colui che agisce da prima punta, con il colombiano più abile a svariare su tutto il fronte d’attacco, tanto da aver più volte sfornato assist per i compagni.
E ora l’angolo della tattica, con una bella zuppa di pesce genovese, il Ciupin!
Ingredienti per 6 persone:
1 Kg di pesce di basso valore economico possibilmente misto (tipo: 3 etti di alici, 3 etti di sarde, 4 etti di piccolo pesce meglio se di scoglio)
2 etti di cannocchie e/o crostacei vari
2 etti di seppie tagliate a striscioline
6 pesci di scoglio da porzione: Scorfano, Gallinella, Budego (rana pescatrice), Grongo a pezzi
1 ciuffo di prezzemolo tritato
1 cipolla piccola tritata finemente
1 spicchio d’aglio
4 pomodori maturi spellati e tagliati a cubetti
1 bicchiere di vino bianco
½ bicchiere di olio extra vergine (possibilmente di gusto forte)
Sale, pepe (si può aggiungere peperoncino, anche se non è nella tradizione)
Pane abbrustolito (in origine si usava il “biscotto di pane†genovese)
3 acciughe salateEsecuzione:
La preparazione avviene in momenti successivi, quindi, preparare due pentole (una alta ed una larga), un passaverdura, un colino a maglia sottile abbastanza largo e uno schiacciapatate.
Eseguire esattamente nella sequenza sotto descritta (i tempi di cottura sono dati dall’esecuzione delle varie fasi):
Prima pentola (alta):
– mettere trito di aglio, cipolla, olio d’oliva, acciughe salate tritate e far imbiondire
– aggiungere il pesce “economico†e rimestare sino ad assorbimento liquidi
– aggiungere 1 litro d’acqua e lasciar bollire lentamenteSeconda pentola:
– mettere trito di aglio, cipolla, olio d’oliva e far imbiondire
– aggiungere i pomodori e rimestare poche volte
– aggiungere la seppia e rimestare sino ad assorbimento liquidi
– aggiungere ½ bicchiere di vino e lasciare assorbire
– aggiungere i crostacei e ½ bicchiere di vino, lasciare assorbire
– aggiungere ½ litro di acqua calda e far bollire lentamente x 15 minutiPrima pentola:
– prendere una frusta da uovo e rimestare con forza il contenuto, passare la poltiglia ottenuta al passaverdura e poi filtrarla con il colino, recuperare il contenuto residuo del passaverdura inumidirlo con un po’ di brodo e strizzarlo con lo schiacciapatate
Seconda pentola:
– aggiungere il brodo ricavato dalla prima pentola
– far evaporare il tutto sino ad ottenere un brodetto consistente (calcolare che deve cuocere altri 5/10 minuti)
– aggiungere i pesci da porzione, far bollire per 5 minuti, a metà cotura spolverare con il prezzemolo
(se si utilizza il Grongo inserirlo 5 minuti prima degli altri pesci)Preparare i piatti con il pane
– aggiungere un pesce da porzione per piatto
– innaffiare il tutto con il brodetto
– aggiungere un filo di olio d’oliva
Buon appetito!
Fabio
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