Dite la verità! Siete fortunati, lo sapete ma vi piace lamentarvi.
Ma quale altra squadra al mondo vi permette di divertirvi così tanto come fa il Giannino? La gamma è completa: dalla semplice increspatura delle labbra allo sghignazzo tenendosi la panza. Passando per l’ammiccamento, l’occhiolino con sorriso, la risata, la grassa risata e quella con lacrime annesse.
Quando ero ragazzo, per un certo periodo di tempo, ci fu un fiorire di libri comici. A leggerli c’era da impazzire dalle risate, i più vecchi di voi ricorderanno alcuni titoli.
“Anche le formiche nel loro piccolo si incazzano”: Gino e Michele, a partire dalla geniale frase di Marcello Marchesi, avevano raccolto centinaia di battute in giro per il mondo. Da Mario Zucca (“Una volta mia nonna mi porto’ a mangiare in una trattoria all‘aperto; si mise a piovere. Ci mise tre ore per finire il brodo”) a Robert de Niro (“Mia madre era così ubriaca che quando ci siamo decisi a farle un controllo medico, hanno trovato il due per cento di sangue nel suo alcol.”).
“Si fa presto a dire Pirla” una raccolta di monologhi di Paolo Rossi che era interista ma mi faceva morire dal ridere.
“Io speriamo che me la cavo” altra raccolta ma stavolta di temi di bambini delle elementari di una scuola della provincia di Napoli.
“Parola di Giobbe” un testo in cui Giobbe Covatta rivedeva alcuni passi della Bibbia.
Chissà quanti me ne dimentico.
Ma il Giannino è meglio! Ah il Giannino!!!!
Quelli erano dilettanti!
Chiederemo a Giuseppe La Scala, in sede di assemblea degli azionisti, di verificare un sospetto che ho da tempo: gli undici milioni a bilancio per gli osservatori vanno a cacciatori di teste nel campo dei giovani scrittori di testi comici. Non mi spiego altrimenti la comicità esilarante di questa squadra. Ragazzi voglio conoscere gli autori delle gag di questa gente!
Qui si tratta di andare a prelevare di peso gli autori di “The big bang Theory” e portarli in Via Aldo Rossi. Non a caso Chuck Lorre era citato nel libro di Gino e Michele…
Ma dove la trovate una sceneggiata come quella della cessione?
Gli autori di “Un posto al sole” sono dei dilettanti. Il nome di Cato Bee è venuto fuori a Natale 2014 e dopo un anno e mezzo siamo ancora al “Clouseauing”. Un anno e mezzo… Nel frattempo, di tutto. La sapete quella del cinese senza soldi, del miliardario brianzolo e della dama rossa?
Vogliamo parlare della questione stadio?
Ahahahahahahahaha
Sto male. Una delle società più prestigiose al mondo gioca a calcio nello stadio più prestigioso del mondo, capiente, suggestivo e costruito da un suo antico proprietario. Lo condivide con gli odiati rivali cittadini ma decide di lasciarlo a loro costruendo un posacenere ecocompatibile incastonato in un quartiere residenziale tra i più trafficati di una città con una viabilità prossima al collasso. Il progetto milionario però non tiene conto del fatto che una parte dello stesso è di proprietà di una multinazionale francese che non ha intenzione di cedere la propria quota. Ma, soprattutto, non tiene conto del fatto che il proprietario del Milan, il padre dell’amministratore delegato alla “baby dance” dei rossoneri, ha nostalgia del vecchio stadio nel quale, peraltro, non va mai nemmeno durante la disputa del trofeo intitolato al padre nonché nonno dell’amministratrice delegata al truccabimbi. Ma sopra-soprattutto (neologismo che vale come “petaloso” e “numericamente competitivi”) lo stadio non convince il cinese povero della barzelletta il quale, oltre che povero, non conta un cazzo e sta raccogliendo montagne di soldi per darli ai proprietari del Milan continuare a non contare un cazzo diventando ancora più povero.
Risultato? Il proprietario del terreno, Fondazione Fieramilano ente “discretamente” potente e notoriamente attaccato anche ai centesimi, sbrocca e chiede un risarcimento milionario!
Leggete l’ode a Evaristo Beccalossi e non riderete abbastanza.
Vogliamo parlare dell’amministratore delegato ai disastri sportivi?
Quando si è fatto un viaggio sul “freccia rossa” per andare a Roma a citofonare al centravanti panchinaro della Roma?
E quando ha fatto la foto col cappello da ferroviere in testa?
E quando si è fatto beccare al tavolo degli avvinazzati con Preziosi a cantare canzoni scollacciate?
E le parentesi canore con Smaila e Preziosi?
Le foto con Carlitos al ristorante?
E quando ha ritirato la squadra a Marsiglia? Ah, no ca…spita. Quella non ha fatto ridere nessuno, soprattutto l’Uefa…
Ma quale squadra recupera così tanti palloni? Il miglior recuperatore di palloni del 2015 è Nigel De Jong ma nessuno si prende la briga di diffondere la statistica. Il Giannino gli lascia scadere il contratto e poi, misteriosamente, lo rinnova con un triennale da tre milioni, lo mette in panchina perché ha bisogno di un regista come centrale di centrocampo e schiera Montolivo. Questo si rivela un pessimo regista e qualcuno inizia a contare i palloni che questo recupera ma non quelli che perde o che spara in tribuna piuttosto che nel tunnel degli spogliatoi. Il ragazzo ci crede e, mentre De Jong viene deportato all’Isola d’Elba o giù di li, si declassa a giocatore che sta studiando da regista come un Martin Scorsese da giovane ma, l’allenatore cambia modulo e nel 442 fa solo il porta borracce con Kucka visto che il “gioco” lo costruiscono Honda e Bonaventura.
De Jong? Rescissione del contratto e Major League con una perdita secca di tre milioni di euro in sei mesi.
Che si sommano ai venti del cartellino di Bertolacci, ai cinque per il progetto dello stadio posacenere, ai dieci che ha richiesto Fondazione Fiera per il disturbo…
Ma quale squadra, è notizia di questi giorni, che dopo avere speso 90 milioni di euro in estate parte in maniera disastrosa criticando l’allenatore, rimedia con un gioco schifoso criticando l’allenatore ed alla prima sconfitta dopo dieci risultati utili ed una finale di Coppa Italia (pur se di Lega Pro) raggiunta praticamente esonera l’allenatore perché giocava con il 433 quando allenava l’Edilnord?
Ma quale stampa pubblica un sondaggio chiedendo quale allenatore vorrebbero i tifosi dopo Mihailovic ed i tifosi rispondono per ¾ che vorrebbero la conferma di Mihailovic? Un allenatore che, peraltro, ha giocato nell’Inter e dichiarato che, essendo tifoso dei nerazzurri, non avrebbe mai allenato il Milan?
Basta, per piacere, basta!
Ridatemi Giobbe Covatta sennò vado in crisi respiratoria per le risate.
Ditelo! Confessatelo! Fate “outing”! Questa è gente che spacca, fanno morire dal ridere.
Peccato che a noi non venga da ridere.
Peccato che quando andiamo al bar, a scuola o in ufficio i tifosi delle altre squadre ci prendono per il culo.
Peccato che da dieci anni facciamo i guardoni spiando dalla finestra le rivali storiche che vincono tutto quello che c’è da vincere. Peccato che dobbiamo ringraziare la fortuna che Messi, Neymar e Suarez quella sera a Berlino non hanno avuto il cagotto se no…
Peccato che di vincere non ce ne freghi un cazzo e che invece ci interessi avere la dignità che abbiamo avuto anche quando giocavamo in Serie B.
Peccato che questa dirigenza ci abbia insultato, direttamente o tramite i suoi bravacci, senza freni negli ultimi anni.
Andatevene, maledetti.
Perché quando ve ne sarete andati niente di peggio di voi ci potrà accadere e solo allora potremo finalmente dire: “Minchia che ridere”
Pier
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