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Appesi gli scarpini al chiodo, Filippo Inzaghi ha iniziato, a tre mesi circa di distanza dall’ultima partita e dall’ultimo gol contro il Novara, la sua avventura in panchina: per ora dovrà vedersela con Christian Maldini e Michael Fabbro, ma c’è già chi lo vede, in un futuro più o meno lontano, alla guida della prima squadra.
Tra i giocatori che hanno lasciato il Milan (e il calcio giocato) in tempi recenti, Superpippo non è però il solo ad aver intrapreso la carriera da allenatore. Ci ha provato, per esempio, Alessandro Costacurta, decidendo però che era meglio passare il tempo con Ilaria D’Amico e Massimo Mauro. Chiamato nell’ottobre del 2008 sulla panchina del Mantova (allora in Serie B), si è dimesso nel febbraio successivo dopo aver collezionato quattro vittorie, quattro pareggi e sei sconfitte, convinto comunque di non aver fatto troppo male: “Un paio di allenatori famosi, non vi dico chi, mi hanno detto che ho dato un’identità alla squadra“.
Più convinto sembra invece Cosmin Contra, scelto nel 2010, a stagione in corso, per allenare la squadra per cui ancora giocava, il Timisoara, ma durato soltanto qualche mese, prima di essere esonerato in seguito ad una lite con il proprietario del club (“Se il signor Iancu non è soddisfatto allora dovrebbe venire lui ad allenare“). Ora l’ex terzino si è spostato in Spagna: a partire da questa stagione sarà alla guida del Fuenlabrada, compagine che milita nella Tercera Division e che gioca le partite interne nello stadio intitolato a Fernando Torres. L’obiettivo, dice, è di arrivare ad allenare nella massima serie entro qualche anno.
Ha cominciato in patria anche Martin Laursen, stabilitosi a fine carriera nella cittadina danese di Vedbæk con l’intento di passare il tempo con la famiglia e commentare il calcio in tv. Nel settembre 2011 ha però risposto alla chiamata della squadra locale, il BK Søllerød-Vedbæk, in crisi dopo aver raccolto soltanto una vittoria in otto partite nella terza serie danese. Motivazione per puntare sull’ex milanista: “Ha avuto tanti allenatori professionisti, qualcosa deve avere imparato”. A salvezza raggiunta, lo scorso giugno, il buon Martin si è dimesso. Restando in Danimarca, Thomas Helveg è dal 2011 l’allenatore in seconda dell’Odense, squadra in cui è cresciuto e nella quale ha chiuso la carriera da calciatore: a giudicare dalla foto sul sito ufficiale, il lavoro sembra piacergli.
Un altro danese, Jon Dahl Tomasson, ha invece mosso i primi passi in Olanda: dopo aver deciso, la scorsa estate, il ritiro dal calcio giocato, lo Scorpione Bianco è rimasto a Rotterdam, entrando subito nello staff tecnico dell’Excelsior, retrocesso in Eerste Divise; dice di ispirarsi a Bert Van Marwijk e Morten Olsen e di avere molto da imparare. Si è dato da fare anche Jaap Stam, che l’anno scorso si divideva tra l’Ajax (allenamenti individuali una volta a settimana) ed il PEC Zwolle: ora si dedicherà esclusivamente ai Blauwvingers, promossi nella massima serie olandese, nella doppia veste di vice-allenatore della prima squadra e di allenatore della squadra giovanile.
Zeljko Kalac fa quello che fa Valerio Fiori a Milanello, ma dall’altra parte del mondo: tornato in Australia, è allenatore dei portieri del Sidney Fc, impegnato a trovare un erede di sé stesso. José Chamot fa parte dello staff di Matias Almeyda al River Plate, mentre Umit Davala è tra gli assistenti di Terim al Galatasaray. Ritorno alle origini anche per Johann Vogel, di nuovo alle dipendenze del Grasshopper: l’anno scorso è dovuto addirittura scendere in campo (soltanto tre presenze), ora si dedicherà unicamente ad insegnare calcio ai ragazzi dell’Under 15 delle cavallette. Un altro Pippo dal passato rossonero, Pancaro, vivrà invece il campionato di Serie B italiano, come vice di Dario Marcolin sulla panchina del Modena.
Per un Cafù che si limita ad allenare le candidate a Miss Universo, non mancano comunque i giocatori ancora in attività che pensano ad un futuro in panchina: Van Bommel vorrebbe tornare a Milano da allenatore, Ambrosini vorrebbe allenare i giovani, Gattuso ha fatto il corso a Coverciano e “poi vedrò cosa fare in futuro“.
Chi volesse restare nel mondo del calcio senza avere a che fare con allenamenti ed esoneri, poi, può sempre fare come Roque Junior: lui, qualche anno fa, si è limitato a fondare una società calcistica.
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Non solo Inzaghi: gli ex rossoneri che allenano (o almeno ci provano)