Ogbonna, Sakho, Saponara, Perin e Jorginho: ecco il Milan che verra’

Saponara_G

Immaginate di avere tra le mani una squadra che, a dispetto delle aspettative, vive il momento di migliore stato mentale e di forma della stagione. Considerate di – essendo già arrivata la primavera – dover pianificare e mettere in opera il calciomercato estivo, e che, nel farlo, la necessità primaria è quella del restare aderenti ad un piano, quello della ‘meglio gioventù’ e del FPF, assolutamente imprescindibile. Mettete dentro al calderone altre due considerazioni: la prima, che lo sforzo economico impregnativo, quello che porta a casa il gran nome, per intenderci, è statao già fatto – Balotelli – e che, nonostante le risorse siano pochine, le ambizioni rossonere del 2014 dovranno essere quantomeno superiori a quelle sinora mostrate dal clan di Allegri nel 2013. E con una proiezione, ottimistica ma concreta, viste le attuali condizioni di classifica: il Milan, probabilmente, rifarà la Champions l’anno prossimo. Il che si traduce nella necessità, concreta, di rinforzare la squadra: a partire dalla panchina, sino ad arrivare all’attacco.

MILAN AFFAMATO, E QUINDI…MANGIA. Poi, immedesimatevi nei panni di Galliani, e cominciate a colloquiare con Allegri in merito alle prerogative tecnico-tattiche. Dando, ovviamente, per scontato che anche l’anno prossimo il livornese resti sulla panchina: il che è tutto da verificare. Perché c’è un nome, spuntato fuori nelle ultime settimane, che continua a pulsare: è quello di Devis Mangia.

Milanese doc di Cernusco, quasi quarantenne, una vita passata a pane e pallone, ed un riferimento costante – il calcio di Sacchi – a fargli strada. Amante del 4-4-2 dinamico ed elastico, tutto fatto di possesso palla, fraseggio corto, palla bassa e squadra corta. Pressing ardito e gioco sulle fasce non mancano nella sua mentalità, così come anche le variazioni tattiche sul tema-modulo, che spesso sconfinano nel 4-3-3 e nel 4-2-3-1: insomma, un piccolo ‘Arrighe’ del nuovo millennio. Peccato solo per quel difettuccio. L’essere un tifoso nerazzurro dichiarato, certo, non depone a suo favore. Ma le vie del pallone – vedi Pazzini, Balotelli, Pirlo Seedorf e tanti altri – insegnano che le vie di Milano, e non solo quelle del Signore, sono infinite.

E se davvero Max Allegri, come da più parti si ripete, dovesse propendere per un’avventura nella Capitale, beh, allora il nome di Mangia sarebbe molto più d’uno spiffero, dalle parti di via Turati.

UN PORTIERE DI PROSPETTIVA. Il portiere del futuro, a Milanello, pensavano davvero d’averlo trovato. Si chiama Gabriel, è l’ultimo – dopo il passo d’addio di Robinho, prospettato da mesi, ed ormai in essere – dei reduci della folta stirpe dei brasiliani rossoneri, ed era arrivato in Italia con lo scopo di scalzare sia Amelia che Abbiati. Nei lunghi mesi trascorsi a Milano, però, il 20enne s’è fatto notare più che altro per alcune presunte dichiarazioni di illegittima paternità rivolti alla sua presunta progenie, qualche rigore parato, e poco più. Ecco perché l’idea, assai più limpida di quanto appaia, è quella di ripartire da Mattia Perin.

Perché il Milan, il nuovo Buffon, stavolta, vuola farselo in casa, e non andarselo a cercare quando le cifre sono folli. Non che Preziosi – che da vecchio filibustiere del calciomercato gli ha già rinnovato il contratto – sia disposto a far sconti, ovviamente. Ma l’altro, vecchio, lupo di mare degli affari pallonari, da sempre pappa&cicciacon il Presidente del Grifo, sa bene come trattare e cosa mettere nel piatto. Si, la concorrenza preme: ma la corsia preferenziale rimane. Anche dopo l’ultimo scontro diretto stagionale, conclusosi nella polemica.

UNA DIFESA DA RIFONDARE. Nessuno, al Milan, credeva di poter trovare i nuovi Thiago e Nesta in Zapata e Acerbi, ovviamente. Ma neanche di dover presto rottamare entrambi. E se l’ex clivense è stato prontamente rispedito al mittente, per il colombiano le chances di restare non sono poi così limpide. Allegri, quando ha potuto, s’è spesso affidato ad un certo Bonera prima ed a Yepes poi, per affiancare Mexes, anch’egli in bilico. E lo sbarco di Zaccardo, prossimo ai 32, non ha cambiato le cose. Ergo, anche qui c’è da rifondare, e dare il via alla linea verde. Il primo nome, in realtà, è già in squadra. Bartosz Salamon, nonostante il piccolo giallo che rende indefiniti i contorni del suo avvento – come sta? Perché non gioca? – è l’uomo sul quale, lavorando alacremente, si può costruire un prospetto di buon giocatore. Magari non di campione, certo, ma la fisicità e la prospettiva ci sono. Il polacco può diventare un centrale di destra robusto e affidabile: magari non in grado di guidare la difesa con arguta maestria, ma di svolgere al meglio il suo dovere. Al suo fianco, neanche a dirlo, il sogno si chiama Ogbonna. Nonostante le ultime, sciagurate, uscite, l’unico vero leader italiano, in prospettiva, è proprio lui. Mancino, robusto, duttile, bravo ad impostare, maturo e ancora migliorabile, essendo un 24enne molto propenso ad apprendere (almeno così si dice nell’ambiente azzurro, che lo coltiva già da tempo). Cairo, però, per meno di 15 milioni non vuole saperne: ecco perché il Milan venderà Abate, sul quale il pressing del PSG non s’è per nulla esaurito. Leonardo, se davvero vuole portare il laterale (che conosce benissimo, è durante la sua era che Ignazio divenne stabilmente cursore di difesa) a Parigi, lo farà. E magari, a Galliani, in cambio, potrebbe offrire Mamadou Sakho. L’erede di Thuram, in Francia, è chiuso dalla coppia Thiago – Alex, e già all’epoca venne proposto al Milan come parziale controparte dell’affare Silva-Ibra. A giugno la necessità era il frusciante, mentre adesso, se il Toro dovesse continuare a respingere le richieste meneghine, uno come Sakho, che ancora minorenne era già capitano del PSG, sarebbe un capitale tecnico da non disperdere. Abate, dunque, il sacificato. Anche perché lo Zenit pressa, ed anche qui ai russi il Milan potrebbe chiedere in cambio un vecchio pallino: Mimmo Criscito, fermo per lunghi mesi ai box (e questo servirebbe a far calare la sua valutazione) e che nelle ultime settiane sempre più spesso Izvestia, in Russia, continua ad accostare al Milan. L’alternativa, a basso costo, sulla sinistra, è Antonelli. Ma il Constant degli ultimi mesi – non certo quello iracondo di ieri a Genova – convince sempre più. A destra, manco a dirlo, diventerà inamovibile il vero gioiello di casa Milan del ’12-’13: Mattia De Sciglio. Ai saluti Antonini e, si spera, Vilà.

IN MEDIANA SI TORNA AI PIEDI BUONI. Allegri e Berlusconi, con Boateng, sono stati chiari. Se il Boa vuole restare, e da protagonista, a lungo, al Milan, deve ri-abituarsi al ruolo di mezzala. Perché le capacità atletiche e tattiche ci sono tutte, ed è anche vero che il ruolo gli si confà a pennello, viste anche le ampie libertà di inserimento che il Milan concede ai suoi centrocampisti. E se Montolivo, in tal senso, è un tassello ormai imprescindibile, continua a mancare qualcuno in grado di far girar la squadra ed al contempo di darle altro dinamismo. Per questo s’è chiuso, negli ultimi giorni, per Jorginho del Verona. Un brasiliano postmoderno, che mixa la tecnica di base carioca ad una grinta e corsa tipicamente italiane: dosaggio equipollente peraltro anche a ben vedere il suo passaporto, che lo rende un naturalizzato tricolore a tutti gli effetti (e che peraltro Mangia conosce benissimo, avendolo già convocato nell’Under). A 21 anni è già uno dei migliori interpreti del ruolo di centrale nel 4-3-3: per Mandorlini è un imprescindibile, ruolo che a breve avrà anche al fianco di Montolivo, e magari con uno come De Jong, al rientro tra un paio di mesi, a fargli da maestro. Gli altri, destinati a restare, sono Nocerino e Muntari. Flamini andrà via, e con lui anche Traoré. In attesa del rientro di alcuni prestiti più o meno eccellenti, e dell’integrazione a tempo pieno dell’altro baby-fenomeno di casa Milan: Bryan Cristante. Se il ragazzino esplode, allora, Jorginho torna a fare la mezzala.

ORA, SI, ATTACCATI AL…PAZZO. Quello legato a Giampaolo Pazzini è un vero e proprio enigma. Al di là dei gol, comunque importantissimi, il rendimento di questo ragazzo, inevitabilmente incompatibile con Balotelli, è incomprensibilmente cresciuto proprio al momento dell’arrivo di SuperMario. E quando già veniva dato come rientrante alla Samp, la voglia e la tenacia che ha cominciato a mettere in campo è diventata di botto vera e propria ferocia. Ecco perché se, la strategia, prima di questa sua esplosione, era quella di far rientrare un vice-Balo meno ‘appariscente’ – Paloschino? – oggi l’obiettivo, con le doppie competizioni sempre in ballo, è diventato quello di tener caldo il dualismo anche l’anno prossimo. E se El Shaarawy, a sinistra, resta l’uomo chiave, sul quale di mercato sarà anche vietato discutere, in estate, a destra s’apre un nuovo baby-dualismo che regala peraltro nuovi, e succosi, modi di interpretare il 4-3-3 ad Allegri o chi per lui. Nonostante il Chelsea voglia Niang, il Milan non si disfarrà in alcun modo del francesino, ed anzi, tra poche settimane, accoglierà un altro giovane, Saponara, che puà interpretare il ruolo di ala destra in maniera quasi complementare al piccolo Mbaye. Robinho, ovviamente, andrà via, mentre residue chances restano vive per Bojan Krkic. Anche se il suo impiego viene centellinato, le sue qualità, soprattutto quando si ritrova ad esser schierato a partita in corso, non sono passate sotto traccia in Via Turati. Il problema sta tutto nell’abnorme  richiesta fatta per lui dalle parti di Barcellona. Ma se Galliani, anche in questo caso, regala numeri d’alta magia di calciomercato, allora si può anche pensare ad un rinnovo del prestito. Tanto, dalle parti del Nou Camp, uno come Bojan non giocherebbe mai, o quasi. Messi, Pedro, Villa e Sanchez, in avanti, bastano a battere chiunque. Magari non il Milan dei baby fenomeni, però. Ma questo lo sapremo solo tra qualche giorno.

Quando il Milan, forse, escluderà a sorpresa il Barça dalla massima competizione europea, e comincerà a riflettere seriamente su quali possano essere le sue reali prospettive e breve termine, prima di cominciare a pensare, alla squadra che verrà. Che, se non abbiamo detto clamorose castronerie, potrebbe essere grosso modo questa.

PERIN (Amelia)

DE SCIGLIO (Zaccardo) – SALAMON (Zapata) – OGBONNA (Sakho) – CRISCITO (Constant)

BOATENG (Muntari) – JORGINHO (De Jong) – MONTOLIVO (Nocerino)

SAPONARA (Niang) – BALOTELLI (Pazzini) – EL SHAARAWY (Bojan)

Alfredo De Vuono

Fonte: Fantagazzetta

Ti potrebbe interessare anche…

Recommend0 recommendationsPublished in Milan News