Rossonerosémper
Tornando indietro con la memoria ai tempi di Sensible Soccer, mi capitava spesso di mettere giocatori fuori ruolo. Gli infortuni erano tanti, la rosa ristretta, e tanto LeTissier tirava le bombe anche da centrocampo.
La stessa cosa sembra fare Allegri con Emanuelson, schierato sistematicamente in un ruolo che non gli compete, dove si capisce che non ha lo spunto mentale per poter mettere le punte nella condizione ideale davanti al portiere. Non è una questione di tecnica, Emanuelson è decisamente dotato di buoni piedi e diligenza tattica, ma al ragazzo manca quel guizzo che lo potrebbe far emergere come giocatore realmente importante, una scintilla alla Cassano (quanto ci manchi, Antonio… ). L’impressione è che il suo carattere gentile e tranquillo non gli permetta di emergere tra i suoi compagni di reparto.
E dire che a sinistra la concorrenza è a dir poco imbarazzante, con Zambrotta che offre sistematicamente delle prestazioni aerofagiche sotto il piano del ritmo e della quantità: nulla da dire sul piano umano, bravissima persona. Però non stiamo giocando il campionato delle sale da the londinesi, quindi speriamo con tutto il cuore di trovare un degno sostituto nel più breve tempo possibile. Antonini invece, nonostante si permetta spesso disattenzioni e piccoli errori, offre una spinta molto superiore all’ex azzurro, ma Allegri, soprattutto in Champions, ha preferito l’esperienza alla spinta. L’olandesino ex Ajax offre, invece, un’alternativa fresca ed interessante sul versante opposto al buon Abate, che, nonostante il gentil regalo al vecchietto Milito durante il Derby, rimane una scelta preferita ed obbligata.
Moltissime speranze erano riposte nel nigeriano ex Marsiglia, ma il fisico, la mancanza di preparazione e, forse, il carattere un po’ troppo docile ne hanno minato le possibilità all’interno della rosa: ammettiamolo, le volte che è stato chiamato in causa non solo non ha strabiliato, ma neanche offerto delle prove degne di particolare nota. Ricordo, invece, di aver visto, per il pochissimo tempo a sua disposizione, un interessante Didac Vilà: una apparizione ed una ancora più veloce sparizione in quel di Barcellona, sponda sfigata delle Ramblas.
Eppure le occasioni, durante questi anni, di acquisire le prestazioni di terzini italiani interessanti ci sono state eccome, ma pare che la nostra cara dirigenza abbia un’ottica completamente diversa da quella del tifoso medio, che vedeva in Maggio e Dossena, per fare due esempi, risorse importanti da inserire al posto degli Inguardabili Zambrotta e compagnia. La necessità di acquisire qualche giocatore di livello medio-alto sulle fasce arretrate è data anche dal fatto che non si può più vedere partite di Champions con gli esterni di difesa dominati da Zambrotta e Bonera, che a causa delle protesi di cobalto alle gambe non riescono più a correre per i venti minuti di fuoco ai quali eravamo abituati.
Detto questo, questa rosa ha la necessità urgente di inserire un El Shaarawy in rosa titolare proprio per cambiare quei meccanismi che, alla lunga, diventano noti e stranoti a tutte le squadre avversarie, e per dare un punto di vista nuovo al gioco. Se poi, queste novità vengono interpretate da un argentino brutto ma bravo, siamo ancora più tranquilli e sereni per il prosieguo del campionato. L’Apache non avrà la faccia da Milan, per dirla alla Silvio, ma neanche la prostata infiammata o i duroni come altri in rosa, e di queste situazioni, sinceramente, ne abbiamo un po’ le scatole piene.
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Oggi giochi in porta…