Ora non si chiedono miracoli, ma almeno qualche speranza di un futuro migliore sarebbe gradita…

14 Feb 2014 20:45
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NAPOLI-MILAN, IL MIGLIORE IN CAMPO

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10.02.2014 00:00 di Gaia Brunelli  articolo letto 656 volte

© foto di Gaia Brunelli

E’ stata una partita strana quella di sabato sera al San Paolo. Tanto per cominciare per il fatto che inizialmente sembrava che la porta del Milan, per una volta almeno, fosse stregata. Il Napoli ci provava in ogni modo, ma ha trovato il pareggio soltanto con un tiro deviato. Eppure il presentimento che la situazione potesse peggiorare c’era eccome. I rossoneri non riuscivano a pressare alto, secondo i nuovi dettami di Seedorf, e si percepiva che continuando così, sarebbe stato facile subire altri gol. E così è stato. Dopo un primo tempo terminato 1-1 per miracolo, forse provare a chiudersi un po’ non sarebbe stata un’idea così sbagliata. Ma per farlo, il tecnico olandese avrebbe dovuto cambiare sistema di gioco. Variarlo magari in un 4-3-3 inserendo un centrocampista in più. E invece Seedorf ha scelto di proseguire così e la gara è andata come doveva. Il Napoli ha nettamente dominato e meritato di vincere, anche con un risultato che probabilmente sta stretto ai partenopei. Forse servirà per fare esperienza, ma la sensazione è che se il Milan scenderà in campo così contro l’Atletico non saranno soltanto 3 i gol subiti e il rischio figuraccia è dietro l’angolo. Non è un peccato gestire una partita anche in base all’avversario, soprattutto ammettendo che i limiti del Milan attualmente sono tanti. Per carità, magari a cominciare proprio dalla condizione fisica. Ma non può essere l’unico motivo. Ogni volta che il Milan subisce gol, si vedono volti contriti e amareggiati e non sguardi propositivi. Ricordo un’azione del Napoli con il tiro di Hamsik al volo di sinistro che ha sfiorato l’incrocio dei pali. Su di lui in marcatura c’era Mexes che, dopo aver tirato un sospiro di sollievo per il tiro a lato, si è girato verso i suoi compagni dicendo: “ma era mio?”. Non esattamente lo spirito giusto, non esattamente uno spirito di squadra. C’è decisamente ancora tanto lavoro da fare, su questo non ci sono dubbi. Ora non si chiede a Seedorf di fare miracoli, però gli si chiede di convincere tutti un po’ di più sul fatto che questo Milan, prima o poi, tornerà a essere una grande squadra. Ma, al momento, il futuro non sembra essere così roseo.

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