Reduce da un lungo infortunio e da una tripletta al Genoa, Alberto Paloschi ha rilasciato un’intervista al quotidiano veronese l’Arena: “Ho passato un periodo un po’ così. Arrivavo dalla preparazione. Stavo bene. Ma dopo due giorni a Peschiera c’è stata questa grossa distorsione. All’inizio non sentivo dolore, poi invece siamo dovuti andare a fare delle visite e ci hanno detto che c’erano rotti dei legamenti e la capsula. Sono stati tre mesi nei quali ho lavorato tantissimo. Ma oggi sto bene. E i tre gol di Genova penso siano il coronamento del lavoro fatto. Ti passano per la testa un sacco di cose. Abbiamo valutato bene dove operarmi e dove fare la fisioterapia. Chievo e Milan mi hanno lasciato andare da uno specialista di fiducia e hanno fatto in modo che io potessi star bene anche di testa. Li ringrazio per questo“.
“Inzaghi, con tutti gli infortuni che ha avuto… Uno dei suoi punti di forza è stato quello di non mollare. Lui è un esempio per tutti. E per me uno che fa sempre gol e che ha questa forza di esserci sempre è un mito. Ricordo la mia prima partita allo stadio. L’ho visto segnare alla Juve con la maglia dell’Atalanta. Trovarmi poi, a un tratto, ad allenarmi con lui ed esordire nel Milan assieme a lui è stato un sogno. Impressionante. Ogni palla è un gol. Deve avere qualche calamita da qualche parte… Ma il punto di forza più evidente, che lo contraddistingue rispetto agli altri, è la capacità di saper leggere le situazioni prima. Lui ha sempre saputo dove andava la palla prima che gli arrivasse. E io cerco di imitarlo soprattutto lì”.
“Un attaccante spera sempre di segnare tanto. Poi va a stagioni. L’anno scorso magari delle tre palle-gol di Genova avrei segnato una volta sola. Come a Udine in Coppa… Col passare del tempo si matura. Io, già quest’anno, spero di arrivare in doppia cifra. In A non mi è mai capitato. Poi non so, il calcio è imprevedibile. Il sogno di tutti è la nazionale A. Tutti i bambini la sognano. Già da piccolo quando sentivo l’inno alla tv mi alzavo in piedi tenendo la mano sul petto. E lo cantavo. Io mi sento fortunato perché sono riuscito a fare gol subito col Milan e mi hanno dato fiducia e visibilità. Altri al mio posto sarebbero finiti in B o in C. Poi sono ripartito da una squadra di B, il Parma, costruita per vincere il campionato”.
“Il gol al Siena? Quel giorno io speravo di fare un minuto… Certo non ti immagini di entrare a diciott’anni a San Siro e fare gol. Una sensazione incredibile. Anche il giorno dopo. Tutti i giornali parlavano di me, vedevo le mie immagini sui tg. Pareva irreale. Ma sono stato fortunato anche ad avere una famiglia che mi ha seguito ed è riuscita a tenermi coi piedi per terra. La bastonata se stai in alto può fare molto male”.
“In A sta facendo cose incredibili El Shaarawy. E poi c’è Cavani, un altro che fa sempre gol. In qualsiasi momento. In assoluto, anche fuori dall’Italia, direi lui e Falcao. Inzaghi resta il numero uno. Ha fatto gol in tutte le competizioni, soprattutto nei momenti decisivi, e ha vinto tutto il possibile… Devo ringraziarlo anche di un sacco di consigli che mi ha dato. È un idolo ma è anche un amico. Mi ha chiamato anche sabato scorso. Tornava da Udine e mi chiedeva consigli su qualche ristorante a Verona”.
“I difensori migliori affrontati? Samuel e Thiago Silva. Non te la fanno mai prendere. Le amicizie più solide le ho fatte in collegio. Sono rapporti che cementi anche dandosi una mano a vicenda. Romagnoli, che oggi gioca a Pescara, passò una sera a spiegarmi per filo e per segno la rivoluzione francese. Mi ha fatto prendere 8 in storia”.
“Io avevo fatto provini anche all’Atalanta ma non ero stato preso. Poi è arrivato quello nel Milan e in un’amichevole col Piacenza segnai due gol e vincemmo 2-1. Mi presero subito. Predestinato? Uno la strada se la costruisce. Poi nella vita arrivano anche segnali importanti”.
“Ho sempre tifato per le squadre in cui giocava Inzaghi. Tutti vorrebbero giocare nel Milan. Ma io voglio vivere il momento e pensare a fare bene col Chievo. Facendo gol importanti per una società che mi ha sempre dato fiducia. Devo molto al Chievo”.