Piermaurizio Di Rienzo è giornalista professionista dal 2006 e coordinatore dei contenuti di SpazioMilan.it dal 2012. Dopo quasi un decennio di redazioni (Il Giornale, Leggo, Libero, Radio Lombardia e Sole24Ore), si è occupato per oltre due anni della comunicazione di alcune tra le più importanti manifestazioni fieristiche europee prima di intraprendere l’attuale strada di Food&Beverage Manager a Milano. Conduce il varietà sportivo “Falla Girare” ogni domenica su Radio Reporter.
Tra i primi meriti che vanno senz’altro ascritti a Filippo Inzaghi non c’è solo quello di aver fatto uscire fuori il vero Keisuke Honda. Si, perchè il giapponese ammirato (e premiato) al Trofeo Tim di Reggio Emilia rappresenta senz’altro una delle note liete del precampionato rossonero. Merito della preparazione seguita fin dall’inizio? Sicuramente, ma anche del nuovo tecnico che ha saputo comprendere le potenzialità del trequartista nipponico e metterlo in condizione di esprimersi al meglio. Vedremo presto se quello visto sabato scorso sarà stato solo un fuoco di paglia. Tutto porta a scommettere sul contrario.
Ma altre belle notizie per l’ambiente rossonero potrebbero presto arrivare dalla Nazionale. Se è vero, infatti, che Antonio Conte stia meditando sulla chiamata di Mario Balotelli, sembra altrettanto certo che l’ex allenatore della Juventus punterà su Giampaolo Pazzini che non vede la Nazionale da un’eternità. E per il Pazzo non può esserci migliore iniezione di fiducia per la stagione ai nastri di partenza. E’ vero che non a fine anno non ci saranno nè Mondiali, nè Europei, ma è anche evidente come una convocazione oggi nella nuova Italia possa rappresentare la chance fondamentale per entrare a far parte di uno zoccolo duro sul quale Conte vorrà puntare fin dall’inizio.
Discorso analogo per un altro rossonero: Andrea Poli, che è destinato a tornare in azzurro, anche grazie alla squalifica di Claudio Marchisio. Non sarà proprio un caso che un precampionato globalmente ai limiti della sufficienza, almeno tre giocatori si stiano riprendendo delle importanti rivincite. E la mano dell’allenatore non è proprio quella di un fantasma. No, non può esserlo.
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