Pensieri a bocce ferme

Canale Milan

di Ezio Azzollini

Ci sono (o meglio, c’erano una volta) quegli assolati pomeriggi estivi in cui, lontani dalle occupazioni, magari su un’amaca e con una menta ghiacciata nel bicchiere, la stasi assoluta suggerisce riflessioni sul passato, sul presente e sul futuro.

In questo momento di stasi calcistica, per tragiche cause di forza maggiore, senza amaca, senza menta, e con le bocce ferme, qualche pensiero su quel che è stato e quel che sarà si è accumulato. Eccolo.

MUNTARI – Sì, il Milan ha perso in maniera scellerata a Firenze e sì, il gol di Muntari contro la Juventus è decisivo, “devastante” dice Allegri, e dice bene. Le due cose non si escludono. Sarebbe troppo comodo, dialetticamente, farlo.

Non è che per poterti appellare al più eclatante errore arbitrale dell’ultimo trentennio (roba da far impallidire Iuliano) devi essere perfetto di lì in poi, per averne diritto. Anche perché, se facessi i salti mortali per essere perfetto, annulleresti l’effetto del gol non dato a Muntari, ma solo per i suddetti salti mortali, non perché il fatto smette di sussistere.
Se invece non sei perfetto, per qualcuno non puoi appellarti al gol di Muntari,
perché non sei stato perfetto come avresti dovuto. Seguitemi: per la controparte, fossi stato perfetto Muntari non contava perché avresti vinto comunque, se non sei stato perfetto Muntari non conta perché hai toppato con la Fiorentina, e allora non puoi pensare a Muntari, dunque Muntari non conta. Insomma, Muntari non conta mai: “si te conosco me meni, si nun te conosco me meni, e dillo che me voi menà”, diceva Bombolo a Tomas Milian in un film.

La realtà dei numeri è una sola: sì, il Milan ha perso con la Fiorentinae sì, se la Juvenon chiuderà il campionato a +4 sui rossoneri, il gol di Muntari sarà stato decisivo. Allegri lo dirà, perché lo dirà la matematica, e sarà ineccepibile. Con buona pace degli annoiati.

CONTE – Gli annoiati, appunto. Antonio Conte in settimana ha detto che i riferimenti di Allegri a quel gol lo annoiano. Povero.

Diciamo noi, sommessamente, cosa ci è venuto a noia, invece: ci è venuto a noia che, da quando abbiamo memoria, mai un solo scudetto vinto dalla Juventus sia senza traccia d’ombra, senza episodi dubbi, senza possibilità di recriminazioni da parte degli altri, senza se e ma, al di sopra di ogni polemica, al di sopra di ogni dubbio, al di sopra degli stagni e delle vallate, direbbe Baudelaire. Mai, mai una sola volta. Mai limpidezza, mai disarmante silenzio degli avversari, mai l’assenza di una “a” da poter obiettare. Non una sola volta. E questa volta non farà eccezione: Conte potrà annoiarsi quanto vuole: noi siamo annoiati da due decenni e due processi.

FIORENTINA – Seguiamo per un attimo la linea degli accomodanti, dei golosoni di tarallucci e vino. Ad essere decisiva è invece Milan-Fiorentina. La Fiorentina, la sedicente anti-Juve dalla notte dei tempi, la squadra contro il palazzo e i poteri forti, quella che sul suo campo ha perso 0-5 con la Juventus e in trasferta ha vinto 2-1 a Milano, quella dei tifosi che “eh, però si erano comprati Baggio prima della finale di Uefa”, quelli che “meglio finocchiaccio che gobbo”, quelli che “Juventus in C, anzi in Q!” (chi è toscano capirà), darà lo scudetto alla Juventus.

Fermo restando che la politica dello “scansamose”, degli “oh no”, e via discorrendo, è sempre stata la politica di altre squadre, e ha scritto la storia di altri campionati, che il Milan non ci avrebbe tenuto, che è giusto che i viola abbiano fatto la loro onesta partita a San Siro, che si siano impegnati (ecco, magari un pizzico di quell’impegno poteva essere riservato anche la sera dello 0-5), e che gli scudetti si vincono sul campo, e non con i gemellaggi di curve, prendiamo atto del verdetto.

Fiorentina-Juve 0-5, Milan-Fiorentina 1-2, e bene così. Giusto così. Una sola richiesta: la smettessero, a Firenze, di ergersi a paladini dell’antijuventinità, di atteggiarsi a Davide contro Golia, di vivere 365 giorni all’anno all’insegna di una rivalità che fa ridere i polli, ma soprattutto gli juventini, che i viola non li hanno mai filati neanche di striscio. La smettessero, a Firenze, di ritenersi l’ultimo baluardo di quello che incarnano come il male assoluto dell’umanità, l’ FC Juventus. Perché da buoni toscani, è bello far ridere: ma il rischio di diventare patetici quando a ridere sono proprio gli juventini è bello forte.

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