Busto Arsizio- Non è ancora finita. Si è svolta oggi, presso il tribunale di Busto Arsizio, la terza udienza che vede imputati sei tifosi della Pro Patria, colpevoli di aver causato lo stop dell’amichevole del tre gennaio scorso contro il Milan. Nello specifico, ricordiamo, che i soggetti in questione, intonarono dei cori indecorosi a sfondo razziale nei confronti di alcuni giocatori rossoneri, su tutti Kevin Prince Boateng, che, scosso, decise di abbandonare il campo seguito dalla solidarietà di compagni di squadra ed avversari. Già il venti marzo scorso, in aula erano stati sentiti come testimoni, lo stesso Boateng, il difensore Bonera ed il tecnico Allegri. Oggi oltre ad essere ascoltati i teste delle difese, è stato il turno della testimonianza di Stephan El Sharaawy. L’attaccante del Milan ha confermato quanto sostenuto già da Prince e gli altri e nello specifico ha dichiarato “Siamo abituati a sentire insulti in campo ma i cori razzisti sono inaccettabili. Contro il Pro Patria ho sentito un verso simile a quello di una scimmia ogni volta che toccavano palla. I miei compagni si sono sentiti molto offesi e non avevano piu’ intenzione di continuare tutta la squadra era amareggiata. Gli insulti? Questo succede spesso quello che non e’ normale sono gli insulti razzisti”.
In aula, rappresentata da un legale, anche la Lega Pro, che si è costituita come parte offesa. Intanto la prossima udienza è stata fissata per mercoledi 5 giugno, e in quella data verrà ascoltato l’ultimo giocatore del Milan ovvero Sulley Muntari, oltre che saranno visualizzati nuovamente i video che hanno portato all’identificazione degli imputati. Dovrebbe trattarsi dell’epilogo di una storia che ha lasciato l’amaro in bocca oltre che suscitato grande sdegno in tutto il mondo del calcio.