Prove tecniche di sofferenza per un Diavolo che non perde colpi

Il Milan conquista tre punti importantissimi a Marassi: vittoria sofferta nonostante il doppio vantaggio e nel finale in inferiorità numerica i rossoneri si allenano per ciò che li attende al Camp Nou, resistendo all’assedio del Genoa.

09.03.2013 01:41 di Davide Bin  articolo letto 320 volte

© foto di ALBERTO LINGRIA/PHOTOVIEWS

Ci sono vittorie più preziose di altre nell’arco di un campionato e di un’intera stagione e quella conquistata dal Milan a Marassi contro il Genoa rientra fra queste; ci sono partite che ti danno l’impressione di essere segnali di un destino favorevole e a Genova il Milan ha avuto tanti episodi a suo favore: ha sbloccato il risultato con un giocatore “zoppo” che stava chiedendo il cambio; ha raddoppiato con un altro attaccante che non stava certo molto bene; ha visto gli avversari colpire un palo e vedersi negati due rigori abbastanza evidenti; ha vinto soffrendo e mostrando doti importanti come cuore, orgoglio, determinazione e capacità di resistere a tutti gli assalti pur in inferiorità numerica. Il tempo dirà se questa vittoria sarà stata determinante per ottenere un obiettivo importante come la qualificazione alla prossima Champions League (diretta o passando attraverso i preliminari), ma sta di fatto che per un paio di giorni il Milan stacca la concorrenza per il terzo posto e avvicina il secondo posto del Napoli; ovviamente le avversarie devono ancora giocare, ma ora sentiranno addosso la pressione di una squadra che non perde colpi in questo 2013 davvero positivo e che riesce a lottare su due fronti senza farsi distrarre e condizionare. C’era il rischio di pensare già alla sfida contro il Barcellona, c’era la concreta possibilità che qualcuno tirasse indietro la gamba per non rischiare di saltare un appuntamento prestigioso e decisivo, invece tutti hanno dato tutto quello che avevano e anche chi non era al meglio della condizione si è sacrificato per la causa comune e questo è un ottimo segnale che indica che questo è un grande gruppo che ha voglia di crescere e ottenere risultati lusinghieri. Non è stata sicuramente la migliore prestazione stagionale del Milan, si sono visti errori e imprecisioni, ma i rossoneri sono riusciti a conquistare i tre punti mostrando doti diverse fra loro ma tutte preziose: cinici nello sfruttare le occasioni che sono capitate, abili nel riuscire ad adattarsi a una partita complicata e a un avversario difficile da affrontare, addirittura eroici nella stoica resistenza nel finale, quando l’espulsione di Constant ha cambiato l’inerzia di una partita che sembrava già vinta e ha messo a rischio il successo che sembrava già conquistato. Ora il Milan può pensare a Barcellona con ulteriore entusiasmo, autostima e fiducia, ma intanto si gode una vittoria preziosa come l’oro e una classifica mai così bella in questa stagione.

Allegri rimescola un po’ le carte rispetto a ciò che si pensava alla vigilia: in difesa c’è il recuperaro Zapata (che sembrava dover essere preservato per Barcellona) accanto a Mexes, con De Sciglio a destra e il rientrante Constant a sinistra; a centrocampo tutto secondo previsioni, con Montolivo regista affiancato da Muntari e Flamini, mentre in attacco c’è Pazzini (anche per lui niente riposo in vista di Barcellona) con El Shaarawy, ma non Boateng (per un problemino fisico) sostituito da Niang; come già annunciato, solo panchina per Balotelli, non ancora in perfetta forma dopo la brutta botta alla tibia subita nel derby e che lo ha costretto a saltare la sfida contro la Lazio. Partita particolare quella fra Genoa e Milan a livello di tifoserie: la tragedia del 1995 è ormai lontana, ma nessuno l’ha ancora dimenticata e, quindi, ogni volta che le due squadre si affrontano, c’è grande tensione per il timore che possa succedere qualche altro episodio spiacevole; in settimana tutti si sono prodigati in appelli per evitare problemi, ma c’è comunque grande attenzione nell’evitare contatti fra le due tifoserie e, infatti, i tifosi rossoneri vengono fatti entrare allo stadio quando la partita è già iniziata, proprio per non farli venire a contatto con i tifosi genoani, ormai all’interno della loro curva.

A Genova piove da ore, il campo è pesante e insidioso, visto anche che in parte è rizollato e in parte ancora spelacchiato, quindi rimbalzi e velocità del pallone sono diversi a seconda delle zone del campo e questo è un problema in più per i giocatori. Il Genoa comincia in modo aggressivo, prova a limitare il gioco del Milan che si svolge prevalentemente sulle fasce o con lanci lunghi ad innescare le punte, anche perchè sviluppare gioco palla a terra non è facile su un campo del genere. Il ritmo è basso e i rossoneri non riescono a sfruttare molto le ripartenze, mentre i giocatori rossoblu non fanno complimenti e le entrate sulle gambe degli avversari sono dure al limite dell’intimidatorio, quasi a voler minacciare chi vuole preservare la sua integrità fisica per l’importante sfida di Bercellona. Eloquente a questo proposito è il fallo di Portanova su Pazzini, che da quel momento comincia a zoppicare vistosamente e chiede il cambio, ma proprio mentre Balotelli si sta scaldando, il Pazzo sfrutta un liscio dello stesso Portanova e con la gamba sana, la destra, scaglia in porta un missile che toglie le ragnatele dal sette e lascia impietrito Frey. Scherzi del destino, segnali di una serata sofferta ma positiva e, dopo aver esultato per il tredicesimo sigillo in campionato, Pazzini lascia il posto a Balotelli, che si presenta facendosi ammonire subito per un evitabile fallo a centrocampo, ma facendo capire che non vuole estraniarsi dalla lotta in una partita molto fisica e nervosa. Il Genoa reagisce in modo veemente e il Milan comincia a soffrire, anche perchè pure Balotelli prende una botta sulla gamba già dolorante e comincia a zoppicare e provare a ripartire in velocità non è facile in queste condizioni, visto che sia Niang che El Shaarawy si sacrificano in un prezioso lavoro di copertura. Il nervosismo in casa genoana sale quando Niang in piena area devia con il braccio un pallone che solo dopo schizza sul petto, ma Damato inverte la sequenza dei tocchi e concede solo il calcio d’angolo; la rabbia rossoblu diventa furore quando ancora Niang spinge Granqvist in area e nemmeno questa volta Damato decreta il rigore. Il Milan va, così, al riposo in vantaggio, ma la sensazione è che ci sarà ancora da soffrire molto per conquistare una vittoria troppo preziosa per lasciarsela sfuggire.

Nella ripresa Allegri manda in campo Yepes al posto di Mexes, rimasto negli spogliatoi per motivi precauzionali e c’è subito da tremare, perchè al quarto minuto una punizione di Bovo si stampa sul palo e fa correre lunghi brividi sulle schiene dei tifosi rossoneri, mentre quelli rossoblu recriminano per l’ennesimo episodio sfortunato o sfavorevole. Finalmente il Milan si scuote e legittima il suo vantaggio con un violento tiro di Balotelli che sfiora la traversa dopo una bella accelerazione di El Shaarawy e, soprattutto, con un velenoso diagonale di Flamini (servito da Constant) che è destinato all’angolino ma che Frey devia in angolo con una super parata. Il raddoppio è nell’aria e arriva quando Zapata si traveste da uomo assist e al limite dell’area serve un delizioso pallone a Balotelli e SuperMario lo scaglia in porta da posizione decentrata. Siamo a metà ripresa e la partita sembra chiusa, perchè il Genoa è tramortito e sfoga tutto il suo nervosismo e la sua frustrazione in brutti falli, come quello di Bertolacci su Muntari (gamba tesa sul ginocchio) o quello di Bovo su Constant che innesca l’ingenua e grave reazione del francese, già ammonito e cacciato fuori da Damato per doppia ammonizione. Come dire, oltre al danno la beffa, perchè certi fallacci sarebbero da espulsione diretta e, invece, a lasciare il campo è un giocatore del Milan, che ha perso la testa e fa infuriare Allegri per la mancanza di esperienza e freddezza, anche se bisogna cercare di comprendere la reazione di un giocatore appena rientrato da un infortunio e che vede messa a rischio la presenza a Barcellona da un brutto fallo di un avversario. Il mister rossonero, che aveva evitato il turn-over ad inizio partita, schierando la migliore formazione possibile senza pensare a Barcellona, dimostra invece di avere già la testa al Camp Nou al momento di scegliere chi togliere dal campo con la terza ed ultima sostituzione per risistemare la difesa orfana del suo terzino sinistro: logica direbbe di togliere l’acciaccato Balotelli o lo stanchissimo Niang, invece va fuori El Shaarawy, sicuro titolare contro i blaugrana, mentre SuperMario non può giocare in Champions e nemmeno Niang dovrebbe partire da titolare in Spagna. Comincia l’assedio genoano e il Milan si compatta davanti ad Abbiati, con due linee a quattro molto vicine fra loro che chiudono tutti gli spazi; sembra quasi che la squadra di Allegri stia facendo le prove tecniche della sfida del Camp Nou, dove dovrà subire il prevedibile assalto del Barcellona e la resistenza è quasi eroica in alcuni frangenti: praticamente ogni cross e traversone in area viene respinto, si fatica a tenere il pallone lontano dalla porta, non si riesce più a imbastire un’azione o un contropiede, ma solo a rinviare più lontano possibile in attesa del prossimo assalto degli avversari, che percuotono la difesa da tutte le parti ma non riescono a sfondare un autentico muro di gomma che respinge qualunque pallone con grande attenzione e feroce concentrazione, nonostante la stanchezza. E quando Granqvist e Jorquera trovano il varco giusto, ci pensa capitan Abbiati con due parate prodigiose a mantenere inviolata la propria porta. Il tempo sembra non passare mai, il Genoa percuote con rabbia ma il Milan resiste in modo epico (incitato da uno scatenato Allegri che chiede un sacrificio anche a Balotelli) e chiude tutti i varchi fino alla fine, conquistando una vittoria preziosa che permette di consolidare momentaneamente il terzo posto e di sognare addirittura il secondo. Nell’altra occasione in cui il Milan ha giocato (e vinto) di venerdì, poi il resto della giornata si è sviluppata in modo esaltante per i rossoneri, con le sconfitte di quasi tutte le rivali per un posto in Champions; inutile dire che una replica sarebbe molto gradita, perchè se domenica sera dopo i posticipi la classifica dovesse essere quella che vediamo ora, si potrebbe davvero sognare in grande, grazie a questa squadra che ha tante doti, sa vincere in molti modi, è capace di soffrire e di stringere i denti e, soprattutto, non perde colpi e spaventa la concorrenza a suon di vittorie.   

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