Un anno fa, grossomodo, fu un 2-2 a rilanciare le quotazioni di un Milan che sembrava morto e sepolto, a distanza di anni luce da posizioni dignitose di classifica, da velleità europee, dall’immagine che aveva lasciato di sé, prima della diaspora di campioni. Allora era meno distante dalla Champions, ancora sotto shock per il battesimo di una nuova veste proletaria, ma fu quel 2-2 in rimonta contro il Napoli ad inaugurare la remuntada che, mesi dopo, si sarebbe coronata a Siena. Fu incredibile, ma avvenne, e partì dal quel 2-2.

Oggi, quando le speranze di una nobile conclusione di campionato sono ancora più remote, un altro 2-2 con una trasfigurazione a tratti epica di un Milan oltre i propri limiti, con un avversario evidentemente più forte. Non sappiamo se il Milan giocherà la prossima Champions League, e ancor meno ci crediamo. Ma sappiamo che questo 2-2, come quel 2-2, può dare una svolta. Magari non decisiva come allora, ma rialzare la china è un dovere, e questo può essere un (altro) punto di partenza. Perché è un 2-2 che arriva in un momento particolare, a un passo dal derby (come in quel caso, poco prima della vittoria sulla Juventus), in un giorno particolare, il giorno in cui il Milan, additato come una avversaria troppo comoda (in Spagna non perdono il vizio), come il materasso dei materassai (traduzione letterale di colchoneros), pesca l’Atletico Madrid in Champions. Certamente, se non altro per livello d’esperienza, l’abbinamento più desiderabile dopo il solo Manchester United, alla pari probabilmente con il Chelsea.

Nel giorno di un sorteggio, nell’improbità della situazione, comunque positivo, arriva questo 2-2, che non sappiamo se si rivelerà fino alla fine come una svolta. Ma che rende questo giorno, lo stesso del primo sorteggio positivo dopo ere geologiche, un po’ pregno di dimenticata leggerezza cosmica. Può essere tanta roba.

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Scritto da Ezio Azzollini il dic 17 2013 . Registrato sotto Editoriale, In evidenza, iphone focus, News .