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Confermata la radiazione per Luciano Moggi (ex dg Juventus), Antonio Giraudo (ex ad Juventus) e Innocenzo Mazzini (ex vicepresidente Figc). La Corte di Giustizia Federale ha respinto il ricorso dei tre e ieri – il dibattimento si era tenuto per tre ore e mezza venerdì – ha emesso la sentenza che continua a impedire loro di ricoprire qualsiasi ruolo all’interno del mondo del calcio. I difensori avevano chiesto la prescrizione per i fatti, la Corte ha invece confermato la sentenza di primo grado. L’atteggiamento della Procura Federale, che ha in dibattimento aveva chiesto proprio la conferma della radiazione, dimostra come nonostante la nuova frattura tra Juve e Inter – che coinvolge in maniera profonda la Federcalcio – sull’assegnazione dello scudetto 2006, l’aria non sia cambiata. Massimo rigore, senza guardare in faccia nessuno: le nuove responsabilità emerse a carico dell’Inter e sottolineate nei giorni scorsi da Palazzi, non fanno venire meno le responsabilità dei dirigenti della Juventus all’epoca dei fatti. Riguardo la radiazione, Moggi ha annunciato ricorso « all’Alta Corte del Coni » – sarà il prossimo passo – e se non dovesse bastare presenterà appelli « al Tar, al Consiglio di Stato e su su fino alla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo », il tribunale di Strasburgo.
L’APPELLO -Il primo ricorso è fallito, Moggi, Giraudo e Mazzini si sono visti confermare la squalifica a vita comminata dalla Disciplinare lo scorso 15 giugno. Il primo grado di giudizio aveva vissuto anche una sospensione dovuta alla richiesta di ricusazione della Commissione da parte dei legali dell’ex dirigente bianconero, richiesta poi respinta. Si era così arrivati alla sentenza di radiazione poche settimane prima che scadessero i termini dei 5 anni stabiliti nel 2006 come squalifica minima in seguito alla triste vicenda di calciopoli. La questione delle lungaggini relative a ogni aspetto del grave scandalo che ha minato la credibilità del calcio italiano nonè ancora, per la verità, stata risolta: basti pensare che le radiazioni dei tre sono arrivate, come detto, dopo 5 anni dai fatti, mentre è ancora notoriamente sospesa la questione dello scudetto 2006, tornata d’attualità dopo l’emergenza delle intercettazioni che riguardano i vertici dell’Inter e gli allora designatori Bergamo e Pairetto. Si badi che, come confermato a questo giornale dall’ex pm napoletano Beatrice, le nuove intercettazioni sono emerse quattro anni dopo l’esplosione dello scandalo, e due anni dopo la chiusura delle indagini da parte della Procura campana e le richieste di rinvio a giudizio, in sede penale, per Moggi e altri 25 imputati.
AMAREZZA -La reazione dei difensori di Moggi è arrivata pochi minuti dopo la pubblicazione della sentenza sul sito della Federcalcio. «Non siamo meravigliati» ha detto l’avvocato Maurilio Prioreschi all’Ansa. Il legale ha poi sferzato la Corte: «Sono sentenze scritte prima, figlie di norme che non consentono di difendersi. La giustizia sportiva giudica le persone sulla base di sentenze rese, mentre è possibile difendersi solo da fatti contestati, non da sentenze. Siamo di fronte a un mostro giuridico e ci auguriamo che prima o poi la giustizia ordinaria spazzi via questo modo vergognoso di operare nel settore sportivo».
Il Milanista
Il Corriere dello Sport
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Post Originale:
RASSEGNA STAMA / Milan: scudetto 2006, nessuno sconto a Moggi e Giraudo


