Ruiu: "Seedorf non è stata una cura, ma un esperimento folle"

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20.03.2014 00:15 di Gianni Fazzo  articolo letto 1586 volte

© foto di Daniele Mascolo/PhotoViews

A poco più di quarantotto ore dal match vinto dal Parma a San Siro, la redazione di ParmaLive.com ha contattato un grande esperto di Milan. Si tratta di Cristiano Ruiu, noto giornalista di Telelombardia, che ai nostri microfoni si è soffermato non solo sulla partita dei crociati, ma anche sulle loro ambizioni e sui singoli ricollegabili in qualche maniera alla squadra rossonera.

Alla vigilia di Milan-Parma lei è stato uno di quelli che ha maggiormente tenuto alta la guardia in casa rossonera riguardo la pericolosità degli emiliani, che sul campo hanno di fatto dimostrato di meritare ampiamente l’attuale classifica:
“Io ho tenuto alta la guardia perché conoscevo e conosco tuttora il momento che sta attraversando il Milan. In questo momento, qualsiasi avversario rappresenta un problema per i rossoneri, figuriamoci una squadra organizzata, con un allenatore bravissimo e dei giocatori di valore come il Parma. Paradossalmente non è servita la versione migliore del Parma per vincere a San Siro, perché il Milan ha fatto una partita davvero tremenda”.

C’è qualcuno o qualcosa del Parma che domenica l’ha impressionata in maniera particolare?
“Mi ha impressionato Schelotto, perché ricordo che l’anno scorso aveva una scarsa preparazione fisica e un livello di concentrazione talmente basso che non sembrava nemmeno potesse giocare in serie A. Se io vedo giocatori come Schelotto e Cassano inquadrati in un modulo di gioco come quello di Donadoni, in un ambiente sano e con una preparazione atletica di questo tipo, rimango stupito. Questa è la dimostrazione che anche giocatori particolari, con ottime qualità tecniche ma con un carattere un po’ particolare, gestiti nel modo adeguato, possono funzionare”.

Visto che la cura Seedorf non sta dando gli effetti sperati, pensa che l’anno prossimo Berlusconi possa correre ai ripari puntando sull’usato sicuro, magari sulle qualità di Donadoni?
“Magari avesse puntato in passato su Donadoni! Penso che, anche se non ha avuto occasioni importantissime, Napoli e Nazionale a parte, Donadoni ha sempre fatto bene ovunque sia andato. Fa giocare bene le proprie squadre, con buon senso, crea ottimi gruppi e lancia anche bravi giocatori. Quella di Seedorf non è stata una cura, bensì un esperimento folle sotto certi punti di vista, perché quando una squadra prende 30 gol in un girone, la soluzione è quella di cercare di rendere più solida la difesa e di ricompattare la squadra, non quella di allungarla e buttare tutti in avanti. Sinceramente non mi aspettavo neanche io 7 sconfitte in 11 partite: è una media allucinante, che se il Milan avesse tenuto dall’inizio dell’anno, avrebbe seriamente rischiato di andare in serie B”.

Considerando l’annata d’oro di Cassano, pensa che un giocatore così avrebbe fatto ancora comodo ad una squadra senza idee e personalità come il Milan attuale?
“Cassano è un giocatore che, se ha la testa giusta, fa comodo a tutte le squadre, comprese quelle europee. Al di là delle qualità tecniche, ha una visione di gioco davvero pazzesca, credo che sia uno dei primi tre in Italia ancora oggi. I problemi di Cassano, invece, sono: la tenuta mentale, l’adattamento al gruppo, la collaborazione che dà in campo alla squadra e la tenuta fisica. Questi fattori gli hanno impedito di fare una carriera di grandissimo livello, come i suoi piedi avrebbero meritato. Per me, nella costruzione di una grande squadra, non dovrebbe esserci posto per uno come lui. In una squadra di media-bassa classifica, invece, un Cassano tirato a lucido come questo, può fare molto bene. Ma non lo dico io, lo dice la sua carriera: lui ha avuto una continuità di rendimento importante solo alla Samp e ora al Parma”.

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