Il Milan inizia nel migliore dei modi l’era Seedorf, battendo il Verona; decide un gol di Balotelli nel finale, ma ci sarà ancora da lavorare molto per vedere la squadra che ha in testa il nuovo allenatore.
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Il primo Milan di Clarence Seedorf non è certo la squadra che l’olandese vuole, ma intanto è arrivata una vittoria, che male non fa, anzi e inoltre si è visto qualcosa di diverso nella formazione (modulo più che interpreti) e nel gioco (fraseggi stretti, verticalizzazioni improvvise e minor sfruttamento delle fasce). Ovviamente non si poteva chiedere di più a un allenatore che fino a tre giorni fa faceva ancora il calciatore e ha ereditato una squadra da altri e una situazione di crisi da risolvere; ci vorrà tempo, pazienza e anche comprensione nel caso in cui le difficoltà continuino, ma iniziare con il piede giusto è sempre una cosa positiva e permetterà di lavorare con serenità ed entusiasmo in un periodo ricco di impegni importanti. Il Milan ha giocato una buona mezz’ora iniziale, quasi volesse dimostrare a tutti che la scossa c’è stata e pure la svolta, poi si è disunito, forse un po’ innervosito per non aver trovato il vantaggio e sono affiorati vecchi vizi e difetti; il Verona ne ha approfittato giocando in modo ordinato e difendendosi compatto per poi tentare di sorprendere il Milan nella seconda metà della ripresa, ma è stato beffato nel finale, quando i rossoneri hanno sbloccato e vinto la partita grazie al rigore trasformato da Balotelli. L’altra notizia importante della serata è che è tornata a cantare la Curva Sud, ancora priva di striscioni e bandiere ma che ha sostenuto la squadra a gran voce, interrompendo il silenzio che durava da quasi un mese. Una buona serata, insomma, sotto molti punti di vista, anche se il Milan indiavolato e spettacolare che Clarence vuole non si è certo visto, ma ci sarà tempo e modo per costruirlo più avanti.
Chi si aspettava grandi rivoluzioni è rimasro deluso, perchè Seedorf è uomo saggio: la formazione è grosso modo simile a quelle schierate ultimamente da Allegri, ma c’è un significativo cambio di modulo: davanti a una difesa composta da De Sciglio, Zapata, Bonera ed Emanuelson, ci sono solo due centrocampisti, ovvero De Jong e Montolivo, mentre in avanti ci sono tre fantasisti, cioè Kakà, Honda e Robinho dietro all’unica punta Balotelli. Fra i tanti obiettivi di Seedorf c’è anche quello di ridare allegria ed entusiasmo fra i tifosi e, soprattutto, di riportare la gente allo stadio, ma per il suo esordio da allenatore e per il suo ritorno “a casa” dopo venti mesi, San Siro è ancora semivuoto e in versione dimessa, complice anche la serata piovosa che non invoglia certo a trascorrere del tempo all’aperto. La Curva Sud è ancora spoglia e anonima, senza striscioni e bandiere e nel pre-partita rimane muta, con la gente ordinatamente seduta e rassegnata a un’altra serata di squallido silenzio, ma a partita iniziata da poco, basta un coro proveniente dai rivali veronesi (“Tutti seduti, voi siete tutti seduti!”) a far scattare la scintilla, a far traboccare con l’ultima goccia il vaso della sopportazione e all’improvviso la curva rompe il silenzio, torna a ruggire con rabbia, la gente si alza, insulta i dirimpettai scaligeri e poi comincia a sostenere la squadra con tutta la voglia repressa a fatica in questo anomalo mese. Finalmente, viene da dire, ma anche per quanto riguarda questa situazione i problemi devono ancora essere risolti, prima che la Sud torni davvero ad essere colorata e addobbata come nei giorni migliori.
Rivitalizzato anche dal tifo della sua curva, il Milan gioca una prima metà del primo tempo di buona qualità: velocità, pressing, possesso palla e gioco offensivo; il primo tiro (Robinho) arriva dopo un minuto e mezzo, poi bisogna sottolineare una proiezione offensiva di Emanuelson, che costringe Rafael a una deviazione affannosa, un bell’assist di Honda per Kakà, che non riesce a centrare la porta di testa, un tiro a lato di Balotelli e uno stop difettoso di Honda in area su assist di De Sciglio. Dopo la sfuriata iniziale il Milan si placa un po’, il Verona diventa più intraprendente, ma non crea grossi pericoli e nel finale di tempo si erge a protagonista Balotelli, che impegna Rafael con un tiro dalla distanza e con una velenosa punizione. Seedorf dalla panchina dispensa consigli e istruzioni, soprattutto nelle pause del gioco, anche richiamando vicino a sè i giocatori, perchè ci sono ancora molte situazioni da sistemare, soprattutto nel tridente di fantasisti che dovrebbe garantire gioco e imprevedibilità, ma che deve affinare l’intesa e i meccanismi, anche perchè i tre devono trovare la posizione (che si scambiano spesso) e gradirebbero avere un riferimento in avanti che, invece, non c’è perchè Balotelli, come al solito, si defila molto. A complicare le cose c’è un Verona compatto, solido e attento, che conferma di essere una buona squadra e la classifica lo dimostra.
Nella ripresa il Milan cala e, di conseguenza, il Verona ne approfitta per avanzare il baricentro e rendersi pericoloso. Seedorf sostituisce l’acciaccato Bonera con Silvestre e poi lo stanco Honda con Birsa, ma non si tratta di cambi che incidono sulla qualità del gioco, che rimane non trascendentale. I rossoneri vanno a sprazzi e fiammate, il Verona ci prova con Martinho e Maietta che impegnano Abbiati, in precedenza quasi inoperoso, ma in mezzo alle due occasioni gialloblu ce n’è una colossale per il Milan: un tiro di Robinho deviato da Agostini finisce sul palo e sembra dimostrare che siamo di fronte all’ennesima partita stregata. Seedorf, però, è un uomo fortunato, ma siccome è risaputo che la fortuna aiuta gli audaci, l’olandese si gioca l’ultima carta, manda in campo il giovane Petagna al posto del confusionario Robinho, prova ad aprire una difesa ermetica e riesce nell’intento; è proprio Petagna a servire un pallone a Kakà sul lato sinistro dell’area; l’azione sembra sfumare sul fondo, ma Gonzalez sgambetta Ricky quando il pallone stava per uscire e Bergonzi concede il rigore che Balotelli trasforma, tornando al gol dal dischetto dopo due errori. Mancano otto minuti alla fine, il Verona reagisce rabbiosamente e si porta in avanti, conquista molti calci d’angolo, fa correre qualche brivido sulla schiena dei tifosi rossoneri, ma alla fine la vittoria arriva, grazie anche alle parate e alle uscite di Abbiati e al provvidenziale intervento in scivolata di Zapata che sradica dai piedi di Iturbe un pallone potenzialmente pericoloso, mandandolo in angolo. Basta e avanza il rigore di Balotelli per far sorridere Seedorf e tutto il popolo rossonero e i giocatori possono tornare sotto la Sud a ringraziare per il sostegno e applaudire chi li applaude. Buona la prima, professor Seedorf, per lo spettacolo siamo disposti ad aspettare, perchè, in fondo, ciò che serviva davvero in questo momento era la vittoria, per provare a lasciarsi alle spalle un periodo difficile di una stagione fin qui negativa.