La notizia era praticamente certa dallo scorso autunno, ma ora c’è l’ufficialità: Ariedo Braida non è più un dirigente del Milan. A renderlo noto è direttamente la società rossonera, con la nota apparsa qualche ora fa:
“L’AC Milan ringrazia Ariedo Braida, che oggi lascia la Società: è stato prezioso collaboratore per un tempo lunghissimo, caratterizzato dai risultati prestigiosi che devono essere attribuiti anche alla sua importante opera”.
Il suo lavoro nel Milan è durato 28 anni. Più di un quarto di secolo in cui i rossoneri hanno vinto tutto, grazie anche alle sue intuizioni di mercato: 8 scudetti, 5 Champions League, 5 Supercoppe Europee, 2 Coppe Intercontinentali, 1 Mondiale per Club, 6 Supercoppe Italiane, 1 Coppa Italia. In pratica un trofeo ufficiale per ogni anno.
Tantissimi i colpi di mercato effettuati con Braida in prima linea: basterà citare il trio olandese, Boban, Savicevic, Desailly, Papin, Rui Costa, Nesta, Inzaghi, Rui Costa, Pirlo, Seedorf, Shevchenko, Kakà, Thiago Silva, Ibrahimovic.
Tanti, a onor del vero, anche i flop: Ba, Blonqvist, Ziege, Bogarde, Reizger, Davids (quasi regalato alla Juve), Vieira (prematuramente svenduto), Robinho, Oliveira, Julio Cesar (l’ex difensore del Real Madrid), Amoroso, Amantino Mancini, Roque Junior, Lehman, Taibi.
Nel bene o nel male, dunque, Braida ha segnato la storia recente del Milan. Chi al suo posto. L’arrivo di Sean Sogliano dal Verona, nella prossima stagione, viene dato per scontato. E Galliani? C’è da capire se il suo addio è solo rinviato a giugno, come Barbara Berlusconi spera.
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