Un derby e due punti buttati via

Il Milan domina il primo tempo, va in vantaggio con El Shaarawy, ma spreca le occasioni per chiudere la partita e paga carissimo l’errore nella ripresa, subendo il pareggio e rischiando addirittura la sconfitta.

© foto di LINGRIA/PHOTOVIEWS

Si dice spesso che i pareggi sono mezze sconfitte e in effetti il pareggio del Milan nel derby lascia l’amaro in bocca proprio come una sconfitta, perchè lo splendido primo tempo giocato da una squadra che ha mostrato personalità, gioco e grandi individualità faceva sperare addirittura in una larga vittoria, ma nel calcio serve anche esperienza, quella che forse è mancata ai ragazzotti terribili in maglia rossonera, perchè quando si domina le partite bisogna chiuderle, il Milan non lo ha fatto e ha pagato dazio nella ripresa, quando, oltretutto, le forze sono venute a mancare dopo l’intensa partita di mercoledì contro il Barcellona; in verità anche l’Inter ha avuto un impegno infrasettimanale addirittura al giovedì sera in Romania, ma volete mettere una sfida contro i migliori del mondo e una contro il Cluj partendo dal 2-0 dell’andata? Non c’è confronto a livello di energie nervose sprecate dai rossoneri e che sono venute a mancare in un finale di partita in cui il Milan ha addirittura rischiato di perdere e quella sì che sarebbe stata una beffa atroce. Il derby ha confermato le tante doti di una squadra in costante crescita, ma anche vizi che non si riescono ad eliminare, come quello di subire gol quando spiovono in area palloni alti che mandano in tilt l’intero reparto difensivo, oppure quello di riuscire raramente a giocare un’intera partita con la stessa intensità e qualità; di solito accadeva nel primo tempo, questa volta nella ripresa e la sensazione è che ancora una volta il Milan abbia buttato al vento due punti preziosi, cosa che nel derby brucia ancor di più.

Il maltempo concede una tregua proprio nelle ore in cui si deve disputare il derby: neve prima e dopo la sfida, ma la stracittadina si gioca regolarmente in un San Siro pieno e ribollente d’entusiasmo per un incontro sempre particolare; gran tifo, cori, sfottò, striscioni, le splendide coreografie delle due curve con la Sud che rivendica orgogliosamente la sua tradizione da “casciavit” fatta di umiltà, passione, impegno e sacrificio, tutte le qualità che ci mettono i ragazzi che preparano le coreografie e che in questo periodo sono stati superimpegnati, con due “spettacoli” da preparare in pochi giorni. Il derby si gioca con la solita magica atmosfera perchè è una partita particolare e, in questo caso, è anche importante per la classifica, visto che le due squadre sono divise da un solo punto e si contendono, insieme alla Lazio, la terza posizione in classifica. Questa sera, però, la classifica è in secondo piano e bisogna vincere solo per la supremazia cittadina; il Milan ha lo stimolo in più delle ultime tre sconfitte subite nel 2012 e Allegri prova a invertire la tendenza con la formazione ipotizzata alla vigilia: con Constant indisponibile, De Sciglio si sposta a sinistra e Abate lo sostituisce a destra, mentre la coppia centrale è la stessa che ha brillantemente annullato Messi e tutto l’attacco del Barcellona; a centrocampo Nocerino permette ad Ambrosini di rifiatare dopo la bella ma sfiancante prestazione di mercoledì, mentre sono confermati Muntari e Montolivo, così come El Shaarawy e Boateng, mentre la novità è, ovviamente, la presenza dell’uomo più atteso, per opposti motivi, da tutti gli 80000 di San Siro, ovvero Balotelli: i milanisti sognano un suo gol sotto la Nord, possibilmente decisivo, gli interisti gli riservano fischi, insulti, ululati e tutto il peggior campionario dedicato agli ex della sfida, ma SuperMario li snobba entrando in campo per il riscaldamento rivolgendo le spalle alla curva Nord.

Finito lo spettacolo del tifo, con le coreografie delle curve, inizia quello in campo e il Milan dà subito l’impressione di essere in palla: De Sciglio rompe l’equilibrio con la prima conclusione in porta e i rossoneri si mostrano superiori nel pressing, nel gioco e nelle occasioni, mandando in confusione gli avversari e mettendoli in difficoltà, sulle fasce e in mezzo al campo. La logica conseguenza di tutto ciò è il gol del vantaggio, che arriva a metà tempo, quando Zapata ruba palla all’altro grande ex Cassano, serve Boateng che verticalizza per El Shaarawy, che sorprende la difesa nerazzurra, entra in area e d’esterno infila il pallone alle spalle di Handanovic, scatenando il delirio nella curva sopra di lui. Primo gol del Faraone nel derby e ha tutta l’aria di essere un gol importante, perchè il Milan continua a giocare bene, mentre l’Inter è colpita e non riesce a reagire, anzi sembra sul punto di crollare. Purtroppo, però, il gol tanto atteso di Balotelli non arriva, anzi Mario si divora due reti, costringendo Handanovic a due parate ad alto coefficiente di difficoltà, prima con un colpo di testa e poi con una deviazione sotto misura in scivolata; se ci aggiungiamo un’altra ghiotta occasione non sfruttata per colpa di uno stop sbagliato, si può capire come il primo derby in rossonero di Balotelli non sia certo positivo e fortunato. Purtroppo i più scaltri cominciano a temere che tante occasioni fallite per mettere definitivamente K.O. l’avversario siano un triste presagio e al termine del primo tempo è difficile capire se prevalga la soddisfazione per essere in vantaggio o il rammarico per non aver chiuso la partita e aver tenuto in vita un avversario alle corde.

La risposta arriva in una ripresa purtroppo molto diversa dal primo tempo: il bel Milan non c’è più, non riesce più a sfondare sulle fasce o a creare superiorità numerica in mezzo al campo e l’Inter riesce a riorganizzarsi, prende coraggio e alza il baricentro alla ricerca del pareggio. Abbiati imita Handanovic con una super-parata su Guarin che salva il risultato e ricorda, per reattività e difficoltà quella dell’ultimo derby vinto a San Siro nell’anno dello scudetto, proprio in quella porta. Potrebbe essere un segnale positivo, ma ormai il Milan ha finito la benzina, fa fatica e subisce il gol del beffardo pareggio quando il nuovo entrato Schelotto sfrutta l’ennesima amnesia di una difesa fino a quel momento attenta ma che compie una disattenzione fatale sul cross di Nagatomo e subisce il gol del pareggio. Difficile invertire la tendenza e provare a riportarsi in vantaggio: il Milan ci prova ma manca la brillantezza del primo tempo e nemmeno i cambi di Allegri (Bojan per Boateng e Niang per El Shaarawy) riescono a rivitalizzare un attacco che ora crea pochissimo e in cui Balotelli comincia a mostrare un po’ di nervosismo e insofferenza, cercando di zittire i tanti tifosi nerazzurri che lo fischiano e lo insultano; il modo migliore per zittirli sarebbe un gol, ma la sensazione è che l’appuntamento sia rinviato ad altra occasione. Il Milan soffre nel finale e Allegri alza gli ormeggi inserendo Ambrosini al posto dello stremato Muntari, l’Inter prende coraggio e chiude in avanti, creando ancora qualche brivido alla difesa rossonera e ai tifosi orgogliosamente arroccati in Curva Sud. Finisce 1-1 e la spartizione dei due tempi farebbe pensare ad un risultato giusto, ma senza Handanovic nella porta nerazzurra e con un Balotelli più spietato in zona gol ora staremmo facendo altri discorsi e celebrando una grande vittoria che avrebbe chiuso nel migliore dei modi una settimana perfetta. Alla fine nessuno può esultare più di tanto per un pareggio che nel derby milanese mancava da ben nove anni, ma i più delusi e rammaricati sono proprio i tifosi rossoneri, che hanno accarezzato il sogno della vittoria oltretutto ottenuta giocando bene e se la sono vista sfuggire di mano sul più bello. Un pareggio da rimontati è sempre più deludente dello stesso pareggio visto dall’altra sponda e due punti in più avrebbero fatto comodo, ma ciò che brucia di più è non aver vinto un derby così; era un’occasione da non sprecare per molti motivi, ma ora voltiamo pagina e pensiamo alle prossime sfide, perchè il derby vero e proprio ormai è andato, ma ci attende probabilmente un lungo derby in classifica per il terzo posto che vale la Champions (con la Lazio terzo incomodo) e bisogna assolutamente prevalere, perchè l’andamento delle due stracittadine, nonostante i risultati negativi, ha dimostrato che questo Milan è superiore ai cugini e per questo il pareggio sa tanto di beffa.   

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