I rossoneri, in vantaggio di due gol e in superiorità numerica, si fanno raggiungere dalla Fiorentina, gettano via due punti e vedono allontanarsi il Napoli; errore grave indipendentemente dalle sviste di Tagliavento che hanno condizionato la partita
© foto di Federico De Luca
Come complicarsi una partita, un campionato e un’intera stagione (forse addirittura due, cioè anche la prossima) in pochi minuti: il Milan butta via due punti importantissimi con una condotta di gara incomprensibile e inaccettabile, perchè quando ti trovi in vantaggio di due gol e in superiorità numerica in uno scontro diretto che mette in palio punti pesantissimi, devi assolutamente portare a casa la vittoria, gestendo la partita con personalità e intelligenza e non lasciandosi dominare da una squadra in dieci e senza il suo uomo migliore. Va sottolineato questo con la massima onestà prima di parlare di eventuali errori arbitrali come scusante, perchè mai come in quest’occasione la squadra ha sbagliato più dell’arbitro, anche se non bisogna dimenticarsi che nel finale c’erano un paio di rigori a favore del Milan e con quelli molto probabilmente la vittoria sarebbe arrivata, ma il vero errore è stato arrivare a dover recriminare sugli episodi e sulle sviste di Tagliavento quando i rossoneri erano pienamente arbitri del proprio destino e avrebbero potuto e dovuto conquistare agevolmente la vittoria e tre punti fondamentali. Il Milan torna, invece, da Firenze con un solo punticino e tanti rimpianti, anche perchè la domenica si chiude con la vittoria del Napoli sul Genoa e, così, il distacco dal secondo posto sale a quattro punti e ora non basterà più nemmeno una vittoria nello scontro diretto a permettere il sorpasso e la conquista della preziosa posizione in classifica che consente di evitare i preliminari di Champions League (ecco perchè ho detto che anche la prossima stagione potrebbe complicarsi). A rendere ulteriormente indigesto il pranzo domenicale al popolo rossonero nell’insolita partita di mezzogiorno, c’è anche l’ingenua ammonizione del diffidato Balotelli, che verrà squalificato e non potrà giocare la già citata sfida contro il Napoli; davvero una giornata storta nel momento decisivo e ciò dispiace perchè la partita si era messa sui binari migliori per il Milan che, invece, ha frenato sul più bello e rischia di compromettere l’assalto al secondo posto, mentre il terzo sembra comunque ancora al riparo da insidie, perchè il vantaggio rimane tranquillizzante, ma se questa squadra vuole continuare a crescere e diventare davvero grande, deve imparare a non sprecare occasioni colossali come questa.
Allegri non modifica più di tanto quella che ormai considera la formazione base e apporta solo qualche cambiamento, uno per reparto, alla squadra reduce dalla vittoria di Verona: c’è il rientrante Boateng, con il nuovo look biondo, come trequartista alle spalle di El Shaarawy e Balotelli; c’è Flamini al posto di Ambrosini a centrocampo e c’è Mexes al posto di Bonera in difesa. Per il resto tutti confermati in una partita fondamentale per i destini rossoneri: in uno stadio Franchi gremito bisogna cercare di battere la Fiorentina per blindare il terzo posto e cercare di proseguire la risalita verso il secondo; impresa non facile, perchè la Fiorentina è una della squadre che gioca meglio in questo campionato e vuole tornare in corsa per un posto in Champions dimezzando il distacco dal Milan, ma i rossoneri possono contare anche sul sostegno dei circa 4000 tifosi che riempiono il settore ospiti e si fanno sentire per lunghi tratti dell’incontro. Un girone fa il Milan toccava il fondo con l’umiliante sconfitta di San Siro contro i viola, ma ora lo scenario è completamente cambiato e i rossoneri vogliono proseguire il loro cammino spedito che ha consentito di rimontare posizioni su posizioni e di conquistare il terzo posto, che all’epoca della partita di andata sembrava davvero irraggiungibile. Da sottolineare la scelta di dare la fascia di capitano a Montolivo, nonostante la presenza in formazione di Abbiati: il centrocampista rossonero torna per la prima volta da avversario a Firenze, viene accolto da sonori fischi, ma ha la fiducia e l’appoggio di tutto l’ambiente milanista che lo considera già un trascinatore e un pilastro della squadra e lo dimostra con questa attestazione di stima in un giorno particolare ed emozionante per il giocatore.
In avvio è la Fiorentina a fare la partita e il Milan rimane sornione e tranquillo nella sua metà campo, aspettando il momento opportuno per colpire; in effetti la prima occasione da gol è proprio rossonera, ma poi riprende la pressione viola e il Milan soffre. Il gioco è condizionato dal forte vento che modifica le traiettorie soprattutto dei palloni alti, ma per il resto sembra una giornata ideale per giocare a calcio, con sole, temperatura giusta e una bella cornice di pubblico. Un bel tiro di prima intenzione di Boateng si infila alle spalle di Viviano, ma non si può nemmeno parlare di gol annullato perchè il gioco era già fermo prima della conclusione a rete per fuorigioco di rientro di Balotelli. Poco male, comunque, perchè il gol del vantaggio arriva in fretta per i rossoneri, grazie proprio a Montolivo, che pressa caparbiamente Pizarro sulla trequarti campo, gli ruba palla, punta la porta di Viviano e batte il portiere con un preciso e angolato rasoterra per il più classico dei gol dell’ex che spegne gli ingenerosi fischi dei tifosi viola. La Fiorentina è colpita moralmente dal gol di un Milan compatto, ordinato, tranquillo, che fa girare bene il pallone e si chiude in modo perfetto; Allegri ha impostato la partita un po’ come aveva fatto contro il Barcellona a San Siro, forse ricordando che spesso la Fiorentina di Montella è stata definita il “piccolo Barcellona” e, infatti, la manovra dei viola è meno veloce del solito a causa dell’efficace pressing dei rossoneri, che inizia già con il generoso contributo in fase difensiva delle punte. Una punizione di Pasqual che sfiora il palo è uno dei rari tiri in porta della Fiorentina in tutto il primo tempo, per il resto un Milan maturo e sicuro tiene il campo con personalità e fa ben sperare. La partita si accende improvvisamente quando El Shaarawy impegna di testa Viviano e sul rovesciamento di fronte il Milan rischia di prendere gol in contropiede: Montolivo spende l’ammonizione per evitare guai, ma dalla punizione nasce l’azione che porta al tiro Jovetic e Abbiati si deve esibire in una rocambolesca parata in tre tempi. L’episodio che di fatto cambia la partita arriva quando Tomovic atterra con una gomitata El Shaarawy che stava provando ad involarsi verso Viviano: Tagliavento estrae il cartellino rosso e fa infuriare giocatori e tifosi viola. Espulsione eccessiva? Probabilmente sì, perchè la gomitata non è volontaria e sarebbe bastata un’ammonizione. Espulsione totalmente inventata? Forse no, perchè il gesto sembra effettivamente violento a velocità naturale e Tomovic era l’ultimo ostacolo fra El Shaarawy e la porta, quindi ci può stare anche il fallo da ultimo uomo. Piove sul bagnato per la Fiorentina, perchè Jovetic sente riacutizzarsi il dolore muscolare che lo aveva tenuto in dubbio fino all’ultimo e deve uscire (entra Romulo) e Montella aveva già dovuto sostituire Savic con Compper; i viola, però, hanno una reazione rabbiosa e chiudono il Milan nella sua metà campo, ma a parte un altro tiro di Pasqual che Abbiati contiene con sicurezza non ci sono altre occasioni in un primo tempo emozionante, ma con pochi tiri in porta e molto nervoso nel finale.
La ripresa si apre con Nocerino al posto dell’ammonito Muntari; evidentemente Allegri teme la probabile eccessiva severità di Tagliavento nel caso in cui l’arbitro abbia il dubbio di essere stato esagerato con i viola nell’episodio dell’espulsione. Il mister rossonero, inoltre, catechizza a dovere i suoi nell’intervallo, perchè teme che i giocatori credano che la partita sia facile e già vinta e, infatti, il Milan torna in campo in ritardo per l’inizio della ripresa. Parole al vento, però, quelle dell’allenatore rossonero, perchè in avvio gioca solo la Fiorentina e il Milan è troppo rinunciatario e timido e soffre sulla costante pressione dei viola, anche, se come accaduto nel primo tempo, la prima occasione è nell’area viola ed è un tiro di Flamini parato da Viviano. E le analogie con il primo tempo non finiscono qui, visto che nel momento di maggior spinta dei viola arriva il gol del Milan; questa volta Montolivo fa l’uomo assist e mette al centro un traversone basso, forte e teso sul quale Flamini si coordina toccando impercettibilmente di destro e mandando il pallone all’angolino basso sul secondo palo. Partita finita? La logica direbbe di sì e il Milan commette il grave errore di illudersi che sia così e lo paga a carissimo prezzo: una grande azione di Ljajic, che slalomeggia in area viene fermata con un fallo impercettibile da Nocerino; l’attaccante crolla a terra, Tagliavento non chiedeva di meglio e decreta il rigore (generoso) che lo stesso Ljajic trasforma nel gol che riapre la partita. La Fiorentina ci crede e spinge sull’acceleratore, il Milan prova ad allentare la pressione con una punizione di Balotelli che dà l’illusione del gol, poi lo stesso SuperMario sulla trequarti non consente di battere una punizione, si fa ammonire in modo ingenuo e dovrà saltare Milan-Napoli. Nemmeno il tempo di rammaricarsi per il futuro che bisogna preoccuparsi del presente: De Sciglio aggancia e atterra Cuadrado in area; secondo rigore in cinque minuti e Pizarro dal dischetto sigla il pareggio che manda in delirio il popolo viola e fa disperare i tifosi rossoneri. Il calcio è strano e misterioso, la Fiorentina è stata brava a crederci, ma il Milan è stato troppo rinunciatario, ha avuto un atteggiamento passivo e sbagliato e si è chiuso troppo confidando in ripartenze effettuate male con poca incisività. Quando si esce da una partita in modo così clamoroso, è difficile rientrarci in breve tempo modificando l’atteggiamento sbagliato; Allegri tenta il tutto per tutto e prova a dare la scossa alla squadra mandando in campo Niang al posto di Flamini e Pazzini al posto di Boateng; avanti tutta, ma la testa non c’è più e la Fiorentina non fatica a contenere l’assalto dei rossoneri, anche perchè Montella si cautela e rimane senza punte, inserendo il roccioso Migliaccio al posto di Ljajic. Nel finale la partita è spezzettata da molti falli e si gioca pochissimo, ma il Milan reclama due rigori: prima Abate viene spinto a terra in piena area, poi c’è un fallo di mano di Roncaglia, ma Tagliavento non se la sente di concedere almeno uno di due sacrosanti rigori; i rossoneri avrebbero potuto ritrovare un vantaggio importantissimo ma forse immeritato, perchè si sono sentiti troppo sicuri di un successo che credevano già acquisito e hanno giocato con poca determinazione, aggredendo poco e non riuscendo a chiudere una partita che si era messa benissimo. Gli errori si pagano e il prezzo consiste in due punti preziosi gettati al vento con l’aiuto di Tagliavento (scusate il gioco di parole!) e che fra qualche settimana, al termine del campionato, potrebbero risultare decisivi se il Milan non riuscirà a conquistare quel secondo posto che sembrava ormai vicino e ora è più lontano.
Con il senno di poi torna in mente quel ritardo a rientrare in campo dopo l’intervallo e viene il sospetto che i rossoneri stessero cercando di ritrovare quella concentrazione smarrita per colpa della convinzione che la partita fosse già vinta, ma poi basta ripensare a tutta la partita per rendersi conto che fin dall’inizio il Milan ha lasciato troppo l’iniziativa alla Fiorentina ed è sembrato eccessivamente timido, perchè va bene che i viola giocano bene e sono il “piccolo Barcellona”, ma un po’ di differenza con l’originale c’è e ci voleva un po’ più di determinazione e convinzione, anche e soprattutto con un vantaggio di due gol e la superiorità numerica. I disastri di Tagliavento hanno contribuito a condizionare la partita, perchè anche se lo negano ad ogni occasione, quando gli arbitri sanno di aver sbagliato la prima decisione, provano a compensare, aggiungendo errore a errore: il primo rigore concesso alla Fiorentina è figlio del dubbio di essere stato troppo severo in occasione dell’espulsione e i due rigori non dati al Milan nascono dalla volontà di non rompere un equilibrio che evidentemente all’arbitro andava bene per non scontentare nessuno, anche se di fatto ha scontentato tutti. L’errore più grande, però, rimane indiscutibilmente quello del Milan che, arbitro o non arbitro, era padrone della partita e poteva vincerla tranquillamente, invece si ritrova clamorosamente a piangere sul latte versato, ovvero su due punti importanti gettati alle ortiche e questo è un grosso rammarico, perchè il Milan si è complicato la vita, il finale di campionato e, magari, anche la prossima stagione, perchè fra secondo e terzo posto c’è una bella differenza anche e soprattutto in termini di preparazione estiva e di lunghezza delle vacanze; nulla è perduto, ma ora lo scontro diretto contro il Napoli è meno decisivo e anche in caso di vittoria il Milan resterebbe dietro ai partenopei; questo è il rimpianto più grosso e i rossoneri hanno dimostrato di peccare un po’ in esperienza, perchè una grande squadra una partita così la vince in scioltezza e non si complica la vita in questo modo assurdo e sciagurato!