Blog – In Tackle
In tempi di crisi aguzza l’ingegno o, meglio nel nostro caso, la vista. Ed è proprio quello che il Milan non fa. Secondo l’ultimo bilancio il Milan spende per l’osservazione dei giocatori quasi 4 milioni di euro, che è una bella cifra rapportato a quanto spendono altre società. Il problema è che altre società, pur spendendo meno, hanno risultati migliori.
Tra gli acquisti degli ultimi anni solo un giocatore è aumentato esponenzialmente di valore con il Milan ed è Stephan El Shaarawy. Anche se non si può dire certo scoperto dal Milan è in rossonero che si è consacrato totalmente. A far da contraltare al Faraone però c’è nulla, i soldi spesi in acquisti non sono stati indirizzati su giovani da valorizzare ma su giocatori normali e difficilmente futuribili tipo De Jong, Zapata, Muntari o addirittura per niente utili come Traorè. Un tempo forse un Ermerson non faceva tantissima differenza, anche se comprare allora un erede di Pirlo allora sarebbe stato una mossa decisamente azzeccata, ma oggi sì.
Si tratta di una spesa da poco? Il Borussia Dortmund ha preso Robert Lewandovski in Polonia a 22 anni per appena 4 milioni di euro, Mats Hummels dalle giovanili del Bayern per la stessa cifra e Shinji Kagawa in Giappone per addirittura 350 mila euro, la sua clausola.
L’Ajax è andata in Scandinavia e per una spesa totale che non arriva ai 2,6 milioni di ingaggio annuali di ingaggio dell’ex Nancy ha preso Christian Eriksen e Viktor Fischer prima che fossero maggiorenni e adesso questi giocatori valgono insieme 10 volte tanto.
Senza spostarci dall’Italia c’è poi uno dei migliori esempi mondiali di scouting, l’Udinese. Con la sua rete di osservatori Pozzo pesca tantissimi talenti in Sud America, Africa e Centro Europa che in parte rivende a peso d’oro rifinanziandosi un’altra campagna acquisti.
Il Milan dei giovani, oltre a puntare sul proprio vivaio, ha il dovere di far fruttare la spesa per gli osservatori. E speriamo che Niang, Vergara e Saponara facciano lo stesso percorso di El Shaarawy e che siano solo l’inizio. Fare calcio e tornare a vincere senza vendere materie prime è possibile.
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