Dopo l’incredibile sconfitta casalinga, la seconda stagionale, contro l’Atalanta, San Siro è pronto ad ospitare la prima partita del girone C di Champions League, che vedrà scontrarsi la testa di serie rossonera contro la squadra in terza fascia, l’Anderlecht, e che andrà in scena martedì alle 20.45. Senza dubbio i giocatori rossoneri avrebbero preferito un esordio in Belgio: quelle che dovrebbero essere le mura amiche ora non lo sono più, e non è una considerazione basata superficialmente sui risultati (contro la Sampdoria il Milan ha preso due pali, contro l’Atalanta al 7’ c’era un rigore solare) ma sulle prestazioni o, meglio, sul modo in cui i giocatori scendono in campo. L’ha detto Acerbi, l’ha confermato El Shaarawy, non l’ha smentito Allegri: i rossoneri hanno paura, non dell’avversario, ma di loro stessi. In un momento così sportivamente drammatico, il più complesso dell’era Berlusconi, arrivano anche le note, una volta sinonimo di strapotere e ora di piccolezza, dell’inno della Champions, quelle stesse che Galliani, prima di un Milan-Bologna 2009, disse di aver fatto ascoltare ai giocatori nello spogliatoio. Sono quasi impertinenti, arrivano nel momento più sbagliato, in un momento nel quale il Milan non ha un gioco e ha ancora qualche pedina importante fuori.
Con un recupero-lampo di Boateng, ancora lontanissimo da una condizione decente, e con Emanuelson e Abate che deludono, dalla Lista Champions League mancheranno ancora ovviamente Pato, quasi sicuramente Montolivo e Robinho: i giocatori dovrebbero dunque essere gli stessi convocati per l’Atalanta, con l’eccezione di Traorè che in lista non è, ma, come ha confermato Allegri in conferenza stampa, guai anche solo a pensare di cambiar modulo, non si può fare in soli due giorni, dal momento che non lo si è fatto in due settimane di pausa per le Nazionali. Non resta, dunque, che attendere speranzosi che un Deus ex machina di latina memoria irrompa sulla scena e salvi questa nave che, da transatlantico di lusso, è diventata più o meno un peschereccio impotente tra la furia delle onde.