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Milan-Atalanta 2-0: la cronaca

Leggi QUI le pagelle Il Milan si gioca le ultime chance di Scudetto in casa contro l’Atalanta di Colantuono. Per vincere Allegri si affida ancora a Cassano al fianco di Ibrahimovic con alle loro spalle Boateng. Ambrosini torna davanti alla difesa compsta dal giovan De Sciglio, Nesta, Mexes e Antonini.

L’EDDIEtoriale: Boateng il “ghetto supastar” (that is what you are)

Il principe ghanese è un cittadino del mondo molto particolare Se googolate “Boateng” verrà fuori come primo risultato l’immancabile scheda tecnica di Wikipedia , l’enciclopedia on line gratuita alla quale tutti noi possiamo contribuire modificando quanto già esistente o inserendo riferimenti nuovi. Negli scorsi giorni ho aggiornato alcune pagine dedicate ai nostri ragazzi ed ho notato un piccolo ma importante particolare che la dice lunga sul Boa: dove c’è la data di nascita e la nazionalità si parla di Berlino ovest (essendo un ’87 il Muro non era ancora stato abbattuto) ma soprattutto di tedesco naturalizzato ghanese. Il che è “tecnicamente” vero dato che Kevin ha la madre tedesca,ma il padre nonchè il suo aspetto richiamano palesemente la nazione del centro Africa, insomma di teutonico non ha un bel nulla! D’altra parte è cresciuto nel quartiere di Weeding , uno di quelli famosi per la forte presenza di immigrati , dove biondi con gli occhi azzurri non se ne vedono molti, se non come forestieri intenti a cercare lo spacciatore di fiducia! A questo proposito il Boa ha sempre ricordato orgogliosamente (alla Ibra o alla Cassano) le sue umili origini, senza vergognarsi di alcune amicizie scomode, nonchè di un certo fare (passato) da gangsta, tipico di certi hood americani: “Mi chiamano Ghetto Kid perché vengo da un quartiere di Berlino che i tedeschi considerano un ghetto.

Un poker che alimenta i rimpianti

Cassano, doppio Ibra e Nocerino: il Milan dilaga a Siena, la Juve risponde con identico poker a Novara e lo scudetto è sempre più lontano, ma in Toscana abbiamo capito che Milan avrebbe potuto essere se fosse stato al completo per l’intera stagione. © foto di ALBERTO LINGRIA Il Milan cala un poker sul tavolo verde dello scudetto, la Juve risponde allo stesso modo e tiene a distanza i rossoneri che ormai devono sperare in un autentico miracolo; il pomeriggio di Siena è allegro e festoso ma anche malinconico e struggente, perchè dopo tanto tempo abbiamo rivisto in campo una squadra vicina a quella “ideale”, soprattutto in avanti e abbiamo capito cosa ci siamo persi per tanti mesi: Cassano, Boateng, ma anche un Gattuso troppo poco rimpianto durante la sua assenza e, non a caso, il Milan ha sfoderato la miglior prestazione dell’ultimo periodo, quello dopo l’eliminazione dalla Champions, tanto per intenderci

Siena-Milan: numeri e tendenze

© foto di Alberto Lingria/PhotoViews Molti e interessanti i numeri pre-partita, prodotto di 34 partite di Campionato, di Siena e Milan in vista dell’impegno di Campionato di domenica pomeriggio. LE ULTIME 5 PARTITE SIENA – Siena-Udinese 1-0, Atalanta-Siena 1-2, Inter-Siena 2-1, Genoa-Siena 1-4, Siena-Bologna 1-1. MILAN – Catania-Milan 1-1, Milan-Fiorentina 1-2, Chievo-Milan 0-1, Milan-Bologna 1-1, Milan-Genoa 1-0.

Che fatica!

© foto di ALBERTO LINGRIA Il Milan vince ma non convince; frase ormai abusata ma che fotografa alla perfezione l’ennesima prestazione stentata dei rossoneri, che hanno dovuto aspettare ben 86 minuti per abbattere la resistenza del Genoa, che al momento del gol era pure in dieci da una dozzina di minuti; se si pensa che lo stesso Genoa non più tardi di domenica scorsa ne aveva presi quattro con irrisoria facilità dal Siena, viene spontaneo pensare che il Milan sia davvero “alla frutta”, svuotato di energie e di motivazioni; l’impegno c’è e, infatti, proprio come domenica scorsa i rossoneri hanno raddrizzato la situazione nel finale di partita senza mai mollare, ma quel primo tempo senza un vero tiro in porta è davvero sconsolante, soprattutto se si pensa che teoricamente il Milan è ancora in corsa per lo scudetto. Questa vittoria di misura e sofferta tiene accesa la flebile fiammella della speranza, ma c’è poco da illudersi, soprattutto se la squadra non ritroverà al più presto una parvenza di gioco e un po’ più di lucidità e brillantezza; difficile, a maggior ragione giocando ogni tre giorni e a fine stagione, ma in queste condizioni anche sfide contro Siena e Atalanta (per non parlare del derby) diventano proibitive, se si sudano le cosiddette sette camicie per battere una squadra allo sbando e in caduta libera; non può bastare il cambio di allenatore sulla panchina genoana a giustificare la stoica resistenza dei liguri, che hanno accarezzato il sogno di uscire da San Siro con un punto, ma mai come in questo caso sarebbe stato demerito del Milan più che merito del Genoa, che si è limitato a chiudersi con ordine e a provare rare sortite in avanti. Troppi giocatori rossoneri sono fuori condizione, a cominciare da chi dovrebbe essere il trascinatore e il leader, cioè Ibrahimovic, ancora una volta anonimo e inconcludente almeno fino a quando è entrato l’amico Cassano e ciò fa venire il sospetto che lo svedese faccia anche un po’ di capricci se non viene schierata la formazione che più gli piace.